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Sintesi
Scienze: l'origine dell'Universo

Fisica: il modello Standard; il bosone di Higgs

Arte: i Macchiaioli

Italiano: Giovanni Verga

Inglese: Hardy

Filosofia: il Positivismo (Auguste Comte)

Storia: fine '800 e inizi '900 (in Italia)
Estratto del documento

significherebbe conoscere la “Mente di Dio”. In realtà, conoscere la logica con cui è stata

creata la matita non significa conoscere l’Homo costruttore della matita; la meraviglia

Faber,

del cervello umano è la conoscenza, ma ciò non significa che l’uomo sia la conoscenza.

Inoltre occorre precisare che la Fisica non ha ancora scoperto tutto, e ci vorrà molto prima

che vi riesca. Ogni volta infatti che si è sul punto di definire un’ultima teoria e di chiudere il

cerchio della conoscenza dell’universo, una serie di dati rilevati da un esperimento o una

teoria contraria a quella proposta capovolgono la situazione. La matematica, il fondamento su

cui è basata la fisica, a dispetto del proverbio ormai noto “La matematica non è un’opinione”,

è basata su postulati indimostrabili, e costruita seguendo particolari criteri; perciò, se

provassimo a ricostruire l’intera matematica partendo da postulati diversi, arriveremmo

sicuramente a conclusioni diverse. Per esempio, si pensi al teorema di Goldbach: “un numero

pari maggiore di 2 può essere scritto come somma di due numeri primi (lo stesso numero

primo può essere usato due volte). Ebbene, “nessun matematico è riuscito a scoprire un

5 . Il teorema rimane perciò

numero pari che non fosse la somma di due numeri primi”

indimostrato e per questo tuttora valido. La matematica e, quindi, anche la fisica, sono

scienze esatte all’interno dei loro postulati, ma non a livello assoluto, a dispetto di quel che

oggi si pensa.

Per chiarire ulteriormente questo problema, si propone qui la storia del “tacchino

induttivista”, presentata dal noto filosofo e matematico gallese Bertrand Russell:

“Un tacchino, in un allevamento statunitense, decise di formarsi una wissenschaftliche Weltauffassung

(visione del mondo scientificamente formata). Fin dal primo giorno questo tacchino osservò che,

nell’allevamento dove era stato portato, gli veniva dato il cibo alle 9 del mattino. E da buon induttivista

non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una vasta gamma di

circostanze: di mercoledì e di giovedì, nei giorni caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che

splendesse il sole. Così arricchiva ogni giorno il suo elenco di una proposizione osservativa nelle più

disparate condizioni. Finchè la sua coscienza induttivista non fu soddisfatta ed elaborò un’inferenza

induttiva come questa: “Mi danno il cibo alle 9 del mattino”. Purtroppo, però, questa concezione si rivelò

6

.

incontestabilmente falsa alla vigilia di Natale, quando, invece di venir nutrito, fu sgozzato”

Questo ad indicare che anche se riuscissimo un giorno a raggiungere la famigerata “teoria del

tutto”, probabilmente non avremmo capito nulla, proprio come il tacchino; possiamo “avere”,

non “essere”, conoscenza.

5 A. Zichichi, pag. 136.

Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo,

6 B. Russell, cit. in A. F. Chalmers, trad. it., Mondadori, Milano 1979, pag. 24.

Che cos'è questa scienza?,

Fede e Scienza: un duello eterno… o forse no? 6

Chiudiamo questa breve Introduzione con un ultimo argomento di cui spesso si parla:

l’origine dell’Universo. È nato così, quasi per caso, dal Big Bang, o è stato Dio a creare il

cielo e la terra, le acque, gli alberi e gli animali, e infine l’uomo e la donna? Premesso che in

quel momento non vi era nessuno, tra giornalisti, scienziati o teologi, che potesse osservare e

prendere appunti circa l’origine dell’universo, è necessario qui chiarire un concetto: mentre

la scienza tenta di rispondere alla domanda “Come?” (come si è formato l’universo? In che

modo una pietra scivola su un piano inclinato? E così via), la religione si pone una domanda

del tutto diversa: “Perché?” (perché è stato creato l’universo? Quale è lo scopo dell’uomo su

questa terra? E così via), proprio come affermato da Schelling con i suoi “Quid e “Quod

sit”

rispettivamente “chi sia” e “cosa sia”. Alla luce di ciò, i racconti della Creazione non

sit”,

sono da considerarsi storici: questi non hanno la funzione di spiegare come sia avvenuta la

nascita dell’universo e dell’uomo, ma solo di illuminare l’uomo sullo scopo per cui è stato

creato: lodare Dio e tutte le sue creature.

Poiché vi sono accreditate prove della teoria del Big Bang (riusciamo ad esempio, con

sofisticati sistemi che recepiscono le radiazioni, ad ascoltare la “radiazione di fondo”

dell’universo derivante ancora dal lontano momento del Big Bang), probabilmente

quest’evento è anche accaduto, portando alla formazione della Terra e di tutti i suoi abitanti;

questo è il pensiero di uno scienziato. Uno scienziato credente aggiungerebbe a tale teoria la

presenza di Dio: sì, il Big Bang è avvenuto, ma è la mano di Dio che ha agito per portare

ordine nel Big Bang e fare in modo che una piccola pietra sperduta in questo agglomerato

iniziale di materia fosse idonea per la creazione dell’uomo: la Terra. Per chiarire, esistono in

natura una serie di “coincidenze” che hanno reso possibile la nascita, e rendono tuttora

possibile la sopravvivenza, di quell’insieme di tessuti e sentimenti di cui è composto l’uomo;

esempi di queste coincidenze li possiamo trovare nella biologia (molti studiosi hanno definito

il corpo umano, a ragione, come una perfetta macchina vivente, che tiene conto anche di

eventuali imprevisti nel malfunzionamento di questa macchina – capacità che non tutte le

macchine robotizzate di oggi hanno), nell’astrofisica (tra i tanti esempi, la perfetta distanza

Terra – Sole, correlata alla ridotta quantità di radiazioni che arrivano a noi e ci permettono di

vivere; oppure la presenza dell’atmosfera), in particolari numeri, in matematica chiamati

costanti, che si ripropongono nelle formule che regolano le caratteristiche degli oggetti

naturali (il numero di Nepero il numero π, il numero φ )… potremmo continuare

e,

all’infinito.

Tutte queste situazioni ed altre ancora, uno scienziato le chiamerebbe “fortuite coincidenze”,

un credente, magari uno scienziato credente, le chiama “volontà divina”.

Fede e Scienza: un duello eterno… o forse no? 7

“Se siamo qui è perché un oggetto cosmico – la Terra – si è trovato alla giusta distanza (un piccolo

dettaglio) da una delle tante numerose stelle della Galassia, di cui siamo piccolissima parte. Di stelle,

infatti, nella nostra Galassia, ce ne sono circa cento miliardi. Se la Terra fosse più vicina al Sole,

moriremmo di caldo. Più lontana, moriremmo di freddo. Se la Terra fosse piccola come la Luna, non

sarebbe stato possibile alla forza di gravità trattenere quel sottile strato d’aria, tanto essenziale per la

nostra vita. […] Se la Terra fosse più grande, i nostri muscoli non ce la farebbero a vincere l’attrazione

gravitazionale. Ci sentiremmo schiacciati da una forza più grande di noi. […] L’asse di rotazione della

Terra, è inclinato. Se non lo fosse, addio primavera, estate, autunno, inverno. Vivaldi non avrebbe mai

potuto comporre le sue stupende Alle foglie morte non potrebbe seguire lo spettacolo

Quattro stagioni.

della primavera. La raccolta delle messi non avrebbe mai potuto ispirare Bruegel. Nessuno saprebbe

cos’è la vendemmia. Il fenomeno straordinario delle stagioni è tutto lì: in quell’angolo di inclinazione

che ha l’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita. Un altro dettaglio.

Il carbonio delle nostre cellule non è stato fatto qui sulla terra. Né il Piombo con cui vennero composti i

primi caratteri a stampa di Johann Gutenberg. Né il ferro né l’oro. Tutti questi elementi vengono da

lontano: miliardi e miliardi di chilometri. Le fornaci che hanno fuso questi elementi pesanti sono state

stelle. Se non fosse per quelle stelle – oggi scomparse – non sarebbe stata possibile l’esistenza del

marmo né dello scalpello. Michelangelo non avrebbe mai potuto scolpire la sua Né il I

Pietà. Mosè.

colori e i pennelli sono anch’essi fatti a partire da sostanze i cui nuclei sono stati fusi in quelle stelle.

Senza di esse Raffaello non avrebbe potuto dipingere la sua né Leonardo la sua

Annunciazione,

Dettagli, che trovano però le loro radici nelle immense distese di spazi cosmici e nelle

Gioconda. 7

.

peculiari distribuzioni di materia tipiche di questo mondo”

7 A. Zichichi, pag. 200-201.

Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo,

Fede e Scienza: un duello eterno… o forse no? 8

2. I concetti di scienza e di fede nelle varie epoche storiche

Il seguente capitolo delinea un percorso storico a partire dalla cultura greca, per

arrivare al Settecento e al XX secolo, nel quale si sottolineano, per ogni epoca storica, il

ruolo della scienza e della religione, con riferimento ad alcune grandi personalità del passato

che hanno riaperto (o sembrano aver riaperto) il problema di come conciliare scienza e

religione.

Non possiamo certamente parlare di “scienza” nelle ere più antiche della storia

dell’uomo: a quel tempo tale termine neanche esisteva, o comunque non indicava ciò che

indica oggi; come ben sappiamo, infatti, la vera scienza, quella del metodo sperimentale

(osservazione, ipotesi, esperimento, formulazione di una legge), nasce solamente con Galileo

Galilei, “appena” 400 anni fa.

2.1 Gli inizi: preistoria e cultura greca

Sin dai secoli più antichi della nostra esistenza, l’uomo ha sempre ostentato un certo

interesse nei confronti di ciò che lo circondava; questo interesse, denominato poi dai romani

“curiositas”, è sempre lo stesso: spingeva a scoprire il fuoco, lo portava a

l’Homo Sapiens

porsi determinate domande, che nell’antica Grecia introdurranno il concetto di filosofia; è

inoltre lo stesso interesse nei confronti di divinità superiori e quello derivante

dall’osservazione di fenomeni naturali, quali una mela che cade per terra.

È lecito perciò dire che l’uomo comincia a prendere coscienza di sè nel momento in cui

comincia a disegnare se stesso e la natura che lo circonda sui graffiti delle grotte dove

viveva. Con la nascita dell’arte l’uomo capisce di avere dentro di sé un io, una coscienza,

comprende che riesce a pensare e a riflettere, che è quindi diverso da un animale. Con

l’osservazione dei primi fenomeni naturali (un temporale, un fulmine, una scintilla, il fuoco),

l’uomo inizia a guardarsi intorno, ma, come un bambino, non comprende bene l’entità e le

cause di questi fenomeni: ne è perciò considerevolmente e ragionevolmente spaventato, per

questo si affida ad esseri superiori, nella speranza che questi lo proteggano da questo nuovo

mondo, in cambio di offerte e sacrifici; l’interesse è perciò soffocato dalla paura e dalla

sottomissione verso questi dei.

Con una sempre maggiore presa di coscienza, l’uomo comincia a destreggiarsi in mezzo alla

natura e capisce che non è solo: esistono altri esseri simili a lui; comincia perciò a stabilire un

dialogo: nascono i primi agglomerati urbani e le prime civiltà. Con la nascita delle prime

Fede e Scienza: un duello eterno… o forse no? 9

civiltà (parliamo ovviamente di quelle mesopotamica, egizia, ma soprattutto di quella greca),

l’uomo comincia a porsi domande sempre più profonde e fondamentali, tentando di

rispondersi in modo razionale: chi sono? Da dove vengo? Qual è il mio scopo su questa

terra?; queste domande e altre, effettivamente, sono da sempre, dall’antica Grecia alla cultura

contemporanea, insite nell’uomo: egli può metterle da parte, non pensarci, rimandarne le

risposte in futuro, ma queste prima o poi si riproporranno, sempre e comunque. Da queste

domande, soprattutto nell’antica Grecia, nasce la filosofia come noi la definiamo, nel tentare

8 ) e la natura attraverso la ragione, che

di spiegare se stessi (il “Conosci te stesso” di Socrate

entra in scena proprio qui, con la filosofia, nella Grecia del VII-VI secolo a.C.. Giovanni

Paolo II nell’ enciclica “Fides afferma: “Di fatto, la filosofia è nata e si è sviluppata

et Ratio”

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