Concetti Chiave
- Todorov descrive la scoperta dell'America come una scoperta dell'altro, un'entità percepita diversamente nel tempo, dal concetto astratto a un gruppo sociale concreto diverso dall'Occidente.
- Enzensberger evidenzia la mobilità come caratteristica predominante della storia umana, contrastando l'idea della sedentarietà come condizione normale.
- Le migrazioni pre-industriali erano motivate da fattori economici, religiosi e commerciali, mentre la crisi del settore primario dell'Ottocento ha spinto molti europei verso le Americhe.
- Le due guerre mondiali hanno causato massicci movimenti di rifugiati in Europa, con motivazioni politiche, razziali e religiose.
- Dagli anni '90, la globalizzazione ha trasformato i flussi migratori, rendendo l'Italia un paese di immigrazione oltre che di emigrazione.
La scoperta dell'altro: il selvaggio, l'emigrante, l'esule, il rifugiato
La scoperta dell’America è anche e soprattutto, come afferma Todorov, una scoperta che l’io fa dell’altro, un “altro” concepito diversamente nelle varie fasi della storia: un’astrazione, un’istanza della configurazione psichica di ciascun individuo, l’altro o l’altrui in rapporto a me oppure come un gruppo sociale concreto al quale noi non apparteniamo (in questo caso una società diversa come lo erano quelle amerindie rispetto ai conquistatori europei). L'impatto tra la civiltà occidentale e quelle precolombiane fu devastante tanto da ricordare in alcuni suoi caratteri base gli stermini dei regimi totalitari del '900.Interessante è la riflessione di Enzensberger che ne La grande migrazione dà un quadro della storia mondiale, caratterizzato da una prevalenza della mobilità tra la popolazione rispetto alla sedentarietà. Il fenomeno menzionato, nel suo complesso, genera problematiche ricorrenti quali: varie forme di schiavitù, contrasti sociali e fuoriuscitismo. Il risultato di questo processo è l'annullamento di qualsiasi pianificazione sociale a lungo termine. La sedentarietà, dunque, non è la normalità della condizione umana, ma lo è, invece, la mobilità territoriale.
Le migrazioni esistevano fin dall'età pre-industriale, anche se erano determinate da fattori diversi da quelli che oggi conosciamo: in Europa la mobilità per moventi economici era di solito a corto raggio e stagionale, legata al settore primario, avevamo poi migrazioni religiose e spostamenti commerciali. Tra la seconda metà dell'Ottocento e le prime decadi del '900, contemporaneamente a una grave crisi del settore primario, milioni di europei si trasferirono nelle Americhe. L'emigrazione politica per tutto l'Ottocento e i primi del Novecento riguardò soprattutto patrioti e dissidenti. Nella prima metà del '900, le politiche degli stati totalitari cercarono di frenare i flussi.
Durante le due guerre mondiali, il territorio europeo fu caratterizzato da movimenti di rifugiati e perseguitati per politica, razza o religione. Per concludere, dagli anni '90, il processo di globalizzazione ha modificato la composizione e la natura dei flussi, comportando cambiamenti paesaggistici e umani considerevoli. Ricordiamo che l'Italia da paese di emigrazione (fino agli anni '70 circa) è diventato anche paese di immigrazione.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato della scoperta dell'America secondo Todorov?
- Come descrive Enzensberger la storia mondiale in termini di mobilità?
- Come sono cambiate le migrazioni dall'età pre-industriale ad oggi?
Secondo Todorov, la scoperta dell'America rappresenta una scoperta dell'altro, un concetto che varia nel tempo e può essere visto come un'astrazione o un gruppo sociale concreto diverso da noi.
Enzensberger descrive la storia mondiale come caratterizzata dalla prevalenza della mobilità rispetto alla sedentarietà, con la mobilità territoriale vista come la condizione normale dell'umanità.
Le migrazioni nell'età pre-industriale erano determinate da fattori economici, religiosi e commerciali, mentre oggi sono influenzate dalla globalizzazione, che ha modificato la composizione e la natura dei flussi migratori.