vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il miglioramento tecnologico e, soprattutto, l’ invenzione del computer, con la capacità di mettere a disposizione non solo il “muscolo”, ma anche il cervello, ad esempio attraverso la robotica, ha certamente liberato l’ uomo dalla succinta schiavitù del sistema produttivo, ma ha fatto si che la produttività richiesta dalla società possa essere soddisfatta con un numero ben più limitato di individui, ai quali però si richiede quello che il robot non può dare e nel quale l’ uomo rimane tuttora unico:la immaginazione.
(da”Un nuovo patto tra scienza e società,C. Rubbia)
Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu stabilito un contratto tra la scienza e la società. La scienza godeva di un rispetto unanime. Negli anni successivi alla guerra, questo rispetto era inteso come l’ abilità della scienza di risolvere i più grandi problemi. La scienza del futuro non sarebbe stata quella del passato.
La grande fiducia nella scienza, però, ha sofferto in tempi recenti una severa caduta. Alcuni benefici del progresso scientifico come quelli dell’ atomo, i nuovi materiali, la biotecnologia e gli alimenti prodotti con modificazioni genetiche, oggi creano incertezze, perfino paure.
È oggi necessario, perciò, ristabilire un nuovo contatto tra la scienza e la società che tenga conto della transizione da una libertà e una fiducia incondizionate alla introduzione della responsabilità e della “rendicontabilità”. Ciò implica una rinnovata enfasi sull’ etica della scienza e della tecnologia.
Riguardo, ad esempio, al riscaldamento globale, che è prevedibile, considerazioni di carattere prudenziale ci suggeriscono di prendere misure correttive nei confronti di un effetto che non è reversibile per molti secoli a venire. Anche nel campo dei rifiuti nucleari possiamo proporre soluzioni incerte e non dimostrabili. Secondo Rubbia, gli scienziati, per riguadagnare la fiducia di un tempo, dovrebbero introdurre un attitudine di allerta e di comprensione dei dilemmi morali che potrebbero incontrare nel corso della loro vita professionale.
Le tecnologie esistenti vengono modificate o distrutte per lasciar spazio a macchinari più moderni. Spesso, però, si fa di questi un uso sfrenato con il rischio di diventarne dipendenti. Questo messaggio ci arriva dal brano dello scrittore contemporaneo Stefano Benni “Cara Melissa”. Benni, usando la tecnica dell’ assurdo, mette in sequenza una serie di eventi assurdi che si verificano a catena dopo che il protagonista non ricorda un codice che aveva rinchiuso in una cartella segretissima del computer, che momentaneamente è rotto. La vicenda si conclude con il protagonista che scrive una lettera a Melissa, pregandola, appena leggerà la lettera, di recarsi a casa sua con una ruspa, di sfondare il cancello blindato e di abbattere il portone.
Anche Mario Lodi in “La tv a capotavola” ci dice quanto una persona può diventare dipendente da un mezzo quale per esempio la televisione. La famiglia di Simone si era trasferita in campagna dalla città per trovare il “silenzio”. Dopo aver sistemato i mobili, i componenti di questa affrontano il problema di dove porre la televisione. Nonna Rosa propone di metterla in cucina così può pulire, cucinare e aiutare i ragazzi nello studio senza “rimanere sola”. Appoggiata da Gemma e Francesco, nonna Rosa, ottiene la tv in cucina. Prima di poterne usufruire, però, bisogna attendere il tecnico per far collocare sul tetto la antenna rotante. Dopo che il tecnico l’ ha collocata il “silenzio” finisce Nella cucina ci sono una nuova voce metallica e nuovi rumori. La televisione rimane sempre accesa: dalla mattina sino alla sera tardi. La vicenda si conclude con l’intervento di nonno Simone che richiede a zio Gegè il “famoso silenzio impagabile”.
Il sociologo Vittorino Andreoli descrive per tappe la dipendenza dalla televisione:
si lega al tempo di esposizione, all’ uso della “sostanza” e della sua quantità;
dipende dal ritmo e dal consumo: se diventa quotidiano, continuativo o rimane periodico, per esempio nelle vacanze o nel fine settimana;
si correla alla perdita della scelta del programma e alla constatazione che si può vedere qualsiasi cosa, di tutto. L’ importante non è cosa vedere, ma stare a vedere qualcosa, qualsiasi cosa. È il segno che l’ apparecchio è importante perché domina e non per ciò che offre;
si caratterizza quando si ha voglia di televisione mentre si sta facendo altro;
si manifesta per l’ uso compulsivo del televisore: accenderlo come necessità, anzi che come automatismo automatico;
è totale quando tutto diventa noioso e pesante e si desidera solo la televisione; si ha l’ impressione di essere liberi davanti al teleschermo e di essere invece frustrati quando si guarda al mondo concreto.
Che le tecnologie abbiano conseguenze negative sulla società, lo afferma anche Luca Mercalli in “2084”. Egli immagina come potrebbe essere il mondo dopo l’ esaurimento delle energie non rinnovabili: in questo ipotetico (ma non tanto) mondo, non ci si può permettere di avere gli stessi lussi di una volta. Per poter partire con l’ aereo occorre attendere che questo sia pieno; durante il volo le focacce non sono più servite in confezioni usa e getta, ma in una cesta collettiva. Ogni persona è dotata di un “entropimetro”, che serve a misurare la quantità di entropia che ognuno consuma e, se questa supera il limite consentito, l’individuo responsabile dovrà pagare l’ entropia in energia muscolare..
Grazie all’ espansione delle tecnologie in tutto il mondo si va diffondendo il fenomeno della globalizzazione. La globalizzazione è un fenomeno recente, ma, in un certo senso, è una tendenza che accompagna la storia dell’ umanità e, comunque, alcuni suoi aspetti hanno radici lontane nel tempo: da sempre gli uomini si sono mossi e sono entrati in contatto con altre popolazioni anche lontane, da lungo tempo hanno cercato la possibilità di scambiare materie prime e merci con altre genti. La prima condizione perché si abbia una globalizzazione è l’ annullamento o la riduzione, mediante nuove tecnologie, della distanza e dei costi. La globalizzazione crea un aumento di ricchezza per la maggioranza della popolazione, ma accentua i divari di reddito e determina i seguenti effetti:
le sempre più diffuse esigenze dei consumatori. Facciamo un esempio: da quando, all’ inizio degli anni Novanta del XX secolo, si è diffuso l’ uso dei telefoni cellulari, a molte persone non è più bastato disporre di un simile apparecchio per effettuare e ricevere telefonate, ma si è scatenata una corsa a ricercare l’ apparecchio più piccolo, più leggero, più colorato, con lo schermo più grande, con le funzioni più sofisticate…………
il rapido sviluppo delle tecnologie. Un altro esempio: se prima di lanciare sul mercato i nuovi computer erano necessari anni di progettazione, di studi, di prove, oggi vengono sfornati a getto continuo nuovi modelli sempre più veloci e potenti; spesso si sente dire che nel momento in cui si acquista un computer esso è già……vecchio, perché nel frattempo le case produttrici hanno già messo a punto un nuovo modello, a un prezzo confortevole, che offre soluzioni migliori.
la rapidità con cui si diffondono le innovazioni. La possibilità di comunicare rapidamente e continuamente, di muovere velocemente merci e persone, fa si che un nuovo ritrovato tecnologico messo a punto, ad esempio, in Giappone, possa essere reso disponibile anche in America o in Europa in breve tempo.
i notevoli costi per la ricerca e lo sviluppo. Lo studio e la messa a punto di tecniche e apparecchiature sempre più sofisticate e complesse, richiedono grandi somme di denaro; di qui la necessità di stingere accordi e “alleanze” tra gruppi industriali o tra enti di ricerca diversi e magari geograficamente lontani tra loro.
la caduta delle barriere economiche tra molti paesi del mondo. Sino a pochi decenni fa, numerosi stati, nel tentativo di proteggere le proprie produzioni e renderle economicamente più competitive, imponevano elevati dazi doganali alle merci in entrata, allo scopo di alzarne i prezzi. Questa è, ad esempio, la ragione per cui sino alla fine degli anni Ottanta in Europa si vedevano pochissime autovetture giapponesi.
La globalizzazione è causa della delocalizzazione. La parola delocalizzazione è nata da pochi anni, da quando, in tutto il mondo, le industrie,per accrescere i loro profitti, hanno cominciato a spostare la produzione delle merci nei Paesi in cui il costo del lavoro è più basso.
Le conseguenze della delocalizzazione sono lo smantellamento delle fabbriche e lo aumento della disoccupazione nell’ industria dei Paesi più avanzati e, al contrario, un aumento dell’ occupazione dei Paesi non sviluppati.
A volte, il personale da destinare alle fabbriche nei Paesi poco sviluppati è costituito da bambini di età inferiore ai 18 anni. I bambini non lavorano solo nelle fabbriche ma anche nelle piantagioni, nelle fornaci di mattoni, nelle miniere, nelle cave di pietra, nei lavori domestici, nelle strutture turistiche, nelle discariche per selezionare rifiuti utilizzabili. Ci sono bambini sfruttati anche per attività illecite, come il commercio della droga o la pornografia.
Perché un così largo impiego di manodopera infantile?
Perché i bambini sono pagati pochissimo e, a volte, ricevono solo un po’ di cibo,per giornate di lavoro lunghe 12 ore. I guadagni per i loro datori di lavoro sono enormi.
Anche molte industrie di Paesi occidentali o multinazionali ottengono profitti enormi con i bambini, spostando la produzione dei loro prodotti nei Paesi del Terzo Mondo. Periodicamente si scopre che prodotti di marchi noti, per esempio di abbigliamento, sono stati confezionati da bambini sfruttati o addirittura schiavi, come Iqbal e i suoi compagni.
Iqbal Masih era nato in un villaggio del Pakistan. A cinque anni era stato venduto dal padre ad un fabbricante di tappeti, per saldare un debito. Per lungo tempo lavorò ai telai, 12 ore al giorno, subendo lo stesso trattamento da schiavo di migliaia di altri bambini pakistani.
Un giorno del 1992, Iqbal ed altri bambini erano usciti di nascosto dalla fabbrica di tappeti per assistere alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione del Lavoro schiavizzato (Bllf). Forse per la prima volta Iqbal sentì parlare di diritti e dei bambini che vivevano in condizione di schiavitù. Proprio come lui. Spontaneamente decise di raccontare la sua storia: il suo improvvisato discorso fece scalpore e nei giorni successivi venne pubblicato dai giornali locali. Iqbal decise anche che non voleva tornare a lavorare in fabbrica; un avvocato del Bllf lo aiutò a preparare una lettera di “dimissioni” da presentare al suo ex padrone.
Durante la manifestazione, Iqbal conobbe Eshan Ullah Khan, leader del Bllf, il sindacalista che rappresentò la sua guida verso una uova vita in difesa dei diritti dei bambini. Così Iqbal cominciò a raccontare la sua storia sui teleschermi di tutto il mondo, diventò simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori nei convegni, prima nei paesi asiatici, poi a Stoccolma e a Boston: ‹‹ Da grande voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo››. Iqbal ricominciò a studiare senza interrompere il suo impegno di piccolo sindacalista.
La storia della sua libertà, però, fu breve. Il 16 aprile 1995 gli spararono a bruciapelo mentre correva in bicicletta nella sua città natale Muridke, con i suoi cugini Liaqat e Fryad. ‹‹Un complotto della mafia dei tappeti›› dirà Ullah khan subito dopo il suo assassino. Qualcuno si era sentito minacciato dall’attivismo di Iqbal, la polizia fu accusata di collusione con gli assassini. Di fatto molti dettagli di quella tragica domenica sono rimasti poco chiari. Con i 15 mila dollari del Premio Reebok per la Gioventù in Azione, ricevuti nel dicembre del 1994 a Boston, Iqbal voleva costruire una scuola perché i bambini schiavi potessero ricominciare a studiare………
Oggi a tutelare i bambini come Iqbal e si sui compagni c’ è un agenzia dell’ ONU:l’ UNICEF. L’ UNICEF(Fondo delle Nazioni Unite per l’ infanzia) si occupa dei problemi dei bambini in situazioni drammatiche o difficili, come povertà, guerre, lavoro minorile………L’ ONU è la più grande organizzazione internazionale, nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, che ha alcuni obbiettivi fondamentali:
facilitare relazioni amichevoli tra gli Stati; garantire il diritto do ogni popolo all’a autodeterminazione;
promuovere la cooperazione internazionale in campo economico, sociale, culturale e favorire lo sviluppo degli Stati più poveri;
tutelare i diritti e le libertà fondamentali degli esseri umani, senza distinzione di etnia, sesso, lingua e religione.
I compiti e gli obiettivi che l’ ONU si è prefissata sono molto ampi e complessi, per cui sono state costituite una trentina di organizzazioni specializzate per occuparsi di tutti i campi dello sviluppo: alcune godono di grande autonomia, altre sono veri e propri organi dell’ organizzazione madre. Alcune tra le più note sono le seguenti:
UNESCO(Organizzazione delle Nazione Unite per l’ Educazione,la Scienza e la Cultura), che si occupa anche dell’ alfabetizzazione e dell’ incontro tra le diverse culture;
PAM(Programma di alimentazione mondiale), istituito per seguire diversi obiettivi: interviene in situazione di catastrofi naturali o belliche con forniture alimentari di emergenza, aiuta i paesi con gravi insufficienze nella produzione agricola; ridistribuisce le eccedenze di cereali;
FAO(Organizzazione per l’ Alimentazione e l’ Agricoltura), creata per contribuire a risolvere i problemi legati alle risorse alimentari. Aiuta i paesi del sud del mondo ad aumentare la propria produzione agricola ed a migliorare la distribuzione tra la popolazione;
OMS(Organizzazione Mondiale della Sanità), che opera nel campo sanitario. Si occupa della ricerca, ma anche di cura e di prevenzione, attraverso, per esempio, campagne di vaccinazione per le malattie più diffuse;
UNDP,che aiuta i paesi in via di sviluppo di dotarsi di servizi di base e cerca di rispondere ai bisogni essenziali delle popolazioni: pubblica ogni anno un Rapporto dello sviluppo umano che classifica i paesi secondo gli Indici di sviluppo umano (ISU);
FMI(Fondo Monetario Internazionale) e Banca Mondiale,che concedono prestiti ai paesi in via di sviluppo.
Esistono al mondo numerose altre organizzazioni internazionali che lavorano a molteplici forme di intesa e collaborazione tra gli Stati. Le più diffuse regolano i rapporti commerciali:
WTO,che si occupa delle norme che regolano il commercio tra gli Stati; fondata nel 1955, ha sede a Ginevra e raccoglie l’ adesione di 147 nazioni;
UE(Unione Europea);
NAFTA(North American Free Trade Agreement): area di libero scambio tra USA, Canada e Messico in vigore dal 1994;
MERCOSUR(Mercato Comune del Cono del Sud) area di libero scambio istituita nel 1991. Comprende Brasile, Argentina, Paraguey e Uruguay e si pone lo obiettivo di realizzare un mercato comune simile a quello dell’ Unione Europea;
APEC(Asia-Pacific Economic Cooperation): associazione per la cooperazione economica dell’ area Asia- Pacifico. Ne fanno parte 20 paesi di tre continenti: Asia, Oceania, America, che raccolgono il 37 % della popolazione mondiale; l’ APERC sta diventando la più importante era economica del mondo;
COMMONWEALT, istituita dal Regno Unito nel 1931, è una libera associazione composta dalle dipendenze britanniche e da una serie di Stati ex colonie inglesi: ha come scopo la promozione della cooperazione tra i membri in campo politico, sociale, economico e finanziario; capo dell’ organizzazione è la regina Elisabetta II;
UNIONE AFRICANA: ha come scopo il rafforzamento dell’ unità politica e della cooperazione degli Stati africani; il Marocco è l’ unico paese africano che non ne fa parte;
LEGA ARABA: è un’ alleanza politica, economica e militare con il compito di dirimere le controversie tra i paesi membri;
OPERC(Organization of Petroleum Exporting Countries), importante organismo costituito da 11 paesi produttori di petrolio in tutto il mondo. Comprende paesi asiatici(Indonesia,Iran,Iraq,Kuwait,Qatar,Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti), africani(Algeria,Libia,Nigeria) ed il Venezuela (unico paese latino- americano). Questi paesi forniscono il 40% del petrolio prodotto e venduto e detengono il 78% delle riserve disponibili di greggio. L’ OPERC determina il prezzo mondiale del petrolio ed è in grado di condizionare l’ economia dei paesi occidentali, tradizionalmente dipendenti da questa forma di energia.
Nel mondo e, soprattutto, nei Paesi sviluppati, esistono molte organizzazioni che operano nel settore della solidarietà sociale e della cooperazione internazionale per lo sviluppo dei paesi poveri. Si tratta di organizzazioni private e senza scopo di lucro. Esse intervengono in regioni di grande povertà, in aiuto degli abitanti del posto, per realizzare strade, scavare pozzi, consigliare interventi in agricoltura, favorire l’ alfabetizzatone di bambini ed adulti, combattere il lavoro minorile. Inoltre, spesso, portano il loro aiuto in luoghi di guerra o devastati da grandi calamità naturali. Le ONG hanno iniziato a collaborare con organizzazioni governative e tra loro, contribuendo così alla realizzazione di iniziative comuni. Le ONG rappresentano un movimento civile mondiale, che mobilita decine di migliaia di volontari, con legami ideali e organizzativi abbastanza ben definiti, pur nelle varietà delle forme specifiche di ciascun paese e realtà culturale.
MANI TESE: fondata in Italia nel 1946, opera in Africa, Asia, America Latina; si occupa di agricoltura, educazione sanitaria, alfabetizzazione, addestramento professionale, sostegno a cooperative contadine ed artigiane.
EMERGENCY: nata da pochi anni, persegue i seguenti obiettivi: portate assistenza medico- chirurgica alle vittime dei conflitti; garantire i diritti umani a chi soffre per le conseguenze della guerra, della fame, della povertà, della emarginazione; promuovere una cultura di pace e solidarietà. Solitamente i progetti di Emergency sono permanenti: gli interventi prevedono la costruzione di ospedali, la loro gestione e l’ ampliamento delle attività a seconda delle esigenze del paese in cui operano. Talvolta, invece ,Emergency opera in situazioni di emergenza, per periodi brevi, in condizioni di particolare drammaticità o in situazioni di particolare bisogno, sostenendo l’ azione di altri ospedali con l’ invio di personale specializzato,farmaci e attrezzature.
MEDICI SENZA FRONTIERE: è un’ associazione internazionale privata, nata in Francia per offrire soccorso sanitario alle vittime di guerra e di catastrofi di origina naturale o umana, e testimoniare le violazioni dei diritti umani cui assiste durante le sue missioni. Naturalmente indipendente e non legata a partiti politici o a confessioni religiose, non ha scopo di lucro e agisce secondo l’ universale etica medica, senza discriminazione di razza, sesso, religione o opinioni politiche. La sua azione mira ad aiutare le popolazioni in situazioni di crisi, prestando la loro opera di soccorso soprattutto ai poveri.
AMNSTY INTERNATIONAL: è una delle famose organizzazioni non governative. La sua azione si basa sulla Dichiarazione universale ei diritti dello uomo delle Nazioni Unite e, quindi, sul riconoscimento alle persone di alcuni diritti fondamentali, che vanno al di là dei confini religiosi, ideologici. Le attività che svolge includono azioni per denunciare e contrastare i casi di tortura,gli arresti arbitrari, le esecuzioni sommarie e i trasferimenti di armi verso paesi le cui forze di sicurezza sono responsabili di violazione dei diritti umani. Amnsty si batte anche contro la pena di morte ovunque sia ancora in atto.
Come detto in precedenza, l’ ONU si occupa di far cooperare pacificamente gli Stati membri.. Una forma diversa di “mancanza di rispetto per l’altro”, è quella nei confronti dell’ambiente, che in una società fortemente tecnologizzata, industrializzata, è sempre più evidente e dannosa. Essa si manifesta all’interno della complessa problematica dell’inquinamento, che affonda le sue radici sempre e solo nell’egocentrismo dell’individuo, della collettività, incapaci di andare al di dei propri interessi personali.
L’ inquinamento in quanto tale è determinato dall’ insieme di tutti i prodotti solidi, liquidi e gassosi provenienti da scarichi industriali, domestici e degli autoveicoli. Le cause fondamentali, più importanti, che determinano l’ inquinamento sono l’ alterazione delle condizioni naturali e la modificazione degli equilibri in un determinato luogo. Le prime forme d’ inquinamento si verificarono durante la prima rivoluzione industriale.
L’ inquinamento idrico è dovuto all’ emissione diretta di sostanze contaminanti durante il suo ciclo, all’ ingresso diretto di masse d’ acqua di inquinanti che provengono dalla atmosfera, dal suolo e dal petrolio che si rovescia nei mari. Le conseguenze di questo inquinamento sono gravissime; una di queste è la diminuzione di fonti d’ acqua utilizzabili. Come dice Sinouè in ”La sfida dell’ acqua”,l’ acqua sarà il grave problema che noi,bambini del XXI secolo dovremmo affrontare. È possibile che tra pochi anni noi uomini ci troveremo a combattere per avere acqua pulita. Molti stati nei nostri giorni hanno fatto dell’ acqua un motivo di lotta armata.
L’ inquinamento atmosferico è dovuto a intensi processi di combustione, ma anche a fenomeni naturali come polveri, ceneri e particelle saline che si originano dall’ acqua del mare. Il risultato è un’ aria definita spesso irrespirabile.
Le cause dell’ inquinamento dei suoli sono in parte le stesse dell’ inquinamento atmosferico ed idrico, altre invece, sono legate allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle acque. Una conseguenza di questo inquinamento è quella di un notevole accumulo di sostanze tossiche, la perdita di fertilità del terreno e la predisposizione accelerata all’ erosione. Causa di questo inquinamento è anche la società odierna dell’ “usa e getta”. La società in cui viviamo,come tutte quelle occidentali,è definita la società “usa e getta”. Significa che noi acquistiamo un prodotto e quando non funziona più,o non ci serve più, o lo vogliamo sostituire con un modello più nuovo,lo buttiamo via. Il benessere economico fa aumentare la domanda di merci e l’ industria risponde con l’ offerta di prodotti nuovi,tecnologicamente più avanzati,più funzionali,più belli. Negli ultimi anni,infatti,le società ricche stanno facendo i conti con il problema dei rifiuti. Gli scarti delle lavorazioni industriali,gli oggetti che si buttano via perché ormai sono inservibili o perché si vogliono sostituire,gli involucri delle merci che acquistiamo,gli scarti dei cibi che mangiamo,dei medicinali,e così via,aumentano di pari passo con il miglioramento del tenore di vita,ma rappresentano una grave minaccia per l’ ambiente. Secondo i dati di Ambiente Italia 2002, in Italia i rifiuti prodotti dalle famiglie italiane nel 2000 sono stati quasi 29 milioni di tonnellate.
Si calcola che in media ogni famiglia produce quasi 500 chili di rifiuti all’ anno,1 chilo e mezzo al giorno. In Italia la maggior parte dei rifiuti finiscono nelle discariche,cioè in luoghi dove vengono accumulati e dove si decompongono rilasciando sostanze tossiche nel terreno e odori sgradevoli nell’ aria. Se la discarica è ben gestita,dalla decomposizione dei rifiuti si ricava il biogas che viene utilizzato nella produzione di elettricità. Altri rifiuti sono smaltiti per mezzo di inceneritori che li bruciano,riducendone il peso e il volume. Anche con questo sistema si può ricavare energia,ma si scarica nell’ aria una grande quantità di gas pericolosi.
Molti rifiuti,come ad esempio gli oggetti di plastica,sono fatti di un materiale indistruttibile,che non si trova in natura e non può essere decomposto dai microrganismi;perciò rimangono nel terreno per sempre. Oggi,per fortuna, si va diffondendo la raccolta differenziata dei rifiuti:è un comportamento più rispettoso dell’ ambiente,perché permette di riciclare le materie prime e di trattare separatamente i rifiuti pericolosi come i medicinali,le pile,le batterie delle auto,gli oli industriali.
In molti paesi asiatici, in Afghanistan, in particolare, il territorio non è sicuro per una forma particolare di inquinamento: il sottosuolo è ricco di mine antiuomo. Per recare danni permanenti, soprattutto ai bambini, si sono diffusi quelli che in gergo si chiamano “pappagalli verdi”. Questi sono delle particolari mine a forma di farfalla che attirano l’ attenzione dei bambini in quanto somigliano a dei giocattoli. Questi non esplodono quando si toccano, ma quando i due liquidi che stanno all’ interno delle ali vengono a contatto tra di loro, quindi, quando i bambini li agitano per giocarci.
Forme specifiche di inquinamento come questa trovano la loro radice nella II guerra mondiale, la mina antiuomo PMD-6 è un'apparecchiatura rudimentale attivata a pressione in una scatola di legno. Fu utilizzata in larga scala in Cambogia. Le più comuni mine utilizzate nei campi minati convenzionali sono le così definite mine "ad esplosione provocata" .Contano sull'energia rilasciata dalla carica esplosiva per danneggiare l'obiettivo, e sono normalmente seppellite a mano o appoggiate sul terreno. I danni che producono sono il risultato primariamente dell'esplosione, ma danni secondari di frammentazione sono possibili come il telaio della mina , immondizia circostante o ghiaia che colpiscono la vittima. La maggior parte dipende dall'esplosione per la sua efficacia,perchè l'obiettivo generalmente deve entrare in contatto con la mina per farla saltare.