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GLI URAGANI
Uragano Termine con cui si indicano i cicloni migratori tropicali che si sviluppano
sugli oceani nelle regioni prossime all'equatore, in particolar modo nel mare dei
Caraibi e nel golfo del Messico. I cicloni che si sviluppano nella parte occidentale
dell'oceano Pacifico sono invece detti tifoni; quelli originati in Australia vengono
invece detti willy-willy.
L’uragano è un tipo di ciclone tropicale, che si verifica nell’Atlantico occidentale o
nel Pacifico orientale ed è caratterizzato da forti venti e piogge violente. Il suo nome
deriva da quello del dio dei venti dei Maya, Hunrakan.
Gli uragani sono costituiti da venti ad alta velocità che soffiano in direzione circolare
attorno a un centro di bassa pressione, chiamato occhio del ciclone. Essi si originano
quando aria calda (26°C) e satura di umidità viene forzata a salire verso l'alto da aria
più fredda e densa. Dal margine della tempesta verso il centro, la pressione
atmosferica ha una forte caduta e la velocità del vento aumenta.
I venti raggiungono la massima intensità in prossimità del punto di pressione minima.
Il diametro dell'area interessata da venti di forza distruttiva può raggiungere anche
250 km, mentre venti meno intensi spirano su un'area molto più vasta, che in media
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può estendersi per un diametro di circa 450 km. La violenza di un uragano viene
misurata su una scala divisa in gradi da 1 a 5. Nella categoria 1, la più debole, i venti
hanno una velocità minima di circa 120 km/h; nella categoria 5 sono invece compresi
venti rari e molto violenti, che possono superare i 250 km/h. Nell'occhio del ciclone,
che in media ha un diametro di circa 25 km, i venti si placano e le nubi si alzano, ma
il mare è comunque molto agitato.
Gli uragani generalmente si spostano, con velocità comprese tra 10 e 80 km/h, lungo
un percorso simile a un arco di parabola che si estende in un primo momento verso
nord-ovest e a latitudini elevate verso nord-est, nell'emisfero settentrionale, e
inizialmente verso sud-ovest, volgendosi poi a sud-est, nell'emisfero meridionale.
Quando la direzione del vento coincide con quella di spostamento, la capacità
distruttiva dell'uragano è massima. Gli uragani devastano le coste, ma si
indeboliscono quando si allontanano dal mare.
I TORNADO
Chiamati anche trombe d’aria, i tornado sono simili a mulinelli d’acqua;
assomigliano a dei giganteschi imbuti. Essi sono dovuti ad un unico tipo di nuvole, i
cumulo-nembi. Queste nubi aspirano l’aria calda e umida con una tale forza che sopra
loro si crea un turbine capace di scoperchiare una casa o sradicare gli alberi.
Quando, nelle ore più calde della giornata, una luce verdastra si riverbera al di sopra
del paesaggio e compaiono delle grosse nubi scure dai riflessi giallo-verdi, significa
che sta per nascere un tornado.
Chiamati anche trombe d’aria, i tornado sono simili ai mulinelli d’acqua che si
formano quando si vuota una vasca da bagno. Essi si formano all’interno di una nube
temporalesca, dove una colonna d’aria calda ascendente viene fatta roteare da forti
venti. Continuando a risucchiare altra aria, la vorticosa colonna scende infine sulla
terra sotto forma di nuvola a imbuto. I forti venti che soffiano in una zona di
pressione estremamente bassa possono raggiungere velocità superiori a 400 Km/h e
causare gravi danni. I tornado si formano soprattutto alle medie latitudini, dove
l’effetto della rotazione della terra è maggiore. Le loro piccole dimensioni e la loro
breve durata (i 2/3 durano meno di 3 minuti) rendono estremamente difficile
prevederli, così che la popolazione può essere avvertita solo pochi minuti prima che
scoppi il temporale.
Dal 1943 vengono effettuate missioni dell'aeronautica militare per misurare la
velocità e la direzione del vento degli uragani, le dimensioni dell'occhio e le pressioni
raggiunte al suo interno, nonché la struttura termica dell'intera perturbazione. Un
sistema coordinato per seguire gli spostamenti degli uragani è stato sviluppato alla
metà degli anni Cinquanta, e successivamente perfezionato. Radar, dispositivi di
rilevamento su boe galleggianti, satelliti meteorologici in orbita geostazionaria e altri
dispositivi, inviando dati ai centri di sorveglianza degli uragani, permettono di
seguire lo sviluppo di queste tempeste fin dalle loro prime fasi.
I sistemi di previsione e di allarme hanno permesso di ridurre le perdite di vite umane
in seguito a uragani, ma i danni provocati alle proprietà sono sempre molto ingenti,
soprattutto nelle zone costiere. Il più violento uragano che abbia colpito la zona delle
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Indie Occidentali nel XX secolo, il Gilbert, ha devastato la Giamaica e parti del
Messico nel 1988, con venti che raggiungevano i 350 km/h. Gli Stati Uniti subiscono
spesso violenti uragani: il più recente è stato Andrew (nel 1992), che causato circa 50
vittime, ha provocato danni stimati in dodici miliardi di dollari e ha distrutto migliaia
di abitazioni. MITCH
L’URAGANO
D'anno in anno gli uragani si fanno sempre più frequenti e più devastanti: la forza del
vento cresce, i danni aumentano, il numero delle vittime sale.
Di fronte ad una simile tragedia ci si chiede: possibile che non si possano prevedere
questi fenomeni, come succede per le altre perturbazioni atmosferiche?
Si sospetta che Mitch sia una conseguenza dei processi fisici causati dall'uomo
bruciando combustibili fossili e deforestando il pianeta.
Secondo l'Unep, il programma ambiente dell'ONU, il rischio è così alto da rendere
urgente una contromossa: bisogna smettere di consumare petrolio e alberi alla
velocità attuale, cioè investire in tecnologie per migliorare l'efficienza energetica e in
fonti alternative come il solare, l'eolico, le biomasse. Se non passiamo ad una forma
d'energia meno inquinante dovremo fronteggiare ogni anno fenomeni come Mitch. E
visto che per pulire il cielo ci vuole tempo bisogna cominciare subito: solo
intervenendo con grande determinazione riusciremo ad evitare che l'aria si trasformi
in un nemico.
L' uragano nasce sul mare, ma solo dove la temperatura superficiale dell' acqua
raggiunge i 26 gradi.
Il calore da' l'energia necessaria all'innesco del vortice. Una volta in quota, l' aria
molto umida condensa in goccioline e questa trasformazione rende disponibile
un'altra immensa riserva di energia. Intorno ad una zona centrale, l'occhio del ciclone
si costruisce così una muraglia di nubi temporalesche alte 20 Km, circondata a sua
volta da una vasta struttura di nubi spiraleggianti.
Gli uragani si muovono alla periferia delle zone di alta pressione, a velocità
relativamente modeste, tra i 15 e i 100 Km/h
Mitch, l'uragano più devastante degli ultimi anni, ha flagellato il Centroamerica
seminando ovunque morte e distruzione.
Più di diecimila vittime, oltre un milione di senzatetto e danni incalcolabili.
Nicaragua, Honduras, Guatemala e Salvador, sono i paesi più colpiti, ma tutto il
Centroamerica è stato messo letteralmente in ginocchio da Mitch che ha sventrato
città e campagne con venti e piogge torrenziali che hanno trasformato vaste zone in
enormi acquitrini senza vita.
Certo ha avuto gioco facile in una delle zone più povere del mondo dove le case sono
spesso baracche di lamiera, ma era comunque difficile resistergli.
La furia di Mitch si è accanita in particolare contro l'Honduras, uccidendo migliaia di
persone, cinquemila secondo la protezione civile, e trasformando la capitale
Tegucigalpa in uno spettrale lago inanimato.
By Skuola.net