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Introduzione Sogni come ideali, nell'arte e nella scienza, tesina
La seguente tesina di terza media che descrive il tema del sogno. La tesina permette di affrontare i seguenti argomenti: in Scienze il cervello e i sogni, in Lettere i sogni in "La coscienza di Zeno", in Francese Reve parisien, Baudelaire, in Arte il surrealismo, in Musica "sogno", Schumann, in Storia il nazismo, il sogno di Hitler, in Inglese "I have a dream", M.L.King, in Scienze motorie e sportive le paralimpiadi, sogno di riscatto, in Geografia Nelson Mandela, sogno di libertà e in Tecnologia il diamante, sogno di ricchezza.
Collegamenti
Sogni come ideali, nell'arte e nella scienza, tesina
Scienze- Il cervello e i sogni.
Lettere- I sogni in "La coscienza di Zeno".
Francese- Reve parisien, Baudelaire.
Arte- Il surrealismo.
Musica- "Sogno", Schumann.
Storia- Il nazismo, sogno di Hitler.
Inglese- "I have a dream", M.L.King.
Scienze motorie e sportive- Le paralimpiadi, sogno di riscatto.
Geografia- Nelson Mandela, sogno di libertà.
Tecnologia- Il diamante, sogno di ricchezza.
Attività cerebrali durante
la fase REM
Quando si esce dal sonno spesso il ricordo che abbiamo del sogno si dissolve, molto spesso ci
sembra di ricordarlo solo in parte, e sentiamo che il suo sviluppo era molto più ricco. Il ricordo di
un sogno, ancora vivido al mattino, nel corso della giornata si riduce a piccoli frammenti. Al
contrario può accadere che alcuni sogni persistano nella memoria con straordinaria durevolezza
anche nel corso degli anni. Durante la veglia dimentichiamo immediatamente una gran quantità
di sensazioni e percezioni troppo deboli. La maggior parte delle immagini oniriche sono
esperienze ripetute un'unica volta, affinché sensazioni, rappresentazioni, pensieri e simili arrivino
ad essere ricordati, è necessario che non restino isolati, ma che formino tra loro legami ed
associazioni di tipo logico. Ma le composizioni oniriche sono prive della possibilità di costruirsi un
ricordo, e vengono dimenticate perché di solito si sgretolano sin dai primi momenti. Con il
risveglio, il mondo cattura l'attenzione, tanto che pochissime immagini oniriche vengono
ricordate, lasciando così ancora oggi i sogni un fenomeno del quale si sa molto poco.
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La coscienza di Zeno è un romanzo psicologico scritto sotto forma di diario.
Il protagonista è Zeno Cosini, un agiato commerciante che per smettere di fumare si sottopone
alla terapia dello psicanalista S. Prima di iniziare la terapia, il dottore gli dice di scrivere le sue
a scrivere del fumo, ma anche di altri fatti come la morte del padre, la
memorie e così Zeno inizia
rivalità con il cognato, il matrimonio e la relazione extraconiugale.
Dopo aver scritto il diario, Zeno comunica al dottore che non vuole iniziare la terapia. Allora il
dottor S. per vendicarsi pubblica le memorie dell’ex‐paziente.
Stilisticamente il racconto prende forma dal vissuto interiore del protagonista, facendo diventare
meno importanti gli elementi del racconto tradizionale quali la vicenda, la trama, l’intreccio e il
susseguirsi di un ordine logico temporale. La narrazione segue l’andamento irregolare della
coscienza e dei ricordi, scrivendo di alcuni avvenimenti intere pagine mentre di anni o mesi solo
poche righe. Infatti, ciò che importa non è la realtà esterna, ma la traccia che questa ha lasciato
nel “paesaggio” interiore del protagonista.
L’autore di questo romanzo è Italo Svevo. Italo Svevo è lo pseudonimo di Ettore Schmitz, nato a
Trieste nel 1861, quando la città faceva parte dell’Impero austroungarico, da padre austriaco e
madre italiana. Ricevette un’educazione di carattere commerciale, anche se in giovane età iniziò a
interessarsi alla letteratura tedesca e italiana. Prese quindi il nome di Italo Svevo = Italiano
Tedesco, per simboleggiare l’italianità del suo sentire e il germanesimo della sua educazione. In
seguito al fallimento dell’attività del padre e della fine degli studi dovette andare a lavorare in una
banca. Nel frattempo scrisse “Una vita”, che non ebbe successo e non suscitò interesse nel
pubblico e nella critica, nel 1896 sposò la cugina e divenne dirigente dell’azienda del suocero, e
l’insuccesso del secondo libro “Senilità” abbandonò la letteratura e si dedicò ai viaggi e agli
dopo
affari.
Dopo più di vent’anni si accosta alle teorie psicanalitiche di Sigmund Freud e scrive “La coscienza
di Zeno”, che in Italia passò in silenzio mentre all’estero venne apprezzata da molti intellettuali,
voler scrivere un altro romanzo, che rimase incompiuto a causa della morte
questo portò Svevo al
nel 1928 dello scrittore. Italo Svevo
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La psicanalisi è, appunto, l’analisi della psiche ed è basata sull’esame dei contenuti psichici
inconsci e dei conflitti tra le diverse zone della mente, attraverso l’interpretazione dei sogni e dei
ricordi e l’analisi delle libere associazioni prodotte dalla mente umana. Secondo Freud, il padre
della psicanalisi, la psiche umana è strutturata in due livelli: quello conscio, che ci rende
consapevoli dei nostri pensieri, dei sentimenti e delle emozioni che proviamo; e quello inconscio,
in cui vivono emozioni, ricordi, affetti, sensazioni di cui non siamo consapevoli e che influiscono
sul nostro comportamento. Quando il livello conscio entra in conflitto con quello inconscio si
possono creare delle nevrosi, disturbi psicologici che possono essere risolti tramite la psicanalisi.
I sogni soprattutto sono il mezzo più importante per arrivare a capire la causa di un certo disturbo
e attraverso la loro analisi si può accedere ai contenuti inconsci della psiche. i definisce
Infatti, s
contenuto manifesto quella parte del sogno che viene raccontata al risveglio da parte del
sognatore: la storia e gli elementi del sogno per come vengono espressamente ricordati.
Elementi che compongono tale "storia" sono simbolici, e devono essere interpretati
analiticamente per arrivare al significato "profondo" del sogno stesso.
Infatti, molte volte nel suo diario Zeno racconta dei sogni che ha fatto in momenti diversi.
Questi, secondo l’interpretazione di Freud, mostrano il senso di colpa nei confronti della moglie, il
rimpianto e il dubbio in confronto alle azioni del padre e il disprezzo di Zeno per la terapia,
espresso attraverso sogni inventati nell’ultimo capitolo del romanzo. Teoria
dell’iceberg di
Sigmund Freud
Zeno è un personaggio molto indulgente con se stesso e con le proprie debolezze, come l’aver
avuto per anni una relazione extraconiugale, ma allo stesso tempo nel diario parla con tono
ironico facendo capire come lui sia consapevole della sua falsa coscienza, cioè degli alibi usati in
passato. La malattia e la cura diventano per Zeno uno strumento per riconoscere i meccanismi
inconsci con cui l’uomo tende a mascherare e giustificare menzogne e vizi.
Infatti, l’uomo moderno è un inetto, una persona dal carattere debole che cerca di giustificare i
propri errori incolpando altre persone, perché il progresso tecnologico e le crescenti esigenze di
produzione e consumo hanno deteriorato irreversibilmente i rapporti sociali, i legami familiari e le
e con
relazioni affettive. Alla fine Zeno si ritrova, grazie a delle fortuite speculazioni di borsa, ricco
una donna che si è sempre rivelata una buona moglie, e nell'ultimo capitolo Zeno manda al
diavolo la psicoanalisi e il medico sostenendo che la vita attiva e le occupazioni concrete l’hanno
guarito, soprattutto dice di capire che la vita dipende dal caso, e qualunque cosa lui farà per
cambiare sarà inutile, dimostrandosi così un inetto.
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Rêve parisien Sogno parigino
I I
De ce terrible paysage, Di quei tremendi paesaggi
Tel que jamais mortel n'en vit, che l'occhio mortale mai vede
Ce matin encore l'image, ancora stamane l'immagine
Vague et lointaine, me ravit. incerta e lontana m'assedia.
Le sommeil est plein de miracles ! Nel sonno è pieno di miracoli !
Par un caprice singulier, Per un capriccio singolare
J'avais banni de ces spectacles abolivo dallo spettacolo
Le végétal irrégulier, la flora irregolare.
Et, peintre fier de mon génie, Fiero del mio genio pittorico
Je savourais dans mon tableau gustavo nel mio quadro
L'enivrante monotonie l’inebriante monotonia
Du métal, du marbre et de l'eau. e acqua.
di oro, marmo
Babel d'escaliers et d'arcades, Babele di scale e d'arcate,
infini,
C'était un palais un palazzo ch'era infinito,
Plein de bassins et de cascades pieno di bacini e cascate
Tombant dans l'or mat ou bruni ; cadenti in oro opaco e brunito.
Et des cataractes pesantes, E poi, cateratte pesanti,
Comme des rideaux de cristal, come tendaggi di cristallo,
Se suspendaient, éblouissantes, erano sospese, abbaglianti,
À des murailles de métal. lungo muraglie di metallo.
Non d'arbres, mais de colonnades Non da alberi ma da colonne,
Les étangs dormants s'entouraient, gli stagni dormienti sono circondati,
Où de gigantesques naïades, giganti,
dove naiadi
Comme des femmes, se miraient. come donne, si specchiavano.
Des nappes d'eau s'épanchaient, bleues, Scorreva un rivo d'acqua blu
Entre des quais roses et verts, tra rosate e virenti sponde,
Pendant des millions de lieues, per milioni di leghe e più
Vers les confins de l'univers ; verso i confini dell’universo.
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C'étaient des pierres inouïes C’erano pietre preziose mai notate
Et des flots magiques ; c'étaient e onde magiche;
D'immenses glaces éblouies C’erano immensi ghiacci abbagliati
Par tout ce qu'elles reflétaient ! Da ciò che riflettevano !
Insouciants et taciturnes, Indifferenti, taciturni,
Des Ganges, dans le firmament, tanti Gange nel firmamento,
Versaient le trésor de leurs urnes versavano i tesori delle loro urne
Dans des gouffres de diamant. in gorghi di diamante.
Architecte de mes féeries, Architetto dei miei incantesimi,
volonté,
Je faisais, à ma facevo, a mia volontà,
Sous un tunnel de pierreries sotto un tunnel di preziosi
Passer un océan dompté ; domato;
passare un oceano
Et tout, même la couleur noire, Tutto, anche il colore nero,
Semblait fourbi, clair, irisé ; sembrava lucido, limpido, iridescente;
Le liquide enchâssait sa gloire l'acqua incastonava la gloria
Dans le rayon cristallisé. in un raggio cristallizzato.
Nul astre d'ailleurs, nuls vestiges Non c'erano astri né vestigia
De soleil, même au bas du ciel, di sole, neppure a occidente,
prodiges,
Pour illuminer ces per illuminare questi prodigi,
Qui brillaient d'un feu personnel ! che brillavano di un fuoco personale.
Et sur ces mouvantes merveilles Su queste meraviglie in movimento
Planait (terrible nouveauté ! aleggiava(amara novità !
Tout pour l'œil, rien pour les oreilles !) per le orecchie !)
Tutto per l’occhio, niente
Un silence d'éternité. un silenzio d'eternità.
II II
En rouvrant mes yeux pleins de flamme Riaprendo gli occhi pieni di fiamme
J'ai vu l'horreur de mon taudis, Ho visto l’orrore del mio tugurio,
Et senti, rentrant dans mon âme, poi ho sentito, tornando alla mia anima,
La pointe des soucis maudits ; l'amaro assillo maledetto;
La pendule aux accents funèbres La pendola dal tocco funebre
Sonnait brutalement midi, suonava brutalmente mezzodì,
Et le ciel versait des ténèbres e il cielo versava tenebre
Sur le triste monde engourdi. sul triste mondo intorpidito.
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Rêve parisien est un poème de Charles Baudelaire publié dans la section “Tableaux parisiens” de
la collection de poésie “Les Fleurs du mal”.
Charles Baudelaire est né en 1821 à Paris. Venez de l'âge il a commencé une vie désordonnée et
coûteux qui lui a fait perdre en peu de temps les actifs. En dépit de ses problèmes économiques et
cercles
l'utilisation croissante de l'alcool et de la drogue, Baudelaire a continué à fréquenter les
littéraires selon le style bohème, caractérisé par une attitude rebelle qui oppose aux valeurs et
coutumes de bon sens de la société. En 1857, il a publié le recueil de poèmes «Les fleurs du mal»,
qui fut bientôt séquestré et condamné sur des accusations d'immoralité. Il est mort à Paris en
1867.
La poésie de Baudelaire est contenue dans "Les Fleurs du Mal." En elle exprime le rejet total de
toutes les conventions et les canons de la tradition littéraire, l'aversion envers la société
bourgeoise contemporaine, la perception de la crise irréversible de la société de son temps.
titre est la clé de l'interprétation de la poésie de Baudelaire: la fleur est le symbole de la
Dans le
pureté, mais aussi la futilité de l'art. Comme le véritable art vient de la souffrance et du mal
existentiel, comme la fleur est né de la terre putride, puis monter vers le ciel. La fleur n'a pas
d'utilité pratique, mais il est pour sa beauté pure qui a une valeur.
Rêve parisien c’est l'avant‐dernier poème de la section Tableaux parisiens, amorçant sa
conclusion, il marque également le passage de l'univers nocturne à l'univers diurne, qui sera
complétée par le dernier poème, Le Crépuscule du matin, qui achèvera le cycle de la journée.
Le poème est séparé par Baudelaire en deux parties qui mettent donc dans une situation