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Sintesi
Introduzione La mafia, tesina


Evoluzione degli obiettivi della mafia dal brigantaggio al mercato nero dei farmaci illegali su internet.

Collegamenti


ITALIANO - Verga Verismo
ED. FISICA - Atleti dopati e la mafia dei farmaci illegali
ED. MUSICALE - Pietro Mascagni e La Cavalleria Rusticana
INGLESE - Un americano contro la Mafia: Joe Petrosino
SPAGNOLO - Influenza spagnola sul dialetto siciliano
STORIA - Origini della mafia: il brigantaggio Salvatore Giuliano
GEOGRAFIA - Conformazione geografica Sicilia adatta al
ED.ARTISTICA - Il realismo e il verismo nell'arte
SCIENZE - Effetti della droga sul corpo umano
TECNICA - Energie alternative infiltrazioni mafiose
Estratto del documento

Il territorio è per quasi due terzi collinare e per circa un quarto montuoso, la dodicesima parte resta dunque

alle pianure, che sono tutte situate lungo i litorali.

La mancanza di "corridoi" interni ha impedito nel corso dei secoli i collegamenti tra ile coste che, oltre a

prospettare su tre diversi mari, non sono riusciti a stabilire durevoli rapporti tra di loro: ancor più isolato è

naturalmente rimasto il lato dell'isola che volge all'Africa.

La sezione montuosa dell'isola include sei principali rilievi, assai diversi per orientamento, origine e struttura

delle rocce. Nella metà orientale della fascia costiera si sviluppano, da est a ovest, tre gruppi montuosi che

complessivamente vengono denominati Appennino siculo (vedi Appennini): i Peloritani, i Nebrodi e le

Madonie. Nella Sicilia centrale si accentua l'irregolarità del rilievo; si può tuttavia distinguere una larga fascia

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trasversale, poco più di un altopiano di natura arenaceo-calcarea, che grosso modo si diparte dalle Madonie

e volgendo verso sud-est giunge sino al vertice meridionale dell'isola. La formano dapprima i monti Erei,

quindi, più a sud, il vasto tavolato dei monti Iblei; Il rilievo più importante della Sicilia della Sicilia è

rappresentato dall'Etna, il vulcano attivo, il più elevato d'Europa (3323 m), L'Etna sovrasta la più vasta ed

importante pianura siciliana, che ha reso fertile con i suoi stessi depositi vulcanici: la piana di Catania.

Formata dalle alluvioni del fiume Simeto e dei suoi affluenti, tra cui il Dittaino, la piana di Catania ha una

km2,

superficie di 430 pari a un quinto di tutte le pianure dell'isola; altre importanti aree pianeggianti sono poi

la piana di Gela, sul mare di Sicilia, che presenta però numerose dune, e la Conca d'Oro, su cui si estende

Palermo, sul mar Tirreno.

3.3 Clima e ambiente

Se da un lato la Sicilia ha un clima pienamente mediterraneo, soggetto agli influssi marittimi, dall'altro la sua

natura montuosa e collinare contribuisce ad attenuare anche a breve distanza dalla costa gli influssi del

mare. Abbastanza uniformi in tutta l'isola sono peraltro le temperature estive, con medie pressoché ovunque

superiori ai 24 °C (e massime che possono oltrepassare i 40 °C) che naturalmente si abbassano in misura

considerevole sui rilievi; gli inverni sono miti solo nelle fasce costiere, con medie sui 10 °C, ma sono anche

freddi nell'interno, con temperature che abbastanza frequentemente scendono al di sotto dello zero. Per

quanto riguarda le precipitazioni, la Sicilia conosce in pratica solo due stagioni: quella piovosa, con punte

massime tra novembre e febbraio, e quella asciutta, con piogge quasi nulle tra giugno e agosto. Inoltre le

piogge sono più scarse là dove più sarebbero utili per l'agricoltura, cioè nelle pianure costiere (sui 500 mm

annui); la piovosità si accresce infatti verso l'interno, dove si aggira sui 700 mm, con punte anche superiori ai

1000 sui rilievi più elevati.

L'isola conserva varie zone di grande interesse naturalistico, solo in parte però tutelate. Si ricordano la

foresta della Ficuzza nella Rocca Busambra, la riserva attorno al Pizzo Carbonara, nelle Madonie, , la

riserva marittima dell'isola di Ustica e, soprattutto, il parco regionale dell'Etna, con la sua magnifica varietà di

ambienti vegetali a seconda del succedersi dei piani altitudinali .

3.4 Economia

La Sicilia si colloca tra le aree meno sviluppate d'Italia. Le cause della povertà e dei ritardi vanno ricercate

nelle condizioni sociali e politiche del passato, nelle ripetute dominazioni straniere, nella sottomissione del

popolo al dominio baronale, nelle imposizioni della mafia monopolizzatrice dello sviluppo dell’isola. Il reddito

annuo per famiglia è di 12.961 euro, ed è inferiore alla media dello stesso Mezzogiorno e ancora oggi

scarseggiano molti di quei servizi e di quei collegamenti – le cosiddette infrastrutture – di cui l'economia

necessita per espandersi, a cominciare dai mezzi di comunicazione e di trasporto. L'organizzazione

territoriale basata su grossi centri ad economia rurale, isolati e di povera cultura urbana, non favorisce certo

la modernizzazione. Il patrimonio artistico, tra i più rilevanti d'Italia, è in gran parte in stato di degrado e non

alimenta quel flusso turistico di alto livello che potrebbe invece a pieno titolo attivare. La disoccupazione è

altissima, sul 23%, ma con picchi (nell'Agrigentino, in provincia di Enna e nel Nisseno, cioè nella provincia di

Caltanissetta) del 33%, cioè di un terzo sul totale delle forze lavoro.

Anche in Sicilia, come nel resto del Sud, il numero degli addetti al settore agricolo è nettamente superiore

alla media nazionale e per contro i valori di redditività sono tra i più bassi (la carenza di acqua e in generale

di impianti per irrigazione è un fattore decisivo). Tuttavia l'agricoltura mantiene il suo peso determinante

nell'economia regionale, abbiamo una zona costiera con coltivazioni intensive e specializzate e aziende di

piccola e media dimensione destinate alla produzione di agrumi, vite e altre piante legnose come mandorli,

legumi e ortaggi, e una vasta area interna, con aziende di ampia superficie, occupate dalla coltivazione dei

cereali, si colloca ai primissimi posti per vari altri prodotti uva, olive, melanzane, zucchine, e ortaggi in

genere. L'uva è in ampia misura destinata al consumo diretto (uva da tavola) mentre il vino è

tradizionalmente per lo più utilizzato come "vino da taglio" per rinforzarne altri, pur fornendo anche prodotti di

alta qualità, come il Corvo di Salaparuta. Ha notorietà internazionale il Marsala, un vino liquoroso che si

ottiene nell'omonima zona del Trapanese, all'estremità occidentale dell'isola. Insieme alla Puglia, la Sicilia è

l'unica regione del Mezzogiorno con una vera vocazione per la pesca; in questo settore è anzi nettamente al

primo posto in Italia, fornendo oltre un quarto del complessivo pescato. Pesca tradizionale è quella dei tonni,

praticata in passato con sistemi arcaici, così come quella del pesce spada. Particolarmente elevata è la

cattura dei crostacei. Il principale porto peschereccio dell'isola e forse d'Italia è Mazara del Vallo, in provincia

di Trapani, i cui battelli operano anche su mari vicini all’Africa.

La regione non manca di risorse minerarie. Tradizionale attività estrattiva fu per decenni quella legata ai

giacimenti di zolfo, per i quali la Sicilia vantò in epoche passate addirittura ottime posizioni internazionali; ma

la crescente concorrenza estera ridusse man mano l'economicità dello zolfo siciliano, sinché l'estrazione è

completamente cessata nel 1986. 8

Altre risorse del sottosuolo sono i sali potassici e gli idrocarburi (petrolio e gas naturale, con area principale

nel Ragusano); il primo pozzo entrò in funzione nel 1957. I giacimenti si dimostrarono ben presto molto più

modesti delle aspettative; nel frattempo era stata però realizzata, ma con un'altissima immissione di capitali

statali, una poderosa industria di raffinazione, mentre tutti i comparti manifatturieri rimanevano in pratica

trascurati.

I complessi chimici e petrolchimici, che ormai lavorano essenzialmente materiale greggio d'importazione,

hanno influito ben poco nel creare nuovi posti di lavoro (tra le industrie sorte con capitali non regionali si può

anche ricordare lo stabilimento automobilistico FIAT a Termini Imerese, in provincia di Palermo); infine in

anni recentissimi si è dilatato oltre misura il comparto dell'edilizia, spesso abusiva, che, poi sottoposta a

maggiori controlli, registra una gravissima crisi. In assenza di una coordinata rete di distribuzione interna, è

ancora più penalizzante per le aziende siciliane la lontananza dai grandi mercati di acquisto del Nord d'Italia

e dell'estero. Le attività manifatturiere sono frantumate in miriadi di imprese che in larga misura producono

per il consumo locale. Si annoverano soprattutto oleifici, pastifici, conservifici delle verdure e del pesce,

piccole aziende enologiche, tessili e meccaniche.

È assolutamente eccessivo il numero degli addetti all'amministrazione pubblica, soprattutto se si considera

che i servizi pubblici sono in genere poco soddisfacenti; si tratta di una dilatazione favorita anche dalla

situazione giuridica di regione a statuto speciale. Di debole produttività è anche il settore commerciale,

frammentato in innumerevoli piccole attività e mal coordinato di fronte alla concorrenza internazionale ma

anche nazionale (supermercati, ipermercati).

Ottime possibilità avrebbe il turismo, sia per gli eccezionali paesaggi sia per i monumenti che greci, romani,

arabi e normanni hanno lasciato nell'isola. Basti ricordare Agrigento, Segesta e Selinunte, con i loro resti

della Magna Grecia, o anche la Palermo araba e normanna. Ma la salvaguardia del patrimonio storico-

artistico è un compito verso il quale, almeno per decenni, il disinteresse regionale è stato tristemente

esemplare: il caso più clamoroso sono le innumerevoli abitazioni sorte abusivamente a deturpare i magnifici

templi greci di Agrigento, il più recente (marzo 1996) è il crollo della cupola di una delle massime espressioni

dell'arte barocca in Sicilia, la cattedrale di Noto, in provincia di Siracusa.

Le carenze relative sia a una viabilità tuttora poco agevole sia alla scarsa diffusione nell'isola di strutture

ricettive (alberghi) di qualità fanno sì che il turismo, complessivamente molto inferiore al potenziale isolano,

si indirizzi soprattutto verso Messina e Taormina.

Le vie di comunicazione terrestri sono tali da accentuare la scissione tra la Sicilia costiera e quella interna.

Le linee ferroviarie principali sono la Palermo-Messina, la Messina-Siracusa e, diagonalmente, la Palermo-

Catania. Delle autostrade, la Palermo-Catania (che poi si raccorda con la Catania-Messina) tocca Enna e

cerca di vitalizzare le aree interne, mentre il tronco Palermo-Mazara del Vallo è al servizio della piccola

"capitale" peschereccia dell'isola, che è altresì il punto di arrivo del gasdotto dall'Algeria. Recentemente la

mancanza di manutenzione ha interrotto la Palermo-Catania con il crollo del viadotto Himera, causando gravi

disagi per tutto il settore economico dell’isola. Si auspica una veloce realizzazione dell’ampliamento dello

scorrimento veloce Palermo-Agrigento i quale ha però recentemente subito una deviazione per un rischio di

crollo del viadotto Coda di Volpe tra Misilmeri e Bolognetta. La regione dispone di tre aeroporti: quello di

Catania, che è il più movimentato, quello di Palermo-Punta Raisi e quello di

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