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Inglese: una descrizione dei linguaggi del corpo trattata in lingua
Italiano: Dario Fo (Mistero buffo)
Filosofia: Ludwig Feuerbach (L’uomo è ciò che mangia)
Storia: Benito Mussolini (il suo linguaggio del corpo)
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Il movimento e il linguaggio del corpo
I soggetti assumono atteggiamenti, distanze e orientamenti inequivocabili.
Il corpo comunica attraverso un proprio linguaggio specifico che può manifestarsi sia consapevolmente
che inconsciamente ed è parallelo a quello verbale. Esso dà informazioni alle informazioni e trasmette
messaggi anche quando non si vuole comunicare.
Gli aspetti della comunicazione
La comunicazione avviene sul piano del contenuto mediante le parole e sul piano relazionale mediante i
segnali del corpo. Quando vi è un incongruenza fra i due livelli,la comunicazione risulta distorta e poco
convincente.
Il giudizio degli altri e la relazione sono condizionati dai messaggi corporei inviati involontariamente.
Spesso la paura di esprimere involontariamente delle verità ci spinge a relazionarci con gli altri con uno
strumento che medi la comunicazione: si preferisce cosi telefonare, chattare o mandare un messaggio per
avviare incontri o trasmettere informazioni. Così agendo, si perde però la ricchezza e la varietà propria
della comunicazione interpersonale.
Le forme di linguaggio
La comunicazione umana si avvale del linguaggio che è un sistema costituito da un insieme di segni, che
può essere verbale e non verbale.
Verbale: utilizza un codice convenzionale, i fenomeni, ed è adatto a trasmettere i contenuti formali
complessi.
Non verbale: usa il movimento ed è più adatto a creare relazioni, poiché permette di evidenziare quelle
sfumature emozionali che solo il corpo rende visibili e percepibili.
I due tipi di comunicazione sono considerati paralleli e complementari. Le relazioni sono importanti
quanto i contenuti. La comunicazione non verbale infatti può confermare o smentire ciò che viene detto
con le parole. Questo perché viene fornita una chiave interpretativa all’ ascoltatore, che avalla o nega il
contenuto del messaggio.
La comunicazione corporea
La comunicazione corporea si identifica tramite:
I segni: che trasmettono informazioni relative ai dati di fatto. Il linguaggio dei sordomuti è un
sistema di segni al pari del linguaggio verbale, ma anche una stretta di mano, un abbraccio, il
pollice alzato, i segni del vigile o dell’arbitro sono segnali convenzionali.
I segni sono azioni volontarie codificate, generalmente apprese, e variano a seconda del contesto sociale
in cui si inseriscono. Vengono usati per comunicare consapevolmente, ma ci danno anche delle indicazioni
sui rapporti sociali che si instaurano tra chi comunica.
I gesti: quali possono essere ad esempio, toccarsi il mento,tamburellare con le dita sul tavolo o
toccarsi i capelli,trasmettono in modo più appropriato atteggiamenti e stati emotivi.
I gesti sono azioni non volontarie,generalmente istintive e difficilmente controllabili a cui partecipano
tutte le parti del corpo con prevalenza di alcuni distretti tra cui il capo, le mani ed il volto e sono
importanti per il significato che assumono per chi li riceve.
Proprio questi gesti - a volte impercettibili - sono gli indicatori veritieri della relazione.
Il comportamento comunicativo
I gesti che compongono il comportamento comunicativo non hanno lo scopo specifico di comunicare e,
proprio per questo,sono rivelatori della personalità del soggetto che si pone in relazione. 4
I movimenti del corpo
La gestualità delle mani e degli arti,i cenni del capo,l’ espressione del volto, o l’ intensità dello
sguardo,insieme, accompagnano e sottolineano il dialogo e sono significativi solo se percepiti
globalmente e inseriti nel contesto in cui si svolgono.
Questi movimenti vengono distinti in elementi separati: i movimenti delle mani sono segnali altamente
espressivi che possono essere collegati agli stati emotivi o avere una particolare funzione in rapporto alla
comunicazione verbale.
I gesti delle mani
Segnali emblematici: Sono i gesti emessi intenzionalmente che servono a evidenziare,ripetere,
o anche sostituire il linguaggio verbale quando la comunicazione è ostacolata, ad esempio,
scuotere la mano in segno di saluto o indicare un qualcosa.
Gesti illustratori: Sono movimenti che si realizzano normalmente durante la comunicazione
verbale con lo scopo di illustrare ciò che si dice. Anche tali segnali sono emessi perlopiù
consapevolmente e spesso variano nei diversi ambiti etnici e culturali.
Segnali indicatori dello stato emotivo: Sono legati agli stati di ansia e di tensione: ad
esempio scuotere il pugno in segno di rabbia,tamburellare con le dita sul tavolo in segno di
nervosismo, mettersi le mani sul volto in segno di disperazione ecc.
Segnali regolatori: Sono compiuti da chi parla e da chi ascolta per regolare la sincronizzazione
degli interventi nel dialogo ed indicano il diverso grado di interessamento, il desiderio di
intervenire o interrompere la comunicazione.
I cenni del capo
Questi movimenti generalmente associati ad altri movimenti sono i segnali più veloci del corpo e sono
importanti sincronizzatori del procedere della relazione.
Il cenno del capo fatto da chi ascolta è percepito da colui che parla come segnale di assenso e attenzione,
svolgendo in questo caso funzione di “rinforzo”.
Un cenno di assenso comunica a chi parla di continuare nel discorso, mentre una rapida successione di
cenni di assenso può indicare che chi li effettua vuole prendere a sua volta la parola.
L’ espressione del volto
Il volto può essere considerato un area di comunicazione specializzata.
E’ un importante mezzo di comunicazione delle emozioni e quindi argomento di studio in molte ricerche
ma allo stesso tempo ciò viene complicato dal fatto che l’essere umano è capace di controllare e alterare
le emozioni stesse,nascondendo le espressioni spontanee, che possono essere comunque identificate con
un’attenta osservazione.
Lo sguardo
È parte integrante dell’espressione del viso ed è altamente significativo. Viene usato per avviare incontri,
per salutare o per rafforzare la comunicazione. 5
Permette di avere informazioni di ritorno, di regolare e sincronizzare la relazione durante una
comunicazione verbale.
Ad esempio il non guardare in faccia l’ interlocutore fa pensare ad un impressione di rifiuto e di
indifferenza nei suoi confronti, mentre fissare intensamente l'altro, restando in silenzio, può creare
situazioni d’imbarazzo.
Gli sguardi lunghi indicano invece un interesse più accentuato verso l'altro (ad esempio,fra fidanzati) o
competitivo fra sfidanti o aggressivo tra nemici.
Nella comunicazione generale invece si tende invece a guardare una zona intermedia tra naso e bocca.
La prossemica
Lo spazio che occupiamo, nel quale ci muoviamo, e che ci divide dagli altri durante la relazione, svolge un
ruolo importante nella comunicazione sociale. Sono distanze che assumiamo spesso inconsciamente e
regolano la relazione con l'altro.
Gli studi del comportamento spaziale e delle posture assunte nella relazione sono noti con il nome di
prossemica e individuano quattro diverse distanze o zone utilizzate per l’interazione personale
intima,personale,sociale o pubblica.
La postura
È la posizione che il corpo assume durante la comunicazione. E’ un segnale non verbale,in larga misura
involontario, meno controllabile rispetto all’ espressione del volto o al tono della voce e può svelare
importanti informazioni sulla persona.
Il modo di stare in piedi, seduti o distesi, è rivelatore di stati emotivi, stili di comportamento, ruoli vissuti e
varia in ogni cultura e contesto sociale.
Lo stato di rilassamento o tensione del soggetto è difficilmente dissimulabile e rivela il vero stato emotivo
dell’individuo.
Qualora un individuo assuma posizioni chiuse,abbandonate o senza energia,tali posizioni comunicano
stanchezza, tristezza e scoraggiamento.
Nel caso invece un individuo assuma posizioni aperte ed energiche, rivela una sensazione di vitalità e
sono queste percezioni che ci consentono di avvicinarci e interessarci all’altro con la giusta modalità di
relazione.
Lo spazio individuale
Lo spazio vitale è considerato come una zona cuscinetto o di difesa che gli altri non possono invadere
senza procurare disagio. E’ variabile a seconda del sesso, dell’età della relazione, del contesto culturale e
sociale.
Lo spazio individuale non sembra estendersi in maniera omogenea in tutte le direzioni e dipende dal
rapporto che lega i due partecipanti all’interazione.
Più il rapporto è intimo, minore sarà la distanza dell’interazione.
Se c’è un rapporto di estraneità, la distanza molto ravvicinata tra due sconosciuti posti alle spalle non
provoca lo stesso imbarazzo che susciterebbe se i due soggetti fossero posti uno di fronte all’ altro,come
avviene quando ci si trova in ascensore con altre persone.
Relazioni a distanza
L’antropologo Edward T. Hall ha individuato quattro tipi di distanze per l‘interazione personale:
La distanza intima: tale tipo di distanza va dal contatto fisico fino a 45 cm: 6
Questa, più che una distanza fisica si può definire una distanza psicologica nella quale è possibile
percepire il calore, l’odore della pelle, il respiro dell’altro, con le conseguente sensazioni che tutto ciò può
suscitare.
La distanza personale è quella che più frequentemente usiamo nella vita di relazione. Si mantiene, ad
esempio, tra due persone che chiacchierano.
Si compone in due fasi: una di vicinanza compresa tra 45 e 75 cm e una di lontananza da 75 cm a 1,2 m.
Il limite tra le due non è casuale e corrisponde alla distanza che consente ancora allungando la mano di
toccare l'altro: un “confine” che può essere rispettato o varcato e trasmette molte informazioni sulla
persona in relazione.
La distanza sociale è quella che va da 1,2 m fino a 3,5 m è una distanza tipica delle situazioni
professionali poichè in essa non ci si sente obbligati a relazionarsi con chi ci sta di fronte. E’ uno spazio
che viene manipolato attraverso la “tecnica di invasione” per comunicare messaggi di potere o suscitare
sensazioni d imbarazzo.
Alcuni esempi di tale tipo di distanza potrebbero essere il capoufficio, in piedi, che si avvicina alla
scrivania dell’ impiegato, invadendo il suo spazio personale oppure l’insegnante che si avvicina al banco
dell’allievo durante un compito con funzione di controllo.
La tecnica dell’invasione può essere usata per richiamare l’ attenzione, utilizzando gli oggetti come
prolungamento del loro corpo. Per esempio allungando un libro o un oggetto verso un'altra persona che
sta parlando con un altro interlocutore, si interrompe momentaneamente la conversazione tra i due.
Oltre i 3,5 m si parla di distanza pubblica che è quella tenuta dai prof universitari durante le lezioni,dai
politici ai comizi, dagli attori a teatro o dai cantanti ai concerti.
Inglese
Body language
Introduction 7
Body language is a language without spoken words and is therefore called non verbal communication.
Body language usually occurs unconsciously and is used especially to express feelings, for instance if we
do not like someone, it is often difficult to say that directly to the person. However we can make it clear
intentionally or unintentionally through body language. For example looking someone in the eyes means
something different than not looking someone in the eyes.
The truth inside the words (of the body)
Spoken language and body language go mostly hand in hand. When someone says something,
information is expressed through body language at the same time. This extra non-verbal information can
support the content of the message or may contradict it. When someone contradicts his words through
his body language, his non-verbal message is almost always regarded as the truest because it is very
difficult to lie through body language. For this reason when someone is lying, we get the feeling that
something is not right through his behavior. Research has shown that most people pay more attention to
their impression of how a person acts through body language than what is said through words. As a
consequence we tend to doubt the spoken words if they do not correspond with the language of the body.
Look out for your posture