Sintesi
Il lavoro attraverso Internet (tecnologia)
Con l'avvento della New Economy, lo sviluppo della tecnologia mobile e soprattutto con Internet, c'è stata una rivoluzione del modo di vivere e lavorare di molte persone, che hanno deciso di sperimentare un nuovo modello di economia sostenibile. Esso è basato su attività autonome svolte online, sulla condivisione e non su brevetti e copyright, sulla passione e sull’impegno e non sulle scale gerarchiche che condizionano padroni e dipendenti. Quelle che scelgono di provare a lavorare in Internet possono essere persone comuni di tutte le età e con le più svariate esperienze professionali alle spalle. Sfruttando le opportunità del Web, sono economicamente indipendenti, liberi di lavorare ovunque nel mondo ci sia una connessione alla Rete. È proprio sulla Rete che stanno nascendo i progetti più innovativi, che si stanno sviluppando nuove forme di marketing e si sperimentano nuove opportunità professionali. Probabilmente il requisito indispensabile per avere successo su Internet è saper comunicare bene con i Social Network, che oggi corrispondono a una delle nostre più grandi fonti di informazione e possono diffondere velocemente una notizia, per esempio una nuova attività lavorativa. Uno dei lavori più diffusi sul Web e che può arrivare a dare un guadagno al pari di quello di uno stupendo medio é sicuramente la creazione di un blog. Se si ha la passione per un determinato argomento si può acquistare per pochi euro uno spazio Web. Facendosi pubblicità e aggiornandolo regolarmente il blog può raggiungere alte visualizzazioni e per farlo diventare una fonte di guadagno costante si può ricorrere, per esempio, all'utilizzo di banner pubblicitari o ai circuiti di affiliate marketing che, inserendo dei link sponsorizzati, permettono di guadagnare piccole percentuali sulle merci vendute da Amazon, iTunes e altri negozi online. Altri modi per guadagnare facendo attività online possono essere: scrivere e pubblicare un ebook su siti specializzati che ti permettono di venderlo in formato digitale al prezzo che ritieni più opportuno; trasferire il proprio negozio online o aprirne uno nuovo che si possa gestire esclusivamente via Web. Per esempio, eBay consente di aprire un negozio online al costo di poco meno di €20 al mese.

El trabajo en Ecuador (spagnolo)
La Repùblica del Ecuador està situada en Hispanoamèrica, sobre la lìnea ecuatorial. Este paìs ofrece una gran variedad de paisajes: la llanura litoral, la llanura amazònica y la cordillera de los Andes. En Ecuador estàn màs de 14 millones de habitantes y màs del 40% de la poblaciòn vive en el mundo rural. Por eso muchas instituciones y organismos trabajan para el desarrollo de pojectos para las zonas rurales, sobre todo para aquellas màs pobras. El fin es crear equidad social y geogràfica. Por ejemplo, la Fundaciòn para el Desarrollo Socio-Ambiental trabaja tambièn para el aprovechamiento de los recursos naturales. La formacciòn en confecciòn textil, la construcciòn, la carpinterìa, la consevaciòn de frutas y la educaciòn infantil son algunas de las actividaedes que se estàn desarrollando. Gracias a la geografìa y a la biodiversidad del Ecuador se puede ofrecer un turismo que hace partìcipe las comunidades rurales (la guìa de grupos es una de los trabajos que desarrolla la gente de la zona). El turismo es muy importante por el Ecuador y algunas de las actividades favoridas de los turistos son: salir al volcàn activo Cotopaxi, descubrir las islas Galàpagos y adentrarse en la Amazonia ecuatoriana. El Agroturismo Eco-Amigable es una nueva y original forma de viajar que ofrece la posibilidad de alojarse en casa de una familia local que acoge hospitalariamente los turistas y les muestra sus tradiciònes y formas de vivir.

Giovanni Verga (letteratura)
Giovanni Verga è nato nel 1840 a Catania da una famiglia di nobili origini. Ha studiato privatamente sotto la guida del sacerdote Antonio Abate e ha scritto il suo primo romanzo (Amore e Patria) a soli quindici anni. Si è dedicato al giornalismo e per un breve periodo si è arruolato nella Guardia Nazionale. Nel 1865 si è trasferito a Firenze dove ha pubblicato due romanzi di ispirazione romantica. Dal 1872 è vissuto a Milano dove è entrato in contatto con la corrente degli scapigliati. Sempre a Milano si è avvicinato alla letteratura verista mentre nel 1893 è tornato a Catania, dove poi è morto nel 1922. Nel periodo in cui si è avvicinato al Romanticismo e alla Scapigliatura Verga ha scritto alcuni famosi romanzi, tra cui Eva (1873), Tigre Reale (1873) ed Eros (1875). Il passaggio alla fase verista è invece segnato dalla pubblicazione della novella Nedda (1874), seguita dalle raccolte Vita dei campi (1880) e Novelle rusticane (1883). Alcune di queste novelle, tra cui La cavalleria rusticana, sono state trasformate in famose opere teatrali. Inoltre, Verga ha progettato di scrivere un ciclo di cinque romanzi con i quali avrebbe voluto rappresentare le diverse classi sociali dell’italia di fine Ottocento, ma di essi ha portato a termine solo I Malavoglia (1881) e Mastro don Gesualdo (1889). I principali protagonisti delle novelle di Verga sono lavoratori delle classi sociali più basse dell’Italia meridionale di fine Ottocento. Infatti l’obiettivo di Verga era rappresentare così com’erano le loro difficili condizioni di vita ma senza voler denunciare la situazione sperando di modificarla, poichè credeva che con la letteratura non si potessero cambiare le cose (la principale caratteristica della letteratura verista e l’opposto di ciò che credevano i naturalisti). Altre caratteristiche del Verismo che si ritrovano nelle novelle di Verga sono l’uso del linguaggio popolare e l’impersonalità dell’opera letteraria. Inoltre, Verga pensa che le azioni umane siano dettate dall’interesse economico e dalla ricerca di un guadagno: ha quindi una visione della vista molto pessimistica, al contrario dei filosofi positivisti suoi contemporanei.

L’attività fisica nelle aziende (ed. fisica)
In Europa, si stima che più del 35% delle persone resti seduta per più di 7 ore al giorno. Anche in Italia, tra la popolazione adulta che lavora, la sedentarietà è un comportamento diffuso, mentre i lavoratori che dichiarano di avere uno stile di vita attivo sono una minoranza. La sedentarietà è una condizione che può essere favorita dal tipo di lavoro svolto, ma può essere anche un’abitudine mantenuta nel tempo libero. La sedentarietà rappresenta uno dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e delle malattie dell’apparato osseo e delle articolazioni. Per diventare una persona attiva, o per continuare a esserlo, la buona volontà del potrebbe però non bastare. È fondamentale facilitare la pratica dell’attività fisica negli ambienti di vita che si frequentano tutti i giorni. Tra questi, il luogo in cui si lavora dovrebbe essere tra i principali ambienti in cui si promuove la salute e il benessere. È qui, infatti, che un’ampia fascia della popolazione adulta trascorre buona parte della giornata e della settimana. Inoltre, investire nella promozione dell’attività fisica, ha per l’azienda molteplici vantaggi, così come per il lavoratore. Si può migliorare la soddisfazione lavorativa, la gestione dello stress, le relazioni lavorative, la produttività, e si possono ridurre le assenze per malattia, gli infortuni sul lavoro e il rischio di more prematura. Alcune cose che può fare il lavoratore stesso per incrementare la sua attività fisica sono, per esempio, percorrere il tragitto casa-lavoro a piedi o in bicicletta, fare le scale al posto dell’ascensore, fare delle pause in cui svolgere esercizi di mobilità e stretching, partecipare ai corsi proposti dall’azienda… La direzione invece potrebbe organizzare corsi e gruppi di ginnastica e fitwalking, diffondere del materiale informativo o far conoscere ai lavoratori delle iniziative di attività fisica promosse sul territorio, organizzare pause di 10-15 minuti per permettere ai dipendenti di muoversi o addirittura, con un maggiore investimento economico, mettere a disposizione delle biciclette, spogliatoi, docce e una palestra.

Child Labor (inglese)
During the Industrial Revolution in England, factory workers earned very little money and children worked instead of going to school because their families needed the money. Life wasn’t fun for these children: the work was hard and the conditions in the factories were very bad. Children did dangerous jobs and they often had accidents. Most children worked between 12 and 14 hours a day and they earned about 3 euro cents a day. Child workers were often hungry and ill, so many of them died young. They had no free time and a lot of them started working when they were only 5 years old. In this time Charles Dickens, a famous English writer, had to go to work in a factory for three years in order to earn some money because his dad had money problem and he went to prison. Charles worked 12 hours a day and the conditions in the factory were very bad. When he returned to school, he didn’t forget that experience and he wrote it in his novel, such as Oliver Twist and David Copperfield. But the child labor didn’t exist only two hundred years ago. It exists also today and all over the world. For example, Iqbal Masih was a child who came from a poor family in Pakistan. When he was four years old, his father sold him to a carpet factory for $12. He was chained to a loom, beaten and forced to work 12 hours a day. He never went to school. Six years later he escaped and he started a campaign against child labour. In 1994 he visited a school in Massachusetts, the Broad Meadows Middle school, and he talked about the conditions of the Child Labourers. A few months later, in Pakistan, Iqbal was shot dead while riding his bicycle near his grandmother’s house. He was 12 years old. He was probably killed by the carpet mafia. When the children of the school that Iqbal visited heard the news, they decided to start a campaign to build a “School for Iqbal” for child labourers. They used internet to spread the message and the “School for Iqbal ” opened in 1997 in Pakistan.

Quarto Stato (arte)
Giuseppe Pellizza iniziò a lavorare ad un bozzetto degli Ambasciatori della fame nel 1891, dopo aver assistito ad una manifestazione di protesta di un gruppo di operai. L'artista rimase molto impressionato dalla scena e completò l'abbozzo nell'aprile del 1891, mentre il quadro vero e proprio fu terminato nel 1895. Il soggetto è una rivolta operaia nella piazza Malaspina a Volpedo, con tre soggetti posti davanti alla folla in protesta: la scena è vista dall'alto, e le figure sono distribuite su linee ortogonali. Ambasciatori della fame si imposta già come caposaldo per le successive redazioni dell'opera, che pure presenteranno il terzetto posto dinanzi la massa di gente sullo sfondo e lo stacco d'ombra in primo piano. L'artista sottolinea la sua volontà di eseguire un quadro dove ad esser rappresentati non sono solo i contadini di Volpedo, bensì un'intera parte della società che ha «sofferto assai» e che intende rivendicare i propri diritti mediante una lotta «serena, calma e ragionata». Rispetto agli Ambasciatori della fame in Fiumana, la massa di gente è vastissima, tale da formare - come suggerisce il titolo - una vera e propria fiumana umana; cambia anche la gamma luminosa, stavolta giocata con l'utilizzo di contrasti di colore. Contestualmente, l'ombra in primo piano viene abolita e viene prediletto un punto di vista meno alto, in modo da dare maggiore enfasi alla folla, stavolta portata più in avanti. Viene inoltre aggiunta una nuova figura femminile con un bimbo in braccio; quest'ultima viene intesa come allegoria dell'umanità. Tra il 1895 e il 1898 Pellizza realizzò Fiumana, una nuova versione di Ambasciatori della fame, con il quale volle restituire vitalità ad un popolo che non era più «una natura morta, ma una massa vivente e palpitante, piena di speranze…». Sul margine della tela si trova un poema scritto da Pellizza stesso, con il quale l’artista volle sottolineare ancora una volta come la rivolta riguardi tutti i cittadini. Quarto Stato invece, la versione definitiva del dipinto, è stata realizzata tra il 1898 e il 1901. Il significato del dipinto si discosta da quello dei precedenti: nei primi due Pellizza dipinge una manifestazione di strada ora intende celebrare l'imporsi della classe operaia, il «quarto stato». In primo piano, davanti alla folla in protesta, sono definiti tre soggetti, due uomini ed una donna con un bambino in braccio. La donna, che Pellizza plasmò sulle fattezze della moglie Teresa, è a piedi nudi, ed invita con un gesto i manifestanti a seguirla. Alla sua destra c’è il protagonista della scena, un «uomo sui 35, fiero, intelligente, lavoratore» che, con una mano nella cintola dei pantaloni e l'altra che regge la giacca appoggiata sulla spalla, procede con disinvoltura, forte della compattezza del corteo. Alla sua destra vi è un altro uomo che avanza muto, pensoso, con la giacca fatta cadere sulla spalla sinistra. Alle spalle dei protagonisti gli altri manifestanti si dispongono frontalmente: quest'ultimi rivolgono lo sguardo in più direzioni, suggerendo di avere il pieno controllo della situazione. Tutti i contadini compiono gesti molto naturali: taluni reggono bambini in braccio, altri appoggiano la mano sugli occhi per ripararli dal sole, ed altri ancora, semplicemente, guardano diritti davanti a loro. La disposizione orizzontale dei contadini oltre a rendere molto realistica la situazione è un chiaro riferimento a capolavori quali la Scuola di Atene di Raffaello e l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci.

La musica Jazz (musica)
La musica Jazz è nata negli Stati Uniti tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento ed è derivata dall'unione tra la musica americana e la musica inventata dagli schiavi neri deportati dall'Africa. Proprio per questo è detta "musica afro-americana". Però, prima ancora che gli schiavi neri ebbero la possibilità di suonare vecchi strumenti musicali, ossia prima che nascesse il Jazz vero e proprio, si affermarono le forme cantate di questa musica. Tra il Seicento e il Settecento i proprietari terrieri di origine europea importarono dall'Africa centinaia di migliaia di schiavi, che trovavano nella musica l'unico modo di esprimere i propri sentimenti e protestare per le orribili condizioni in cui si trovavano. Quando venivano portati negli stati sudisti dell'America del Nord (Georgia, Louisiana e Virginia) gli schiavi venivano venduti all'asta ed erano costretti a lavorare senza alcun diritto. A loro era concessa soltanto la libertà di cantare, il che ricordava agli africani i ritmi della loro terra Natale. Inoltre questi canti, oltre a servire per sfogarsi, avevano la funzione di scandire il ritmo per fare tutti contemporaneamente gli stessi movimenti. Questi canti di lavoro (work song) si possono dividere in due tipi: i plantation song (canti di piantagione), eseguiti durante il lavoro nelle piantagioni, e i chain-gang song (canti delle catene), eseguiti durante la costruzione di strade ferrate con la catena ai piedi. Questi canti erano solitamente improvvisati ed eseguiti in forma responsoriale. Oltre agli work song si svilupparono i gospel song (da God's spell, ossia parola di Dio), che sono canti ispirati alla Bibbia che i neri cantavano durante le funzioni religiose. Questi canti sono caratterizzati da un carattere gioioso e speranzoso. Uno dei gospel più conosciuto è Amazing Grace, reso famoso dalla cantante Aretha Franklin. Di sera invece, quando gli schiavi neri si riunivano nell'aia, cantavano deboli melodie che presero il nome di spiritual, con le quali esprimevano le loro sofferenze e il loro desiderio di tornare a casa. Anche gli spiritual sono caratterizzati dall'improvvisazione, una frequente ripetizione delle frasi, la forma responsoriale e l'accompagnamento ritmico fatto con il battito delle mani. Nella seconda metà dell'Ottocento invece si diffuse il blues, con il quale si esprime uno stato d'animo malinconico e, mentre lo spiritual è tutto il popolo nero che si sfoga per la sua condizione, con il blues è l'uomo singolo che parla delle sue sofferenze spesso facendoci dell'ironia. Altre caratteristiche, oltre a quelle che si ritrovano anche nelle altre forme, sono il ritmo sincopato e la scala blues (che conferisce un carattere di tristezza e instabilità). Nel corso dell'Ottocento e del Novecento si svilupparono invece le prime forme strumentali del Jazz, come il Ragtime, lo Swing e il Bebop, fino ad arrivare alle forme più moderne, come il Free Jazz e il Fusion.

Il lavoro come forza (scienze)
Con il tempo la parola “lavoro”, oltre ad indicare un mestiere o una professione, ha assunto un altro significato nel linguaggio scientifico. Il lavoro è la forza che si applica a un oggetto e tale forza deve spostare l’oggetto di una certa distanza, o comunque modificarne il moto. Infatti, se noi teniamo sollevato un grande peso facciamo molta fatica ma non compiamo un lavoro. Al contrario, anche spostando un oggetto più leggero, compiamo un lavoro. Il lavoro fatto da una forza (indicata con F) su un oggetto che si sposta di una certa distanza (indicata con d) è dato dal prodotto dell’intensità della forza per la distanza percorsa. La formula per calcolarlo è quindi: L = F x d. Questa formula però è valida solo se la forza e lo spostamento hanno la stessa direzione, perché se hanno direzioni differenti solo una parte della forza determina il movimento del corpo, e quindi il lavoro è minore di quello risultato dalla formula. Anche le forze di attrito, che rallentano i corpi in movimento, compiono un lavoro. Esse però agiscono nel verso opposto a quello del moto, quindi il loro lavoro è considerato negativo. Nel sistema internazionale l’unità di misura del lavoro si chiama joule (J) e corrisponde al lavoro compiuto da una forza di 1 newton che sposta un oggetto di un metro. Il nome dell’unità di misura deriva dal nome dello scienziato inglese James Prescott Joule (1818-1889). Il chilojoule è un multiplo del joule e corrisponde a 1000 joule. Inoltre, spesso la forza viene espressa in chilogrammi e non in newton, quindi occorre ricordare che 1 Kg corrisponde a 9,8 N. Per calcolare il lavoro il tempo impiegato non ha alcuno importanza, perché impiegando un’ora o un minuto per spostare un corpo, compiamo sempre lo stesso lavoro. Il tempo impiegato però ci permette di calcolare la potenza, ossia la rapidità con cui si compie un lavoro. La potenza è il rapporto tra il lavoro compiuto e il tempo impiegato per compierlo e si misura in watt (W). Anche il concetto scientifico di energia è collegato al concetto di lavoro, poiché l’energia di un corpo, in ogni sua forma (cinetica, potenziale, elastica, elettrica), esprime la quantità di lavoro che esso potrebbe compiere.

La terza rivoluzione industriale (geografia)
Il gruppo dei Paesi più sviluppati, al centro dell’economia mondiale, ha conosciuto negli ultimi vent’anni del Novecento trasformazioni profonde, chiamate dagli studiosi new economy o “terza rivoluzione industriale”. Il concetto di new economy è riferito alle società postindustriali dove i servizi (tra i quali si sono sviluppati molto i trasporti e la comunicazione) prevalgono sulla produzione industriale. Si sono affermati nuovi settori, come la microelettronica, i computer, le telecomunicazioni, le macchine e i robot industriali, la scienza dei materiali, le biotecnologie, l’aviazione civile… Tutti questi nuovi settori sono caratterizzati da un’importante progettazione e ricerca. Il vero e proprio simbolo della terza rivoluzione industriale è il computer, al quale si legano nuovi prodotti e un nuovo modo di organizzare la produzione, che fa affidamento sulla rete Internet. La new economy si è sviluppata in un contesto di politiche dette neoliberiste, che cioè hanno favorito l’affermarsi della globalizzazione eliminando i controlli statali sull’economia e i vincoli sulle attività finanziarie. Inoltre, anche se indirettamente, la terza rivoluzione industriale è arrivata anche nei Paesi più poveri, dove le aziende degli Stati più ricchi si sono delocalizzate per avere un profitto più alto dovuto alla manodopera a basso prezzo. Le imprese che controllano delle filiali in altri Paesi sono dette multinazionali, mentre il termine transnazionali indica le imprese che si solo completamente delocalizzate lasciando al Paese d’origine solo il logo distintivo. La creazione di transnazionali è favorita soprattutto dallo sviluppo di tecnologie informatiche e mezzi di trasporto, tutte caratteristiche della terza rivoluzione industriale.

Prima e Seconda Rivoluzione Industriale (storia)
Nel Settecento in Europa si registra una grande crescita demografica dovuta al miglioramento delle tecniche agricole e al progresso della medicina. Lo sviluppo tecnologico della Gran Bretagna (dovuto alla sua stabilità politica, alle numerose vie di comunicazione, e alla grande disponibilità di commercio, materie prime e manodopera) segna l’inizio della Rivoluzione Industriale: l’invenzione più importante è quella della macchina a vapore di James Watt, capace di rilanciare il settore tessile e siderurgico. Inoltre, si diffondone le fabbriche tessili per la lavorazione del cotone, le industrie metallurgiche per la produzione di ghisa e le prime reti di trasporto ferroviario. Una delle conseguenze sociali più importanti del fenomeno dell’industrializzazione è la nascita della figura dell’operaio: un lavoratore non qualificato che abbandona i terreni agicoli per andare a lavorare in fabbrica; spesso si tratta di donne e bambini, costretti a lavorare in condizioni disumane. Le fabbriche, inoltre, trasformano le città che vedono sorgere quartieri operai poveri e degradati, mentre la produzione industriale, basata sull’uso delle macchine, implica problemi occupazionali: la richiesta di un minor numero di addetti porta infatti a scioperi e proteste. Nella prima metà dell’Ottocento l’industrializzazione si diffonde anche nel resto dell’Europa, mentre tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si avvia la Seconda Rivoluzione industriale. Questa volta non è più un fenomento esclusivamente europeo, ma coinvolge ampiamente anche il Giappone e gli Stati Uniti. Si scoprono e si utilizzano nuovissime fonti di energia, come il petrolio e l’elettricità, che permettono di realizzare il motore a scoppio e il motore elettrico. Thomas Edison inventa il fonografo nel 1878 e la lampada elettrica nel 1879, Anotnio Meucci inventa il telefono nel 1871 e Guglielmo Marconi, nel 1901, realizza il primo collegamento senza fili basato sulle onde radio. Il petrolio inizia a essere sfruttato in modo sistematico a partire dal 1859 (con la costruzione del primo pozzo petrolifero in Pennsylvania), dapprima come combustibile e poi come carburante quando, nel 1885 si realizza il primo modello efficiente di motore a scoppio. Notevoli progressi avvengono anche nel settore della chimca, con la nascita dei coloranti tessili e delle prime sostanze plastiche, e nel settore farmaceutico, attraverso la creazione di medicinali sintetici. Si diffonde su larga scala anche l’impiego dell’acciaio, usato per costruire importanti edifici come il primo grattacielo della storia e il ponte di Brooklyn. Anche il lavoro viene riorganizzato e durante la Seconda Rivoluzione Industriale è basato sui principi del taylorismo (tipo di organizzazione del lavoro ideata dall’ingegnere Fredrick Taylor che si basa sul controllo dei tempi di produzione, sui gesti ripetitivi degli operai, sul controllo degli sprechi). In fabbrica compare anche la catena di montaggio, introdotta inizialmente nelle officine automobilistiche americane di Henry Ford, che oltre a delle maggiori produzioni portò al terribile fenomeno dell’alienismo.
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