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Introduzione tesina sullo sfruttamento minorile
L’articolo 32 della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia cita: “Gli stati riconoscono il diritto d’ogni bambino ad essere protetto contro lo sfruttamento economico e a non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale”.
Tuttavia , secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, nel mondo attuale 250 milioni di bambini al di sotto dei 14 anni sono costretti a lavorare. È difficile però avere dati certi sull’entità dello sfruttamento minorile in quanto non esistono statistiche complete e nella gran parte dei casi i governi e i datori di lavoro si rifiutano di ammetterne l’esistenza. Ma, nonostante la relazione tra povertà e lavoro minorile, non bisogna concludere che lo sfruttamento minorile sia il frutto inevitabile della povertà: il lavoro minorile si sviluppa quando la gente deve affrontare da sola la propria povertà. Senza scuola, sanità gratuita, senza quella solidarietà sociale che consente di soddisfare almeno i bisogni di base, le famiglie, comprendenti anche i più piccoli sono costrette a rispondere ad un unico imperativo: sopravvivere.
Questo tema molto attuale ma anche con dei precedenti storici molto rilevanti ha attirato la mia attenzione e ha suscitato in me la voglia e l’interesse di saperne di più. Per documentarmi ho infatti letto un libro molto bello e interessante sull’argomento che mi avrebbe permesso di conoscere meglio la storia dello sfruttamento dei minori. Questa tesina di terza media permette di collegare l'argomento dello sfruttamento minorile con i seguenti argomenti: in italiano Giovanni Verga, Verismo e Rosso Malpelo, in Storia la Seconda rivoluzione industriale, in Geografia l'India, in Scienze il movimento delle zolle (Himalaya), in Tecnica il petrolio, in letteratura italiana il Romanticismo, in Scienze motorie sportive l'hockey su prato, in francese le naturalisme.

Collegamenti
Tesina sullo sfruttamento minorile
Italiano: Giovanni Verga, Verismo e Rosso Malpelo.
Storia: Seconda rivoluzione industriale.
Geografia: India.
Scienze: Movimento delle zolle (Himalaya).
Tecnica: Petrolio.
Letteratura italiana: Romanticismo.
Scienze Motorie Sportive: Hockey su prato.
Francese: Le Naturalisme.
tutta la letteratura italiana se non fosse confortata da tre elementi positivi. Il primo è quel
sentimento della grandezza e dell’eroismo che porta il Verga ad assumere verso i "vinti" un
atteggiamento misto di pietà e di ammirazione: pietà per le miseria e le sventure che li
travagliano, ammirazione per la loro rassegnazione. Secondo elemento positivo è la fede in
alcuni valori che sfuggono alla dure leggi del destino e della società: la religione, la famiglia,
la casa, la dedizione al lavoro, lo spirito del sacrificio e l’amore nutrito di sentimenti profondi
ma fatto di silenzi, sguardi furtivi e di pudore. Il terzo elemento è la saggezza che ci viene
dalla coscienza dei nostri limiti e ci porta a sopportare le delusioni.
Tra le tante opere di questo autore troviamo Rosso Malpelo,tratto da Vita dei Campi , in cui
l’autore narra la storia di questo bambino che lavora in una cava siciliana come prima di lui
aveva fatto suo padre; il ragazzo conduce un esistenza del tutto priva di comodità materiali, a
causa della sua povertà, e vuota di affetti, in quanto né i suoi compagni nèi familiari con cui
vive dimostrano per lui alcuna attenzione, anzi egli è costantemente oggetto di insulti e
percosse.
Di fronte all’ostilità del mondo che lo circonda Rosso Malpelo matura la convinzione che la
vita è fatta solo di abusi e sopraffazioni da parte dei più forti sui più deboli; che bisogna
aggredire per non farsi aggredire a propria volta; e che infine non c’è spazio per la pietà, la
bontà, la generosità e l’onestà, perché tali sentimenti rendono debole chi li prova e li
manifesta. In questo mondo senza speranza, dipinto da Verga, l’unica via d’uscita è
rappresentata dalla morte, che libera dai patimenti e dalle sofferenze.
Eppure, anche se questa è la lezione che il piccolo protagonista ha ben appreso, il
comportamento di questo rivela che il suo cuore e i suoi sentimenti non sono gretti, avidi e
meschini come quelli delle persone che lo circondano. Infatti, alla fine del racconto Malpelo
entra nelle gallerie sotterranee; sapendo che non ne sarebbe mai più uscito, quasi a
testimoniare il suo rifiuto di far parte di una comunità in cui non è rimasto spazio per valori
semplici e fondamentali quali l’amore, l’affetto e la solidarietà.
Come ci ha testimoniato anche Verga con la sua opera lo sfruttamento minorile è sempre stato
un tema attuale , protagonista di diversi periodi storici, ma simbolo emblematico di questa
piaga sociale è stato un periodo storico in particolare, quello della Seconda rivoluzione
industriale.
The United States is the most highly industrialized country in the world, yet its agriculture
plays an important part in the economic life of the nation. U.S.A. agricultural production,
owing to its vast extension of fertile land, is second in quantity only to that of Canada.
Wheat, maize, cotton, tobacco, timber, cattle and meat products, and fruit are produced in
large quantities and exported to various countries. American industry may be considered the
greatest in the world. In fact, every kind of manufactured article is made for home use and
export. The largest single industry is motor- car manufacturing, while the second is the
aircraft industry.
The Americans are fortunate in their land. The country’s great industrial development is due
to the presence of mineral resources of all kinds. These vary from precious gold and rare
uranium to common oil, coal, iron, copper and many others. The existence of these minerals,
together with chemicals, has made the U.S.A. the most prosperous nation in the world.
Negli ultimi tre decenni dell’Ottocento si verificano delle innovazioni economiche, che gli
storici chiamano seconda rivoluzione industriale. Il processo di affermazione della società
industriale conobbe, a partire dagli anni settanta dell’Ottocento, non solo un’accelerazione
poderosa, ma anche una trasformazione qualitativa. L’ultimo trentennio dell’Ottocento fu una
fase di grande innovazione tecnologica. La meccanica vide un incessante perfezionamento dei
macchinari. Dal canto suo, il settore siderurgico conobbe la rivoluzione dell’acciaio, una lega
di ferro e carbonio, era conosciuta e apprezzata da tempo per la sua robustezza.
Ma il grande salto di qualità della seconda rivoluzione industriale venne dalla chimica,
dall’elettricità e dal petrolio. La chimica permise la fabbricazione di nuovi materiali, come
l’alluminio, e diffuse la soda, i coloranti artificiali e i concimi. Il petrolio, combustibile di alto
rendimento e facile trasportabilità , consentì l’enorme sviluppo dei motori a combustione
interna: iniziava così l’era dell’automobile, che sostituì la ferrovia quale bene strategico della
civiltà industriale. Si diffuse l’impiego dell’acido solforico per la preparazione di concimi ed
esplosivi.
Nel settore agricolo, grazie allo sviluppo dei trasporti, i mercati mondiali furono inondati dai
cereali prodotti da Stati Uniti, Canada, Argentina, Australia. Poiché il loro prezzo era inferiore
a quello europeo, si verificò una tendenza al ribasso dei prezzi agricoli in Europa. I produttori
europei reagirono a queste difficoltà in due modi: da un lato chiedendo e ottenendo dai
governi l’adozione di politiche protezionistiche (dazi sulle importazioni); dall’altro con
investimenti per innalzare la produttività delle aziende agricole (meccanizzazioni, impegno di
nuovi concimi chimici). Naturalmente, solo le agricolture meglio attrezzate poterono compiere
tale conversioni.
In campo industriale la crisi fu originata da sovrapproduzione. Per quanto riguarda l’offerta,
ciò derivò dalla comparsa sul mercato di nuove potenze industriali, come Stati Uniti, la
Germania e il Giappone, e dell’industrializzazione delle periferie europee: Austria, Russia,
Italia. La massa della produzione tendeva a crescere in modo eccessivo rispetto alla domanda,
che rimaneva modesta a causa del basso reddito di gran parte della popolazione. Nei settori
che necessitavano dell’investimento di capitali molto ingenti le imprese meno dotate di
capitali non sopravissero. Alcune fallirono, altre su fusero e altre furono assorbite da aziende
maggiori. Tutto ciò contrastava con la teoria della libera concorrenza e favoriva la nascita di
monopoli.
Si verifica una situazione di monopolio quando c’è solo un venditore a fronte molti compratori.
Prima della rivoluzione industriale la maggior parte della popolazione era addetta
all’agricoltura e a vivere nelle campagne. Con la nascita e lo sviluppo delle fabbriche molti si
spostarono andando a vivere nelle città . Inizialmente le condizioni igieniche lasciavano molto
a desiderare. Il sistema delle fognature fu costruito, nelle grandi città europee, solo nel corso
dell’Ottocento.
Si affermarono i primi trasporti pubblici, per collegare i quartieri delle grandi città : dapprima
i tram trinati dai cavalli, poi quelli elettrici e, sul finire del secolo, le ferrovie metropolitane.
Il trasferimento di grandi masse nelle nuove città dell’età industriali, produsse una profonda
trasformazione anche sul piano dei rapporti sociali. Se osserviamo i loro abitanti dal punto di
vista dell’occupazione, dl reddito e della loro collocazione nella scala sociale, vediamo che le
città presentavano un quadro molto più articolato del passato. Un tempo, infatti nelle città
vivevano prevalentemente nobili e uomini di Chiesa, ricchi borghesi, domestici e poveri, più
una minoranza di artigiani e operai. L’industria degli svaghi e dei divertimenti diventava
sempre più ricca e piena di novità con il circo, l’operetta, il cinema: la più recente forma di
intrattenimento inventata nel 1895 dai fratelli Lumière in Francia. Nei paesi più progrediti
nacquero i moderni sistemi di istruzione pubblica.
Con l’avvento della società industriale di massa mutarono in modo profondo anche le
istituzioni e la concessione stessa della vita politica. Le masse, infatti, entrarono sulla scena
della storia non più in forma episodica, come era stato nella Rivoluzione francese e nei moti
ottocenteschi, ma in modo stabile e duraturo. Strumento di questa trasformazione fu il
suffragio universale maschile.
Come organizzare la vita politica della nuova società industriale di massa? Strumento
organizzativo e politico di questa trasformazione fu il partito di massa.
I primi a creare partiti secondo questo modello furono i socialisti. L’industrializzazione
accrescendo la file della classe operaia e, soprattutto, concentrando grandi quantità di
lavoratori in fabbriche, favorirono la nascita di organizzazioni di massa del movimento
operaio: i sindacati, che organizzavano rivendicazioni e scioperi anche di milioni di lavoratori,
e i partiti, in cui il movimento socialista vide uno strumento capace di dare ai lavoratori l’unità
e la forza per incidere sulla vita politica nazionale, ottenendo miglioramenti e riforme.
La seconda rivoluzione industriale ha portato molti cambiamenti, spesso positivi, ma anche
negativi come il lavoro minorile che ancor oggi persiste. I bambini cominciavano a lavorare a
4-5 anni perché le condizioni delle famiglie non permettevano di allevare 7-8 figli con i due
miseri stipendi dei genitori. I bambini venivano assunti perché erano più docili degli adulti e
perché, essendo minuti, potevano svolgere lavori che un uomo per la corporatura non poteva
fare, inoltre perché li sottopagavano in quanto minori. Gli imprenditori sfruttavano la richiesta
di lavoro che era cresciuta nell’ ‘800 per diminuire i salari e aumentare le ore di lavoro, per
adulti e bambini, costringendoli ad orari massacranti che arrivavano a 14-15 ore al giorno. La
giornata lavorativa di un lavoratore-bambino cominciava alle 5-6 di mattina, quando si recava
in fabbrica. La sua famiglia viveva in quartieri malfamati, assieme a ladri e criminali di ogni
genere, ma non aveva paura di essere derubata, in quanto non c’era niente da rubare nelle
loro casa: viveva nella povertà più assoluta. Le case erano piccole, sudice e talmente
attaccate l’una all’altra da sembrare sovrapposte. Le condizioni igieniche erano scarse o
assenti e le malattie erano all’ordine del giorno, anche una febbre, poteva essere mortale. Per
le vie dei quartieri proletari la spazzatura e l’urina venivano gettate in strada dove
spesso giravano topi, portatori di malattie. Dopo essere entrato in fabbrica il bambino
cominciava il suo lavoro o meglio cominciava ad essere sfruttato. I fanciulli venivano
rinchiusi per 14 ore in una stanza, sorvegliati da controllori senza pietà, questi, appena un
lavoratore rallentava il ritmo, lo frustava. L’ambiente di lavoro era sporco e nell’aria girava
una polverina, prodotta dalle macchine, questa si annidava nei polmoni e provocava
soffocamento. Ma non solo, se un bambino si addormentava, poteva cadere nella macchina e
ne usciva mutilato o ucciso, ma a questo punto era meglio morire che vivere in un’epoca dove
neanche l’opinione pubblica rimaneva allibita davanti a questi orrori. Inoltre il lavoro,
ripetitivo e monotono, provocava demenza e nel 1800 il tasso di analfabetismo era altissimo,
infatti i bambini per mangiare dovevano lavorare e non avevano tempo per andare a scuola.
Nelle fabbriche i morti e i feriti erano all’ordine del giorno, tra i bambini pochi tornavano a
casa ancora vivi. La giornata lavorative veniva interrotta dalla pausa pranzo e dalla colazione,
il pranzo ufficialmente durava 40 minuti, ma 20 venivano impiegati per la pulitura delle
macchine. Nella seconda rivoluzione industriale intere famiglie vennero distrutte, padri e figli
uccisi dal gigante della povertà. Mentre i ricchi vivevano nel lusso milioni di bambini erano
costretti a massacrarsi di lavoro per un tozzo di pane, nessuno possedeva scarpe, perché
costavano troppo, il lavoro toglieva loro la gioia di vivere, non sapevano più giocare, vivevano
in un clima di terrore e non si chiedevano cosa avrebbero fatto il giorno dopo, ma se il giorno