Sintesi
L’Italia e l’Europa dal 1815 al 1850
(aspetti storici, economici, sociali, letterari, artistici, musicali)

Il Romanticismo è una corrente artistico - letteraria che si afferma in Europa nel corso dell’ Ottocento. Il movimento nasce in Germania con il nome di Sturm und Drang (“tempesta e assalto”).
Questo movimento letterario scaturisce da una rinnovata esigenza di rivalutare lo animo umano verso la fantasia ed il sentimento. Il Romanticismo si basa sul recupero dei sentimenti fondamentali che regolano la vita di un individuo, la religiosità e la patria. Torna quindi ad essere esaltata la fantasia, intesa soprattutto come ribellione alle regole nazionali e come autentica affermazione della libertà umana. Gli artisti romantici attribuiscono grande importanza alla descrizione della natura, grandiosa cornice entro cui si esprimono i sentimenti umani.
Nei paesi anglosassoni i pittori trovano ispirazione nei sentimenti e nelle emozioni che suscita la contemplazione della natura. Proprio questa aiuta a sviluppare la pittura di paesaggio.
John Costable si basa sullo studio attento della natura e sulla riproduzione di luoghi o ambienti osservati in particolari condizioni atmosferiche. Le composizioni di Costable ci trasmettono una sensazione di pace e serenità.
William Turner propone, invece, un’ interpretazione più libera della natura; la terrificante potenza delle forze naturali sembra evocare catastrofi imminenti e mette in risalto la fragilità della condizione umana.
Per i romantici tedeschi, l’ uomo riesce ad esprimere la propria interiorità soprattutto nel rapporto con la natura; una vera comunicazione mistica e religiosa tra l’ uomo e lo ambiente naturale si realizza proprio nella pittura di Gaspar David Friederich : i suoi paesaggi sono spiritualizzati e interiorizzati, simbolo della solitudine dell’ uomo e della sua espirazione all’ infinito (la natura e Dio).
In Francia l’ arte romantica vive in stretto rapporto con la storia e con la cronaca contemporanea, dando espressione alla passione politica. Theodore Gerricault rappresenta, senza staccarsi del tutto dal linguaggio della tradizione, il dramma della condizione umana, come, per esempio,”Nella zattera della medusa”. Allievo di Gerricault, Eugene Dellacroix privilegia i soggetti storici e letterari con i quali esprime i valori fondamentali del romanticismo:l’ esaltazione dell’ individualità, degli ideali politici, dell’ eroismo umano. La sua pittura vuole scuotere gli animi, suscitare indignazione o entusiasmo di fronte ai grandi avvenimenti storico-politici dell’ epoca.
Anche in Italia, il Romanticismo è soprattutto storico. I soggetti sono tratti, in genere dalla storia medievale e alludono ai sentimenti patriottici risorgimentali come nell’ opera di Francesco Hayez: la dominazione straniera in Italia, infatti, non consente agli artisti di affrontare con chiarezza il tema della coscienza nazionale e della libertà dei popoli.
In ambito musicale, il compositore è diventato un “libero professionista”, compone solo seguendo l’ ispirazione e non è più soggetto alla volontà e al gusto del committente, cioè del signore che commissiona la musica. Non essendo economicamente protetto, egli vive del suo lavoro:dà lezioni di musica,tiene concerti,vende le sue opere.
Molti artisti romantici adottano il poema sinfonico, di ampie dimensioni e per sola orchestra, per descrivere quanto viene loro ispirato da un quadro, da una poesia, da un sentimento. Gli strumenti acquistano sempre più valore: vengono sfruttate tutte le loro sfumature di timbro e colore; l artista può quindi sbizzarrirsi nel trovare un giusto equilibrio, che raggiunge anche ricorrendo a strumenti fino ad allora non organizzati nell’orchestra come l’ arpa, il controfagotto, il trombone,la tuba.
La musica si impone diventando patrimonio di tutti, anche se con le dovute precisazioni:la musica sinfonica e da camera sono più ascoltate dai ceti più elevati, mentre il popolo segue l opera lirica.
L’ Ottocento è il secolo d’ oro del melodramma.
Tra i massimi compositori del secolo troviamo Ludwing van Beethoven, Gioacchino Rossigni, Franz Schubert, Hector Berlioz. Il maggior esponente tra i pianisti è Fryederyc Chopin e tra i maggiori violinisti c’è Paganini; nel balletto Cecoschi (Lago dei cigni,La bella addormentata nel bosco,Lo schiaccianoci ecc…)
In contrapposizione all’ Illuminismo, che aveva esortato tutti gli uomini a sentirsi “cittadini del mondo” in quanto dotati tutti di ragione, con il Romanticismo, come già accennato, vi fu un ritorno al patrimonio culturale di ciascuna nazione. Sempre in contrapposizione allo Illuminismo che giudicava la storia sbagliata (antistoricismo), perché l’ uomo non aveva utilizzato la ragione, il Romanticismo attribuisce un grande valore alla storia; essa è maestra di vita poiché ogni evento non è frutto di errori casuali, ma deriva dagli eventi che lo hanno preceduto. Perciò gli uomini devono studiare la storia per capire se stessi e le proprie origini; devono studiare il periodo del Medioevo perché quella è la età in cui si sono consolidate la lingua, le tradizioni, la religione e si sono formati i primi Stati Nazionali.
Altri caratteri del Romanticismo sono il sentimento e l’ inquietudine.
In opposizione agli Illuministi, quindi, anche gli scrittori ed i poeti romantici rivalutano il sentimento, la passione,l’ istinto ed esaltano la differenze individuali. Essi aspirano ad evadere dalla realtà perché la sentono come una prigione che soffoca la potenza creativa dell’ io; il contrasto con il mondo reale da loro il senso continuo d’ infelicità e un’ inquietudine che li spinge verso i valori assoluti.
In questi anni nasce il primo gruppo di scrittori italiani che si ispirano alle idee del Romanticismo: scrivono sulla rivista “Il Conciliatore”fino a quando la polizia austriaca non la sopprime.
Tra gli autori più importanti ci sono Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni.
Ugo Foscolo nacque a Zante nel 1778. trascorse l’ infanzia in parte a Zante e in parte a Spalato, dove il padre si era trasferito per lavoro. Quando Napoleone scese in Italia, Foscolo aderì alle idee liberali e diventò ufficiale dell’ esercito napoleonico. Rimase, però, molto deluso quando Napoleone, che aveva occupato la Repubblica di Venezia,la cedette all’ Austria per vedersi riconosciuto il possesso della Lombardia (trattato di Campoformio). Continuò a ricoprire incarichi militari e per un anno gli venne affidata la cattedra di eloquenza latina e italiana all’ università di Pavia. Quando Napoleone fu sconfitto a Lipsia, Foscolo riprese il proprio posto nell’ esercito, ma in seguito, per non giurare fedeltà agli Austriaci, nel Marzo del 1815 prese la via dell’ esilio. Morì in Inghilterra nel 1827.
Foscolo è uno dei grandi della letteratura italiana e rappresenta in modo esemplare il passaggio dal Classicismo al Romanticismo; ebbe come modello di riferimento i classici e non volle aderire esplicitamente al movimento romantico: ma la sua tormentata e appassionata vicenda umana e l’ impegno civile delle sue opere fanno di lui il testimone di un’ epoca di radicali trasformazioni culturali, politiche e letterarie.
Tra le opere del Foscolo ricordiamo:
LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS: il protagonista, Jacopo, nelle lettere che scrive ad un amico, narra il suo dramma sentimentale e politico. Deluso da Napoleone, si rifugia nel culto dell’ amore e della bellezza, ma si innamora di una fanciulla già promessa ad un altro. La vicenda si conclude con il suicidio di Jacopo; togliersi la vita gli sembra l’ unica soluzione possibile (influenza eroe alfieriano);
ODI: sono due componimenti in versi,dedicati a due donne,in cui il poeta esalta la bellezza femminile:”A Luigia Pallavicini caduta da cavallo”; “All’amica risanata”;
SONETTI; tra i più famosi ricordiamo: ”In morte del fratello Giovanni”; il poeta dedica il sonetto al fratello Giovanni,morto suicida in seguito a grossi debiti contratti per la passione del gioco. Nella poesia, oltre al rimpianto per la morte del fratello, sono presenti i temi fondamentali dell’ opera di Foscolo:il dolore dell’ esilio, l’ amor di patria, il significato storico e simbolico della tomba, la pace della morte invocata come liberazione dalle angosce della vita. “A Zacinto”; Zacinto,oggi Zante, è una delle isole greche che si trovano nel mar Ionio. La poesia è un inno d’ amore alla terra dove il poeta è nato, è un canto di struggente nostalgia (Foscolo lasciò l’ isola quando era bambino e non vi fece più ritorno), è il lamento doloroso dell’ esule che ha il presentimento che la morte lo coglierà lontano da Zacinto e lontano dall’ Italia. “Alla Sera”; per il poeta la sera è un dolce momento di silenzio e di pace. Forse, dice il poeta, aspettiamo con desiderio la sera, che mette fine agli affanni del giorno, perché la sua quiete ricorda quella della morte che mette fine al dolore della vita. Tutto il sonetto è dominato dal “Forse” iniziale, collocato in posizione privilegiata:la parola esprime la mancanza di certezze negli uomini, il senso del mistero che avvolge la sera, il destino umano e l’ aldilà.
DEI SEPOLCRI: breve poema in cui il Foscolo celebra il ruolo delle tombe, dei monumenti funebri: essi rappresentano la continuità tra la vita e la morte. Quando il tempo avrà cancellato tutte le tombe, sarà la poesia a perpetuare il ricordo dei grandi della patria.
LE GRAZIE:opera incompiuta dedicata alle dee Venere,Vesta,Pallade Atena.
Significativa, nel panorama culturale romantico italiano, fu anche l’opera di Giacomo Leopardi.
Leopardi nacque a Recanati nel 1798. Dotato di ingegno precocissimo, per reazione alla freddezza dell’ ambiente familiare, si rifugiò negli studi fin quasi dalla infanzia, passando ore e ore sui libri della biblioteca paterna.
In sette anni di studio “matto e disperatissimo”, divenne da autodidatta un vero e proprio erudito: conosceva il greco,il latino, l’ebraico, diverse lingue moderne, la storia, la filosofia e la fisiologia. S’ interessò anche alle scienze e all’ astronomia. Allargò i suoi orizzonti personali e anche culturali, avviando una corrispondenza con il letterato Pietro Giordani, che sarà suo amico per tutta la vita. Nel 1819 tentò di lasciare Recanati, ma, scoperto dal padre, dovette rinunciare alla sua partenza e cadde perciò in un profondo abbattimento, anche perché la sua salute risentiva degli sforzi e della fatica mentale degli anni precedenti. Finalmente, nel 1822, il padre gli permette di trasferirsi a Roma presso uno zio che intendeva avviarlo alla carriera ecclesiastica; il soggiorno è, però, una delusione poiché Leopardi non trova, come invece sperava, persone di grande cultura e di nobili ideali. Dopo sei mesi, fa ritorno a Recanati ma vi rimane per poco. Si trasferisce poi a Milano, soggiorna a Bologna, Firenze e Pisa ed infine è costretto dalle difficoltà economiche e da problemi di salute a tornare nella casa paterna. Si trasferisce, poi, a Napoli con la speranza che il clima mite possa migliorare le sue condizioni di salute; in quella città muore nel 1837.
Tra le sue opere ricordiamo:
LO ZIBALDONE: raccolta di note, appunti, riflessioni, commenti di ogni genere, annotati giornalmente tra il 1817 e il 1827.
CANTI: il libro dei canti raccoglie alcune canzoni, gli Idilli(“L’ Infinito”;il poeta è salito su un colle di Recanati. Una siepe gli impedisce la vista del paesaggio, ma proprio perché il suo sguardo è impedito da quell’ ostacolo, egli può immaginare che uno spazio infinito si estenda al di là della siepe. Il mondo reale, infatti,nega all’ uomo l ‘esperienza dell’ infinito perché i suoi confini, per quanto ampi possano essere, sono sempre delimitati. Il poeta dunque immagina uno spazio immenso ed è così assorto nella sua contemplazione fantastica che prova un senso di vertigine e di sgomento, come chi all’ improvviso si smarrisce. Poi,l’ improvviso stormire del vento tra le fronde degli alberi riporta il poeta alla realtà. Leopardi,il poeta del dolore e del pessimismo, esprime in questa poesia, il desiderio insopprimibile di felicità e di assoluto che accompagna sempre l ‘uomo: l’ esperienza dell’ infinito non è né la ricerca né la rivelazione di un Essere superiore ma è solo un’ illusione dolcissima, una delle tante illusioni con cui gli uomini cercano conforto nel dolore. ) e i Grandi Idili(“A Silvia”; la poesia sembra quasi un dialogo fra il poeta e una fanciulla(Silvia),piena di gioia di vivere, che la morte ha sorpreso prima che potesse realizzare i propri sogni. Probabilmente Leopardi si è ispirato ad un personaggio reale, a Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, morta in giovane età di tubercolosi; nella poesia la figura di Silvia rappresenta il simbolo della giovinezza e dei suoi sogni traditi dalla Natura. La Natura, infatti, è una matrigna che inganna i suoi figli, lasciando che essi si costruiscano delle illusioni destinate a produrre, nell’ età adulta, solo angoscia e disperazione.“ “Il sabato del villaggio”;la poesia è costituita da due parti: nella prima il poeta descrive la vita di un villaggio il sabato pomeriggio, quando tutti con serenità e gioia si preparano a trascorrere il seguente giorno festivo; nella seconda parte egli riflette sul significato simbolico del sabato. Leopardi paragona la gioiosa attesa del giorno di festa e il fervore con cui gli abitanti del paese si dedicano ai preparativi per la domenica, alla speranza che, nell’ infanzia e nell’ adolescenza, alimenta i sogni e le aspettative per il futuro; ma la festa tanto desiderata si rivela un giorno di noia e tristezza così come la giovinezza e l’ età matura non riservano che delusioni e dolore. La felicità è un’ illusione che può dare gioia solo a chi,bambino,vive ancora la vigilia della vita ).
Nell’ opera poetica di Leopardi emerge la sua pessimistica concezione della vita, dominata dal dolore e dall’ infelicità. Per il poeta la causa dell’ infelicità umana è la natura che, considerata in un primo momento benigna, viene vista in seguito come matrigna, malvagia e feroce, in quanto suscita nell‘ uomo speranze e illusioni che poi delude sempre.
L’ infelicità nasce dunque dal desiderio di felicità. E così il pessimismo di Leopardi da individuale diventa umano e si allarga smisuratamente fino a diventare pessimismo cosmico:la natura non rende infelici solo gli uomini. ma tutti gli esseri del creato.
In questo periodo anche il genere letterario del romanzo subì dei cambiamenti; prendendo spunto da Walter Scott, Alessandro Manzoni introdusse il romanzo storico in Italia.
Manzoni nacque a Milano nel 1785. compiuti i suoi primi studi in collegi religiosi,a venti anni si recò a Parigi. Gli anni parigini furono molto importanti per la sua formazione politica, morale e culturale. Durante un breve soggiorno a Milano, conobbe e sposò Enrichetta Blondel, di religione calvinista. Il fervore religioso della moglie, convertitasi al cattolicesimo, spinse Manzoni a una profonda meditazione sui problemi morali e religiosi che determinarono il suo ritorno alla fede cristiana. Visse quasi sempre a Milano in modo appartato e schivo, seguendo, però, con intensa passione le vicende del Risorgimento. Morì a Milano nel 1873.
Tra le sue opere ricordiamo:
INNI SACRI: cinque composizioni poetiche destinate a celebrare le feste solenni più importanti;
LIRICHE POETICHE: due odi:Marzo 1821 (è l’ ode con cui il Manzoni volle affermare il diritto di ogni popolo alla propria libertà:il principio illuminista dell’ uguaglianza che ha in Manzoni trova una giustificazione religiosa. Con questa lirica il poeta leva la sua protesta contro l’ oppressione, l’ intrigo contro tutto ciò è in contrasto col messaggio cristiano e con essa l’ autore invita, o meglio, esorta gli italiani ad insorgere contro l’ oppressione straniera, il tutto in nome di un Dio,che è insieme il dio dell’ amore e della giustizia. Per Manzoni, in conclusione, la libertà, oltre che un diritto è anche un dovere, ed è necessario,indispensabile,combattere per la libertà, per difendere il Bene dal Male. Il Dio che Manzoni invoca finisce dunque per essere un Dio combattivo, il Dio degli eserciti, un Dio guerriero che incita gli Italiani a lottare in nome della giustizia.) e il Cinque maggio(l’ ode,ispirata alla notizia della morte di Napoleone Bonaparte,spentosi a Sant’ Elena il 5 maggio del 1821, ripercorre la vita del grande imperatore, le tappe del suo dramma interiore, dalla solitudine estrema, all’ isolamento dell’ esilio , sino al suo placarsi in Dio, alla quiete della morte. È una meditazione sulla vanità della gloria e sulla grandiosità della Provvidenza che accoglie e redime ogni uomo sofferente)
I PROMESSI SPOSI: romanzo storico. Il romanzo fu scritto in due anni, ma prima di arrivare alla sua forma definitiva subì diversi ritocchi e reversioni sia in relazione al contenuto, sia al linguaggio. Il romanzo è ambientato in Lombardia nel XVII secolo. La trama è un misto tra invenzione e realtà. La storia prende avvio dalle vicende personali di due popolani che vivono in un villaggio del Ducato di Milano: Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Le vicende di Renzo e Lucia si intrecciano con la narrazione di fatti storici, realmente accaduti: la sommossa milanese del 1628, la guerra, la carestia, la peste. La narrazione si presenta suddivisa in trentotto capitoli. Accanto ai due protagonisti, si muovono, vivono e si dibattono molti altri personaggi: umili, superbi, poveri,ricchi. Il romanzo è incentrato sulla fede cristiana nell’ esistenza di un Dio giusto e misericordioso che consola gli afflitti, premia i buoni e castiga o redime i malvagi. Su tutti, buoni e malvagi,la DIVINA PROVIDENZA stende la sua misericordia e la sua luce di redenzione e di salvezza. Don Abondio è il personaggio principale, per viltà che si trasforma, infine, in aiutante dell'antagonista (simboleggia chi, pur investito di responsabilità istituzionali, si piega al più forte); è il curato del paese, la sua vocazione non è spirituale, ma di convenienza. È pavido, egoista, pauroso e codardo. Don Abbondio è succube del suo tempo, della sua epoca e delle ingiustizie presenti in essa; non riuscendo ad affrontarle tenta di scansarle, anche se inevitabilmente rimane travolto dalla vicenda. Renzo è il protagonista del romanzo,lavora come operaio tessile e contadino presso il suo paesino. È di animo buono, ha valori morali semplici e onesti; ma è anche ingenuo e impulsivo, e per questo capace di cacciarsi nei guai, come accade a Milano. Lucia è la protagonista femminile del romanzo, anche lei ,come Renzo lavora come tessitrice e contadina. È timorata di Dio, dotata di una morale solida, ma anche capace di sottili astuzie; come quando dà a fra Galdino una gran quantità di noci perché concluda prima la questua e torni presto al convento a chiamare Fra Cristoforo; o come quando, vedendo che l'Innominato comincia a commuoversi, esplode in accenti ancora più accorati, che lo inducono a capitolare. Il comportamento è umile, riservato, pudico. Lucia appare più equilibrata e coerente di Renzo e di Agnese, anche se talvolta cede alle loro pressioni e si lascia convincere ad agire contro i propri principi, come quando accetta di partecipare al matrimonio a sorpresa. Azzecca- garbugli è l’ aiutante dell’ antagonista ed è un avvocato trasandato. È meschino e al servizio dei potenti. Fra Cristoforo è l’ aiutante dei protagonisti, simboleggia un cristianesimo coraggioso, capace di prendere posizione in difesa dei più deboli. Don Rodrigo è l’ antagonista del romanzo. È un nobil uomo orgoglioso e maligno. L’ Innominato è l’ aiutante dell’ antagonista che poi,dopo una lunga notte passate con Lucia,passa a difendere i promessi sposi. È un nobile fuorilegge con una psicologia crudele,risoluta,inquieta e violenta.
La cultura romantica si sviluppa in un contesto storico preciso, caratterizzato dalla Restaurazione e dell’ opposizione a questa. Il 1815 fu segnato da un evento importantissimo: la conclusione del Congresso di Vienna. Le trattative si conclusero con una sistemazione politica che riportò al potere i Borbone in Francia, consolidò la posizione degli Asburgo nell’ Europa centrale e allargò i territori delle monarchie di Prussia e Russia. Il Congresso di Vienna, negando il principio della autodeterminazione, stabilì alcuni principi quali:
il principio di legittimità;
il principio dell’ equilibrio;
il principio dell’ intervento(Santa Alleanza).
Il principio di legittimità riportava sul trono coloro che erano legittimamente riconosciuti come sovrani; il principio di equilibrio fu emanato per non permettere agli Stati di allargarsi; per conservare l’ ordine e impedire i cambiamenti politici e sociali, Austria, Russia e Prussia firmarono il patto della Santa Alleanza, istituendo il principio dell’intervento
L’ arretratezza economica, unita alla situazione politica, favorì la nascita di nuovi movimenti. Poiché gli oppositori della Restaurazione non potevano diffondere liberamente le proprie idee, si riunirono in clandestinità, in società segrete. I membri di queste associazioni chiedevano un rinnovamento politico, economico e sociale, da realizzare attraverso l’ adozione di carte costituzionali ispirate ai principi liberali dell’ Illuminismo. Spesso gli aderenti alle società segrete erano membri degli eserciti nazionali.
Tra il 1820 e il 1821 l’ Europa fu percorsa da una prima violenta fiammata rivoluzionaria. Le insurrezioni si ebbero dapprima in Spagna contro il regime di Ferdinando VII. Il 1° gennaio 1820 alcuni reggimenti si istanza a Cadice si ammutinarono. I soldati si ribellarono al re, costringendolo ad accettare la Costituzione del 1812. Dalla Spagna il movimento insurrezionale si estese al Regno delle Due Sicilie dove una rivolta popolare obbligò Ferdinando I a riconoscere la stessa Costituzione. Il terremoto politico si dilagò presto in tutta Italia. Attivi furono i liberali piemontesi. Questi speravano di convincere il re,Vittorio Emanuele I,a battersi con l’ Austria, facendogli intuire la possibilità di guadagni territoriali in Lombardia. L’ erede al trono Carlo Alberto si appassionò a questo progetto e per un certo periodo,non nascose le proprie simpatie nei confronti degli aristocratici di orientamento liberale. I primi a insorgere furono gli studenti torinesi nel Gennaio 1821; poi il 10 Marzo insorsero le truppe stanziate nella città di Alessandria. Incapace di fronteggiare la situazione, Vittorio Emanuele I abdicò in favore del fratello, Carlo Felice. Questi si trovava a Napoli per incontrare il re Ferdinando; la reggenza venne, dunque, affidata a Carlo Alberto, il quale concesse agli insorti la Costituzione. Carlo Felice, per nulla d’ accordo, revocò la Costituzione e impose un regime di tipo assolutistico.
I moti si estesero anche all’ Europa orientale. Nel 1821 la Grecia insorse contro il dominio turco, chiedendo l’ indipendenza. I rivoluzionari ottennero anche l’ aiuto della Russia. L’ iniziativa preoccupò le altre potenze europee tanto che la Gran Bretagna e la Francia decisero di appoggiare gli insorti. L’ insurrezione si trasformò in una guerra per l’ indipendenza. Nell’ ottobre 1827 la Turchia fu sconfitta dalle tre potenze alleate. Le trattative per risolvere la questione greca si conclusero nel 1830 con la proclamazione di un Regno indipendente di Grecia. Si aprì così la “Questione d’ Oriente” segnata da rivalità tra Russia e Austria.
Tra il 1820 e il 1830 anche la Russia fu percorsa da frammenti rivoluzionari. I gruppi liberali, nel dicembre 1825, si sollevarono contro lo zar Nicola I. il tentativo insurrezionale prese il nome di decabrista. La rivolta fallì perché il popolo non si sollevò accanto all’ esercito (in Russia non esisteva una borghesia)
Nel 1830 l’ Europa fu percorsa da una nuova ondata rivoluzionaria. Ancora una volta il movimento ebbe origine in Francia, dove l’ ascesa al trono di Carlo X aveva suscitato il malcontento della borghesia. Quando nel 1830 il re tentò di rafforzare il suo potere in senso assolutistico, la popolazione costrinse il sovrano ad abdicare. La corona passò a Luigi Filippo d’ Orleans.
Poche settimane dopo, in agosto, scoppiò una rivolta nei Paesi Bassi, dove la forte “olandeizzazione” dello Stato spinse la parte di popolazione belga a insorgere, ottenendo la separazione dall’ Olanda. Anche nella Polonia russa la popolazione insorse e, nel gennaio 1831, venne dichiarata la secessione dell’ Impero zarista. La rivolta polacca venne stroncata dalla Russia solo dopo una lunga e durissima campagna militare.
Nel febbraio 1831, in Italia, insorse la città di Modena. Si domandava un‘ Italia unita, libera e indipendente. L’ organizzatore di queste rivolte era un liberale romagnolo,Ciro Menotti, il quale aveva tentato di convincere il duca di Modena, Francesco IV, ad appoggiare le idee patriottiche. Il duca, dopo aver tenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti dei liberali, sollecitò l’ intervento dell’ Austria contro i ribelli, i quali ne frattempo avevano costituito a Bologna un governo provvisorio.
La reazione contro gli insorti fu durissima: Ciro Menotti venne giustiziato e molti patrioti subirono pesanti condanne.
Anche la Carboneria genovese tentò un’ insurrezione nel 1830. La rivolta, però, venne soffocata sul nascere dalla polizia e i capi della cospirazione furono arrestati. Molti dovettero riparare all’ estero, in esilio: tra questi Giuseppe Mazzini, un giovane carbonaro che aveva partecipato alle proteste studentesche del 1821.
Egli si stabilì in Francia, a Marsiglia, e con un gruppo di amici elaborò un programma per dare slancio alle iniziative italiane.
Il fallimento dei moti carbonari, tuttavia, lo indusse a riflettere sulla necessità di trovare un nuovo strumento di propaganda e di azione politica.
Nacque così la “Giovine Italia”: un movimento organizzato su base nazionale, con un capo ben riconosciuto (lo stesso Mazzini) e un progetto politico ben definito, mirante all’ istituzione di una Repubblica italiana unitaria.
Il programma di Mazzini venne diffuso rapidamente in tutta l’Italia. Nel biennio 1833-1834 furono organizzate alcune insurrezioni del Regno di Sardegna, ma tutte fallirono, a causa del tradimento di alcuni affiliati o per la leggerezza dimostrata dai capi dei rivoltosi, i quali sottovalutarono la reazione della polizia.
La repressione, invece, fu puntuale e durissima. Mazzini si rifugiò in Svizzera, dove progettò di dare una dimensione europea alla sua iniziativa rivoluzionaria.
A questo scopo fondò un nuovo movimento, la “Giovane Europa”, finalizzato a coordinare gli forzi delle associazioni democratiche presenti in molti paesi del continente. Anche questa iniziativa, pur nobile, non ebbe alcun risultato concreto: fu un altro dei tentativi falliti di Mazzini di sollevare gli Italiani contro i dominatori stranieri.
La maggioranza delle popolazione era sempre rimasta estranea alla motivazioni politiche delle insurrezioni. La propaganda mazziniana poteva trovare orecchie interessate solo nella media e piccola borghesia: i contadini aspiravano a migliorare le proprie condizioni di vita e a possedere un po’ di terra più che a realizzare astratti ideali di progresso. Mazzini, dunque, dimostrava di avere una conoscenza parziale della società italiana e delle sue concrete necessità.
Tuttavia entrò in contatto con i circoli intellettuali di vari Stati europei, contribuendo così a far meglio conoscere la situazione politica della penisola. In molti paesi si andò creando un clima di simpatia nei confronti dell’Italia e al causa dei patrioti suscitò consensi sempre più larghi nell’opinione pubblica internazionale.
Nonostante il loro fallimento, le idee di Mazzini diedero vigore a nuove proposte politiche. Sostenitori di queste idee furono Vincenzo Gioberti e Cesare Balbo.
Gioberti proponeva la nascita di una Confederazione di Stati guidati dal Papa; al re, Carlo Alberto, sarebbe toccato il coordinamento delle forze armate. La proposta di Gioberti andò sotto il nome di neoguelfismo:come i guelfi medievali, infatti, i giobertiani riconoscevano al Papa la supremazia politica.
Balbo condivideva la soluzione federalista di Gioberti, ma riteneva che a capo del nuovo Stato italiano dovesse esser posto Carlo Alberto.
Le idee moderate di Gioberti sembravano affermarsi nel 1846. Nel giugno di quello anno venne eletto pontefice Pio IX. Egli non era un liberale, ma aveva accolto con favore le idee di Gioberti. Concesse, per esempio, una sia pur limitata libertà di stampa e istituì un nuovo corpo di polizia per la tutela dell’ ordine pubblico,l a Guardia Civica, composta dagli stessi cittadini.
Carlo Alberto fu subito affascinato dal nuovo Papa e accelerò il piano di riforme nel Regno di Sardegna.
In Sicilia, nel gennaio 1848, scoppiarono moti insurrezionali: dapprima limitati alla città di Palermo, in seguito estesi a tutta l’ isola. Ferdinando II, costretto dalla gravità della situazione, concesse la Costituzione. L’ esempio fu seguito da Leopoldo di Toscana e da Pio IX. Nel Regno di Sardegna, il 4 marzo 1848, Carlo Alberto promulgò una Costituzione nota con il nome di “Statuto Albertino”.
In Francia, l’ occasione di rivolta si ebbe nel 1848, quando il re promulgò un decreto con cui proibiva una riunione politica dei rappresentanti dell’ opposizione. L’ ordine venne ignorato. Il popolo insorse contro la violenta repressione. Il 26 febbraio 1848 a Parigi, venne proclamata la Seconda Repubblica e fu costituito un governo di ispirazione socialista.
Le idee rivoluzionarie si erano intanto estese anche nell’ Europa centrale. In Ungheria i liberali reclamavano la Costituzione. Perfino a Vienna, capitale dell’ Impero, i liberali austriaci si ribellarono al dispotismo imperiale. A Berlino la borghesia liberale ottenne l’ appoggio di Federico Gulielmo IV, intenzionato a realizzare l’ unificazione della Confederazione Germanica. I manifestanti chiesero e ottennero la convocazione di una assemblea nazionale tedesca, incaricata di porre le basi sulle quali fondare una nuova organizzazione politica della Germania.
La notizia dell’ insurrezione a Vienna ebbe un’ eco straordinaria nel Lombardo –Veneto. A Venezia il governatore austriaco fu costretto a liberare i prigionieri politici, che, guidati da Daniele Mannin,instaurarono un governo provvisorio repubblicano. A Milano, il 18 marzo, una folla di dimostranti scese in piazza per combattere nelle strade. Sotto la guida di Cattaneo, dopo cinque giornate di scontri, i Milanesi obbligarono Redetzky ad abbandonare la città. Il 23 marzo 1848 Milano era libera.
Per portate a compimento l’ insurrezione contro l’ Austria, i Milanesi chiesero l’ intervento di Carlo Alberto. Il re dapprima esitò, diffidente, poi si risolse con il dichiarare guerra all’ Austria. Ovunque in Italia partirono volontari per combattere contro il dominio asburgico. Ben presto la situazione mutò. Timorosi di perdere i propri territori, Pio IX e Ferdinando di Borbone richiamarono i volontari partiti dai loro stati. Carlo Alberto, dopo alcuni successi iniziali, uscì sconfitto dalla battaglia di Custoza e dovette abbandonare Milano agli Austriaci. Subito dopo la Lombardia venne rioccupata da Redetzky.
Il comportamento di Carlo Alberto ebbe l’ effetto di rilanciare la passione popolare. In Emilia–Romagna, in Toscana, a Roma, a Venezia nacquero governi provvisori repubblicani. Quello romano fu guidato da un triumvirato del quale faceva parte anche Giuseppe Mazzini.
In Piemonte, i liberali imposero a Carlo Alberto di riprendere la guerra contro la Austria. La disorganizzazione dell’ esercito e l’ inefficienza dei comandanti condussero l’ esercito sabaudo alla definitiva sconfitta di Novara ( 23 marzo 1849).
Il re di Sardegna abdicò in favore del figlio, Vittorio Emanuele II, il quale immediatamente negoziò l’ armistizio con Austriaci.
Nel giro di due mesi, l’ Italia tornò al vecchio ordine. Già all’ inizio del 1848, nel Regno delle Due Sicilie, Ferdinando II aveva abrogato la Costituzione concessa poche settimane prima e ristabilito un governo assolutistico.
Anche gli esperimenti repubblicani ebbero breve durata. Venezia e Roma resistettero strenuamente, ma alla fine i legittimi sovrani riconquistarono il potere e adottarono una politica fortemente reazionaria.
Anche nel resto dell’ Europa, si riaffermarono le forze monarchiche e conservatrici. In Francia, Luigi Napoleone comprese che per governare doveva mantenere l’ appoggio dei conservatori. Poiché i moderati e i reazionari francesi erano molto vicini alle gerarchie eclesiastiche, il presidente volle ringraziarseli inviando a Roma alcuni reparti dell’ esercito con l’ incarico di abbattere la Repubblica e di restituire al pontefice Pio IX il suo stato.
In Prussia, Federico Gulielmo IV deluse le aspettative della borghesia liberale e, dopo le prime timide aperture culminate con la concessione di una Costituzione di ispirazione liberale, tornò a una politica reazionaria.
In Austria ,infine, l’ esercito occupò Vienna e il nuovo imperatore, Francesco Giuseppe, restaurò la sua autorità anche contro i ribelli ungheresi.

Anche in ambito economico, nella prima metà dell’ Ottocento vi furono cambiamenti.
Venne migliorato in gran parte il settore agricolo. Molte terre rimaste a lungo incolte erano state messe a cultura e si erano diffuse nuove macchine a vapore come la trebbiatrice e la mietitrice. In breve tempo, la richiesta di braccianti da destinare alle campagne diminuì e crebbe il tasso di disoccupazione. Inoltre, con l’ uso di fertilizzanti chimici si apriva un sistema per collegare la chimica all’ agricoltura. Nel frattempo si sviluppava l’ industria meccanica e metallurgica.
La diffusione delle fabbriche fece nascere in Inghilterra nuove città e trasformò già quelle esistenti: in prossimità degli stabilimenti sorsero nuovi quartieri, gli slums, grossi agglomerati disordinati e sporchi, abitati dagli operai e dalle loro famiglie.
In questi anni, acquistarono sempre più valore le banche e i centri finanziari.
Si andavano, contemporaneamente, diffondendo numerose idee sociali:si cominciava a proporre di sostituire il capitalismo con il socialismo.
L’ elemento più rappresentativo delle idee di socialismo scientifico fu Karl Marx. Questo pubblicò, nel 1848, il Manifesto del Partito Comunista. Nel Manifesto si affermava che tutta la storia umana era determinata da meccanismi dell’ economia e dalla lotta di classe. Secondo Marx la classe borghese aveva avuto il merito della modernizzazione sociale e produttiva, contribuendo, inoltre, a diffondere l’ amore per la libertà. Secondo Marx era giunto il momento che il proletariato assumesse un ruolo di guida nella società. La proprietà dei mezzi di produzione doveva passare alla collettività. Per realizzare questo progetto, i proletari di tutto il mondo avrebbero dovuto unirsi per dar vita ad un’ organizzazione internazionale. La lotta contro la borghesia avrebbe condotto alla vittoria della classe operaia e, di conseguenza, alla nascita della dittatura del proletariato; fase di passaggio tra la distruzione dello Stato borghese e la nascita della società senza classi.
Negli stessi decenni della diffusione delle idee socialiste, Stuart Mill affrontava la situazione in modo radicalmente diverso. Secondo Mill, l’ uguaglianza voluta dai socialisti avrebbe finito con il modificare la creatività e la libera iniziativa delle persone. Al contrario, egli proponeva una politica di riforme capace di garantire i diritti umani. Fondando la sua teoria sui principi dell’ Illuminismo, Mill affermava che la ricchezza prodotta da una nazione, se distribuita in modo equo, avrebbe migliorato le condizioni di vita dell’individuo.
Tutti i programmi elaborati dal movimento operaio furono presentati a Londra, nel 1864, in un Congresso al quale erano presenti intellettuali e lavoratori di numerosi paesi europei. In quell’occasione venne fondata l’Associazione Internazionale dei lavoratori. L’Internazionale venne sciolta 12 anni dopo, al Congresso di Filadelfia, a causa di incomprensioni sorte tra i capi del movimento.
Dettagli
Publisher