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Sintesi
Storia: la decolonizzazione dell'Africa

Storia dell'arte: Salvador Dalì

Matematica: massimo e minimo di funzione (grafici delle vendite dei dischi)

Psicologia: Freud (le aberrazioni sessuali)

Metodologia della ricerca: lo status di malato, ( Leventhal, Parson e Rogers) la morte e la malattia terminale (Kubler Ross)

Biologia: l'AIDS (morfologia e ciclo replicativo, diagnosi e terapie)

Letteratura inglese: citazioni letterarie (canzoni dei Queen)
Estratto del documento

“In my defence what is there to say...

all the mistakes we made must be faced today

it's not easy now ,knowing where to start

while the world we love tears itself apart

I'M JUST A SINGER with a song

I cannot try to right to wrong

for just a singer with a melody

I'm caught in between with a fading dream...

In my defence what is there to say

we destroy the love,it's our way

we never listen enough,never face the truth

then like a passing song love is here and then is gone

I'm just a singer with a song

I cannot try to right to wrong

for just a singer with a melody

I'm caught in between with a fading dream...

Oh what on earth

oh what on earth

how do I try?

Do we live or die?

Oh Help me God...Please Help me..

Ognuno di noi ha una figura che,durante gli anni dell'adolescenza,ci aiuta a sviluppare

la nostra personalità e ad attraversare le confuse nebbie del liceo. Per me quella figura è

stato, ed è, Freddie Mercury.

Ho scoperto Freddie e i Queen quando avevo già 16 anni, e in questi quattro anni ho

cercato di capire chi fosse veramente attraverso le testimonianze di quelli che hanno

avuto la fortuna di conoscerlo. So di non sbagliare dicendo che era un una persona

generosa, sensibile, gentile, leale con gli amici, un artista straordinario dotato di una

voce angelica, un leader carismatico sul palco, ma soprattutto un uomo pieno di voglia

di vivere e divertirsi, con una dignità e un coraggio straordinari nell'affrontare la

malattia. Freddie era questo e molto di più.

In questi anni sono cresciuta con Freddie, l'unico che non mi ha mai abbandonata

quando ne avevo bisogno, il mio miglior confidente, muto, ma che ha saputo ascoltarmi

più di tutti gli altri; ho riso con le sue battutine, sognato con le sue canzoni e pianto al

pensiero che non c'è più. Come per ogni altro fan, per me Freddie non era “just a

singer”, solo un cantante, ma molto di più; non posso spiegare il perché di tutto questo

mio attaccamento nei suoi confronti, l'unica risposta che posso dare è che era veramente

qualcosa di speciale.

Attraverso questa tesina intendo ripercorrere e approfondire, anche attraverso le sue

parole, i tratti più importanti della sua vita, partendo dalle vicende storiche che lo

hanno costretto a lasciare la sua patria natia per l'Inghilterra, dove è diventato

Freddie Mercury, passando per il suo amore per l'arte, per la sua dibattuta sessualità

fino alla malattia che lo ha ucciso, l'AIDS.

Questo lavoro vuole essere il mio piccolo tributo a una persona meravigliosa, per

ringraziarla di avermi insegnato a fare del mio meglio e non accontentarmi di essere

soltanto seconda.

Chi era Freddie Mercury

That's me in my costume!

Se dovessi descrivermi direi che sono un uomo stravagante;

ognuno di noi è un miscuglio di tanti ingredienti.

Ho sia un alto molto tenero che uno molto forte.

Chi mi capisce sul serio,sa che sono estremamente vulnerabile,

e che posso essere un bambinone,se colto al momento giusto.

Con me non ci sono mezze misure.”

“I Think I'm going back...”

Il 5 settembre 1946 a Stone Town, Zanzibar, Farrokh Bulsara vede per la

prima volta il mondo. Nato da una famiglia di alto rango di origine persiana, che

lavorava per il governo inglese, vive la sua infanzia in quel paradiso tropicale che

è Zanzibar, insieme alla sorellina minore Kashmira. Il suo posto preferito era il

porto di Stone Town, da cui fissava le navi che passavano, fantasticando su

luoghi remoti o sulla musica straniera.

Il sogno di vedere le terre lontane si realizzò all'età di otto anni, quando i

genitori decisero di dargli un istruzione migliore, facendolo studiare in un

collegio indiano. Nell'estate del 1955 partì per un viaggio epico attraverso un

ampia distesa d'oceano, lasciandosi alle spalle tutto ciò che era familiare.

Bombay è uno shock culturale per il piccolo Farrokh, il quale,durante gli anni qui,

assorbirà l'influenza di diverse culture. Dopo 60 giorni di viaggio, Farrokh

arriva a Panjghani, la città che lo ospiterà per otto anni, e si iscrive alla Saint

Peter's Church of England School.

“Divenne subito noto col nome di Freddie.” Roy Robinson , preside del St. Peter

Che una tale severa disciplina autoritaria, le cui tradizioni sono rimaste intatte

per mezzo secolo, potesse produrre una delle persone più originali al mondo può

sembrare ironico, ma il carattere unico di Freddie si sviluppò come una normale

risposta giovanile a una scuola che voleva conformare tutti. É alla St. Peter che

fonda il suo primo gruppo, gli Hectics,di cui sarà il pianista. In questi anni

emergeranno il suo talento artistico e la sua abilità musicale e vocale.

“I'm playing my role in history...”

Freddie era tornato a Zanzibar da due anni quando, nel gennaio 1964, scoppiò

una sanguinosa rivoluzione, e i Bulsara dovettero lasciare l'isola per rifugiarsi in

Inghilterra; si stabilirono a Feltham, sobborgo operaio vicino a Heathrow.

L a fine del colonialismo europeo in Africa fu un processo relativamente rapido

che, fra la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio degli anni sessanta, condusse

all'indipendenza gran parte del continente, dando vita a stati per lo più coincidenti

con i territori delle precedenti colonie. Le istanze di liberazione legate alla lotta

contro il nazifascismo, cui molti africani parteciparono come membri delle armate

delle rispettive potenze coloniali, e, in seguito, i principi della Carta Atlantica, ebbero

un forte impatto sul nazionalismo anticoloniale e spesso fornirono lo sfondo ideale a

insurrezioni e movimenti di protesta come quelli dell'Algeria (1945), del Madagascar

(1947-49), della Costa d'oro (1948). Inoltre l'apparire sulla scena politica mondiale

delle due nuove superpotenze di Usa e Urss, estranee per storia e per ideologia alle

forme del colonialismo europeo, favorì l'instaurarsi di un nuovo tipo di supremazia,

basato sull'influenza nella politica interna dei nuovi stati e sulla loro sudditanza

economica, in cambio dell'appoggio finanziario e militare ai nuovi capi per il

mantenimento dei delicati equilibri interni. Mentre l'Italia aveva perso i suoi

possedimenti africani in seguito alla sconfitta nella seconda guerra mondiale, le

colonie degli altri paesi europei giunsero ad affrancarsi dalla dominazione straniera

attraverso lo sviluppo di movimenti anticoloniali che portarono in molti casi a vere e

proprie lotte per l'indipendenza. La Francia di De Gaulle, bisognosa di sostegni

contro il governo collaborazionista di Vichy, aveva promesso riforme sostanziali,

riconoscendo alle colonie dell'Africa occidentale francese e dell'Africa equatoriale

francese lo status di entità individuali, all'interno di un'associazione con la

madrepatria (Conferenza di Brazzaville del 1944 e Union française nel 1946),

superando così la dottrina della spersonalizzazione e assimilazione dei popoli

colonizzati, nell'ambito della civilisation come obiettivo del colonialismo. Negli anni

cinquanta maturò un movimento anticoloniale ormai orientato verso l'autogoverno o

l'indipendenza vera e propria, condotto da una nuova generazione di intellettuali e

politici sovente formatisi in Europa o negli Stati uniti e fortemente influenzati dalle

dottrine di liberazione e autodeterminazione emerse specialmente nelle lotte

antimperialistiche dell'India e dell'Asia orientale. Questa componente si saldò in certi

casi con le espressioni della costante resistenza opposta dal mondo africano alla

sopraffazione coloniale, che non avevano mai cessato di manifestarsi (rivolta dei Mau

Mau in Kenya, 1952-1956). La guerra d'Algeria (1954-1962) costituì un punto di

riferimento centrale per i movimenti di liberazione, influenzandone profondamente

ideologia e prassi politica. L'indipendenza di vari paesi dell'Africa settentrionale

(Libia, Sudan, Marocco e Tunisia) fra il 1952 e il 1956 aprirono la via

all'emancipazione dell'Africa nera. In molti paesi essa fu guidata da partiti politici che

si ispiravano ai principi di un "socialismo africano" teso a sottolineare, rispetto alla

tradizione dottrinale del socialismo di matrice occidentale, le peculiarità della

situazione locale e le radici culturali profonde di un comunitarismo e di un

egualitarismo considerati propri della tradizione precoloniale rurale africana. La

situazione precipitò dal 1956 quando, in seguito alla crisi di Suez, apparve chiaro che

le due superpotenze Usa e Urss, prive di interessi diretti in Africa, non erano disposte

ad avallare oltre la repressione colonialista delle potenze europee, ormai ridotte in

secondo piano. La colonia britannica della Costa d'oro divenne sovrana nel 1957, col

nome di Ghana, dopo alcuni anni di autogoverno, seguita nel 1958 dalla Guinea

francese che, unica tra le colonie africane di Parigi, rifiutò la proposta della

madrepatria di entrare a far parte della Comunità franco-africana come stato

autonomo (i governi autonomi nei vari territori erano stati costituiti nel 1956, in base

alla Loi cadre). Ottennero comunque la piena indipendenza nel 1960 i territori che

avevano optato per questa soluzione: Alto Volta (Burkina Faso), Camerun,

Centrafrica (già Oubangui-Chari), Ciad, Congo, Costa d'avorio, Dahomey (poi

Benin), Gabon, Madagascar, Mauritania, Niger, Senegal, Sudan (poi Mali), Togo.

Nello stesso anno raggiunsero l'indipendenza anche il Congo belga (poi Zaire), la

Somalia (unione di quella britannica e di quella ex italiana) e la Nigeria, seguiti dalle

altre colonie britanniche: Sierra Leone e Tanganica (poi Tanzania) nel 1961, Uganda

nel 1962, Zanzibar (poi federatosi al Tanganica) e Kenya nel 1963, Malawi (già

Nyasaland) e Zambia (già Rhodesia del nord) nel 1964, con la rottura della

Federazione dell'Africa centrale (la Rhodesia del sud proclamò unilateralmente la

propria indipendenza nel 1965, sotto il controllo della locale minoranza bianca),

Gambia, Botswana e Lesotho nel 1965-1966. Ruanda e Burundi, già belgi, divennero

indipendenti nel 1962 e nel 1968 fu la volta di Guinea equatoriale (spagnola),

Mauritius e Swaziland (britannici). Verso la metà degli anni settanta si ebbe la

conclusione della lotta di liberazione nelle colonie portoghesi, condotta da movimenti

che operarono scelte di tipo marxista-leninista, attivamente sostenuti dai paesi

socialisti: la Guinea Bissau nel 1974, Angola e Mozambico nel 1975. In quell'anno la

Spagna abbandonò il suo possedimento del Sahara, aprendo una crisi internazionale

per la contrapposizione delle aspirazioni indipendentistiche della popolazione locale

alle mire dei paesi vicini. Nel 1977 la Francia concesse l'indipendenza a Gibuti,

mentre nel 1980, a conclusione di una lunga guerra civile condotta dalla popolazione

nera contro i coloni bianchi, la Rhodesia del sud abrogò la propria dichiarazione

unilaterale d'indipendenza del 1965 e, nell'ambito del Commonwealth, varò un nuovo

governo di maggioranza e ottenne l'indipendenza col nome di Zimbabwe. L'ultimo

paese africano ad acquistare la propria indipendenza fu la Namibia, che nel 1990, a

conclusione di una lunga lotta, si affrancò dall'occupazione sudafricana, sancita come

mandato della Società delle nazioni, dopo la prima guerra mondiale, poi non

rinnovato dall'Onu. L'istituzione di nuovi stati africani sulla base dei confini dei

vecchi domini coloniali, sancita formalmente dalla Carta dell'Organizzazione

dell'unità africana (Oua) nel 1963, conteneva in sé innumerevoli contraddizioni,

legate fra l'altro alla mancata corrispondenza tra formazioni storiche ed etnico-

linguistiche e i confini delle nuove entità statali. Questo fattore con più generali

problemi di dipendenza e vulnerabilità politica ed economica dei nuovi stati, è stato

fra le cause principali di numerose crisi interne e internazionali (Katanga, Biafra,

Eritrea, Sudan).

Il cambiamento cosi drammatico nello stile di vita non diminuì l'entusiasmo di

Freddie per la nuova avventura.

Freddie non stava nella pelle continuava a dire:ce la faremo mamma,ci aiuteremo a

“ vicenda!Ciò ci permise di andare avanti”

Jer Bulsara -la madre-

Uno dei primi lavori di Freddie fu impacchettare contenitori in una proprietà ,

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