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Nello scegliere l’argomento di questa tesina per il colloquio orale dell’esame di Stato, mi sono concentrato soprattutto su un fattore in particolare, al di là della possibilità di collegamenti con il programma svolto quest’anno; tale fattore è l’interesse che ho riscontrato nei confronti di quest’argomento. Infatti, oltre che a livello morale e personale ed oltre al fatto che ritengo significativo terminare il mio corso di studi in un liceo scientifico con un argomento che abbraccia così tante discipline, ho incontrato molte volte, durante questi cinque anni, tale questione filosofica, tanto per averla letta su un libro di scuola, quanto per averne sentito parlare in tv in merito a questioni d’attualità.
La tesina che segue si propone di esaminare la relazione tra la scienza e la religione cattolica nella storia dell’umanità, sottolineando in particolare come le scoperte di alcuni grandi scienziati non siano in realtà in conflitto con il pensiero della Chiesa cattolica, come invece sostiene la cultura dominante. Dopo un’introduzione dove è elencata una serie di motivi per cui sembrerebbe che scienza e religione siano effettivamente in contrasto, è presentato un percorso storico che delinea il pensiero su questo argomento in alcune epoche storiche rappresentative (preistoria e cultura greca, gli inizi del Cristianesimo, la cultura nel Medioevo, la rivoluzione copernicana, il positivismo), fino ad arrivare al periodo attuale: scopo di questa tesina è mostrare che, contrariamente a quanto si pensa oggi, l’accettazione di vivere secondo la fede non limita in alcun modo, ma anzi favorisce, il lavoro di uno scienziato credente, e, in generale, della scienza stessa.
Fisica: Modello Standard e Bosone di Higgs.
Scienze della Terra: L'origine dell'Universo.
Filosofia: Positivismo (Comte).
Storia: Seconda metà dell'800 in Europa e in Italia.
Italiano: Verismo (Verga).
Arte: Macchiaioli (Fattori).
Inglese: Victorian Age (Hardy).
Chiudiamo questa breve Introduzione con un ultimo argomento di cui spesso si parla:
l’origine dell’Universo. È nato così, quasi per caso, dal Big Bang, o è stato Dio a creare il
cielo e la terra, le acque, gli alberi e gli animali, e infine l’uomo e la donna? Premesso che in
quel momento non vi era nessuno, tra giornalisti, scienziati o teologi, che potesse osservare e
prendere appunti circa l’origine dell’universo, è necessario qui chiarire un concetto: mentre
la scienza tenta di rispondere alla domanda “Come?” (come si è formato l’universo? In che
modo una pietra scivola su un piano inclinato? E così via), la religione si pone una domanda
del tutto diversa: “Perché?” (perché è stato creato l’universo? Quale è lo scopo dell’uomo su
questa terra? E così via), proprio come affermato da Schelling con i suoi “Quid e “Quod
sit”
rispettivamente “chi sia” e “cosa sia”. Alla luce di ciò, i racconti della Creazione non
sit”,
sono da considerarsi storici: questi non hanno la funzione di spiegare come sia avvenuta la
nascita dell’universo e dell’uomo, ma solo di illuminare l’uomo sullo scopo per cui è stato
creato: lodare Dio e tutte le sue creature.
Poiché vi sono accreditate prove della teoria del Big Bang (riusciamo ad esempio, con
sofisticati sistemi che recepiscono le radiazioni, ad ascoltare la “radiazione di fondo”
dell’universo derivante ancora dal lontano momento del Big Bang), probabilmente
quest’evento è anche accaduto, portando alla formazione della Terra e di tutti i suoi abitanti;
questo è il pensiero di uno scienziato. Uno scienziato credente aggiungerebbe a tale teoria la
presenza di Dio: sì, il Big Bang è avvenuto, ma è la mano di Dio che ha agito per portare
ordine nel Big Bang e fare in modo che una piccola pietra sperduta in questo agglomerato
iniziale di materia fosse idonea per la creazione dell’uomo: la Terra. Per chiarire, esistono in
natura una serie di “coincidenze” che hanno reso possibile la nascita, e rendono tuttora
possibile la sopravvivenza, di quell’insieme di tessuti e sentimenti di cui è composto l’uomo;
esempi di queste coincidenze li possiamo trovare nella biologia (molti studiosi hanno definito
il corpo umano, a ragione, come una perfetta macchina vivente, che tiene conto anche di
eventuali imprevisti nel malfunzionamento di questa macchina – capacità che non tutte le
macchine robotizzate di oggi hanno), nell’astrofisica (tra i tanti esempi, la perfetta distanza
Terra – Sole, correlata alla ridotta quantità di radiazioni che arrivano a noi e ci permettono di
vivere; oppure la presenza dell’atmosfera), in particolari numeri, in matematica chiamati
costanti, che si ripropongono nelle formule che regolano le caratteristiche degli oggetti
naturali (il numero di Nepero il numero π, il numero φ )… potremmo continuare
e,
all’infinito.
Tutte queste situazioni ed altre ancora, uno scienziato le chiamerebbe “fortuite coincidenze”,
un credente, magari uno scienziato credente, le chiama “volontà divina”. 7
Fede e Scienza: un duello eterno… o forse no?
“Se siamo qui è perché un oggetto cosmico – la Terra – si è trovato alla giusta distanza (un piccolo
dettaglio) da una delle tante numerose stelle della Galassia, di cui siamo piccolissima parte. Di stelle,
infatti, nella nostra Galassia, ce ne sono circa cento miliardi. Se la Terra fosse più vicina al Sole,
moriremmo di caldo. Più lontana, moriremmo di freddo. Se la Terra fosse piccola come la Luna, non
sarebbe stato possibile alla forza di gravità trattenere quel sottile strato d’aria, tanto essenziale per la
nostra vita. […] Se la Terra fosse più grande, i nostri muscoli non ce la farebbero a vincere l’attrazione
gravitazionale. Ci sentiremmo schiacciati da una forza più grande di noi. […] L’asse di rotazione della
Terra, è inclinato. Se non lo fosse, addio primavera, estate, autunno, inverno. Vivaldi non avrebbe mai
potuto comporre le sue stupende Alle foglie morte non potrebbe seguire lo spettacolo
Quattro stagioni.
della primavera. La raccolta delle messi non avrebbe mai potuto ispirare Bruegel. Nessuno saprebbe
cos’è la vendemmia. Il fenomeno straordinario delle stagioni è tutto lì: in quell’angolo di inclinazione
che ha l’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita. Un altro dettaglio.
Il carbonio delle nostre cellule non è stato fatto qui sulla terra. Né il Piombo con cui vennero composti i
primi caratteri a stampa di Johann Gutenberg. Né il ferro né l’oro. Tutti questi elementi vengono da
lontano: miliardi e miliardi di chilometri. Le fornaci che hanno fuso questi elementi pesanti sono state
stelle. Se non fosse per quelle stelle – oggi scomparse – non sarebbe stata possibile l’esistenza del
marmo né dello scalpello. Michelangelo non avrebbe mai potuto scolpire la sua Né il I
Pietà. Mosè.
colori e i pennelli sono anch’essi fatti a partire da sostanze i cui nuclei sono stati fusi in quelle stelle.
Senza di esse Raffaello non avrebbe potuto dipingere la sua né Leonardo la sua
Annunciazione,
Dettagli, che trovano però le loro radici nelle immense distese di spazi cosmici e nelle
Gioconda. 7
.
peculiari distribuzioni di materia tipiche di questo mondo”
7 A. Zichichi, pag. 200-201.
Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo, 8
Fede e Scienza: un duello eterno… o forse no?
2. I concetti di scienza e di fede nelle varie epoche storiche
Il seguente capitolo delinea un percorso storico a partire dalla cultura greca, per
arrivare al Settecento e al XX secolo, nel quale si sottolineano, per ogni epoca storica, il
ruolo della scienza e della religione, con riferimento ad alcune grandi personalità del passato
che hanno riaperto (o sembrano aver riaperto) il problema di come conciliare scienza e
religione.
Non possiamo certamente parlare di “scienza” nelle ere più antiche della storia
dell’uomo: a quel tempo tale termine neanche esisteva, o comunque non indicava ciò che
indica oggi; come ben sappiamo, infatti, la vera scienza, quella del metodo sperimentale
(osservazione, ipotesi, esperimento, formulazione di una legge), nasce solamente con Galileo
Galilei, “appena” 400 anni fa.
2.1 Gli inizi: preistoria e cultura greca
Sin dai secoli più antichi della nostra esistenza, l’uomo ha sempre ostentato un certo
interesse nei confronti di ciò che lo circondava; questo interesse, denominato poi dai romani
“curiositas”, è sempre lo stesso: spingeva a scoprire il fuoco, lo portava a
l’Homo Sapiens
porsi determinate domande, che nell’antica Grecia introdurranno il concetto di filosofia; è
inoltre lo stesso interesse nei confronti di divinità superiori e quello derivante
dall’osservazione di fenomeni naturali, quali una mela che cade per terra.
È lecito perciò dire che l’uomo comincia a prendere coscienza di sè nel momento in cui
comincia a disegnare se stesso e la natura che lo circonda sui graffiti delle grotte dove
viveva. Con la nascita dell’arte l’uomo capisce di avere dentro di sé un io, una coscienza,
comprende che riesce a pensare e a riflettere, che è quindi diverso da un animale. Con
l’osservazione dei primi fenomeni naturali (un temporale, un fulmine, una scintilla, il fuoco),
l’uomo inizia a guardarsi intorno, ma, come un bambino, non comprende bene l’entità e le
cause di questi fenomeni: ne è perciò considerevolmente e ragionevolmente spaventato, per
questo si affida ad esseri superiori, nella speranza che questi lo proteggano da questo nuovo
mondo, in cambio di offerte e sacrifici; l’interesse è perciò soffocato dalla paura e dalla
sottomissione verso questi dei.
Con una sempre maggiore presa di coscienza, l’uomo comincia a destreggiarsi in mezzo alla
natura e capisce che non è solo: esistono altri esseri simili a lui; comincia perciò a stabilire un
dialogo: nascono i primi agglomerati urbani e le prime civiltà. Con la nascita delle prime
9
Fede e Scienza: un duello eterno… o forse no?
civiltà (parliamo ovviamente di quelle mesopotamica, egizia, ma soprattutto di quella greca),
l’uomo comincia a porsi domande sempre più profonde e fondamentali, tentando di
rispondersi in modo razionale: chi sono? Da dove vengo? Qual è il mio scopo su questa
terra?; queste domande e altre, effettivamente, sono da sempre, dall’antica Grecia alla cultura
contemporanea, insite nell’uomo: egli può metterle da parte, non pensarci, rimandarne le
risposte in futuro, ma queste prima o poi si riproporranno, sempre e comunque. Da queste
domande, soprattutto nell’antica Grecia, nasce la filosofia come noi la definiamo, nel tentare
8 ) e la natura attraverso la ragione, che
di spiegare se stessi (il “Conosci te stesso” di Socrate
entra in scena proprio qui, con la filosofia, nella Grecia del VII-VI secolo a.C.. Giovanni
Paolo II nell’ enciclica “Fides afferma: “Di fatto, la filosofia è nata e si è sviluppata
et Ratio”
nel momento in cui l’uomo ha iniziato a interrogarsi sul perché delle cose e sul loro fine. In
modi e forme differenti, essa mostra che il desiderio di verità appartiene alla stessa natura
9 .
dell’uomo”
Per quanto riguarda la relazione con le divinità, l’uomo nasce con una religiosità naturale, ed
è comunque soggiogato da forze misteriose della natura selvaggia e identifica ancora i
fenomeni della natura con la divinità, che non è unica, ma esiste in molte forme (politeismo):
in poche parole, ad ogni virtù o sentimento corrisponde una divinità particolare da adorare; in
questo modo, i Greci, venerando tutte le divinità, sono sicuri che nessuna si sarebbe adirata
verso di loro (San Paolo anzi, negli Atti degli Apostoli, nota addirittura una statua dedicata al
Dio Ignoto nell’Areopago di Atene, che sembrava incarnasse tutte le virtù che non erano
impersonate da nessun altro dio; in questo modo i greci si assicuravano che tutte le divinità,
10 .
anche quelle che non conoscevano, sarebbero state venerate)
2.2 La nascita e lo sviluppo della cultura biblica
Se fin qui, fede e ragione procedevano di pari passo (la religione e la presenza di un
essere superiore erano inseriti effettivamente come due dei tanti argomenti della filosofia;
basti pensare al Demiurgo di Platone, tanto per fare un esempio), a partire dalla stesura dei
libri dell’Antico Testamento, dalla novità proposta da Gesù e dalla conseguente stesura dei
libri del Nuovo Testamento, insomma con l’introduzione della cultura biblica, l’uomo
modifica la concezione del proprio essere; è direttamente creato da Dio e quindi a lui
8 Questa citazione, in realtà, è erroneamente attribuita a Socrate: è una parte della scritta posta sull’architrave
del tempio di Delfi; il testo completo è: “Uomo conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli dei che in esso
dimorano”.
9 Giovanni Paolo II, 3.
Fides et Ratio,
10 Cfr. At 17, 22-34. 10
Fede e Scienza: un duello eterno… o forse no?
sottomesso per legge naturale; Dio diventa l’Unico Dio, della Natura e della Storia, non più
ciclica (inizio, sviluppo e fine di un’era, a cui seguirà un’altra e un’altra era), ma limitata da
una Creazione e da una Parusìa (il ritorno glorioso di Gesù alla fine dei tempi). Insomma, la
fede cristiana, sollecitata anche dalle critiche che le venivano dal pensiero pagano, ha avuto
bisogno di questi primi cinque secoli per darsi una struttura razionale. In questo periodo,
infatti:
“tra teologi cristiani e filosofi pagani, impregnati ancora dei postumi del pensiero greco, non c’è stata -
ne ci poteva essere – una buona intesa. Da una parte prendevano sempre più piede i giovani e dinamici
pensatori cristiani, i cosiddetti apologisti e Padri della Chiesa che, in un contesto culturale ostile, seppero
difendere il punto di vista della fede contro una filosofia in decadenza e un pensiero scientifico
ristagnante [proprio perché derivante e strettamente connesso alla filosofia]. La storia ricorda decine di
scrittori cristiani eminenti, tra cui Origene, Girolamo, Cirillo, Basilio, Agostino. Dall’altra, continuavano