martinab2000
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Concetti Chiave

  • Eros, noto come Cupido dai Romani, è il dio dell'amore, figlio di Afrodite e Ares, con origini diverse secondo le tradizioni.
  • In una leggenda, Eros si innamora di Psiche, nonostante l'ordine di sua madre Afrodite di farla innamorare di un uomo orribile.
  • Il mito di Eros e Psiche culmina con il matrimonio, grazie all'intervento di Zeus, e la nascita di una figlia chiamata Voluttà.
  • Eros era venerato a Tespie in Beozia, dove ogni quattro anni si celebravano feste in suo onore con gare ginnastiche e musicali.
  • Raffigurato spesso come un bambino alato, Eros simboleggia l'amore cieco e irresistibile, rappresentato con frecce che causano il mal d'amore.

Cupido

Eros, o Cupido per i romani, è il dio dell’Amore, figlio di Afrodite (o Venere) dea della bellezza e di Ares (o Marte) dio della guerra.
Secondo la tradizione, Eros, appena nato, fu portato da sua madre, Afrodite, al cospetto degli dei: a Zeus bastò guardarlo in viso per capire che quel piccolo sarebbe stato fonte di infiniti guai e consigliò alla madre di sopprimerlo. La dea però però per salvarlo lo nascose in un bosco, dove sopravvivesse nutrito e allevato da belve feroci. Era molto giovane quando imparò a fabbricare da solo un arco di frassino e le frecce di cipresso e cominciò, quasi per gioco, a esercitarsi colpendo gli stessi animali che lo avevano nutrito.
La sua potenza poteva causare danni a cui nessuno avrebbe potuto porre rimedio, né uomini né dei. La figura del dio si trasformò così in una divinità dell'amore, ma rappresentava un pericolo perché il suo potere non aveva limiti.
Secondo Esiodo, invece, Eros viene identificato come una divinità primordiale, antica come Gea, generato dal Caos che tiene unito l’universo. Non è figlio di Afrodite, ma il suo compagno di ogni momento.
Era la personificazione della forza irresistibile che spinge gli esseri umani l'uno verso l'altra. Armato di un arco col quale scagliava le infallibili frecce dalla cui ferita nasceva il mal d'amore.
Secondo ciò che ci viene tramandato Eros non ebbe relazioni amorose. Solo molto tardi si suppose un suo amore per Psiche.
La leggenda racconta che Psiche rese Afrodite gelosa della sua bellazza. Per vendicarsi, la dea ordinò ad Eros di indurre Psiche a innamorarsi del peggiore e brutto degli uomini, ma quando il dio la vide, fu lui ad innamorarsene.Eros la fece trasportare da Zefiro in una valle radiosa, dove sorgeva un meraviglioso palazzo. Il dio trascorreva ogni notte con lei, ma le aveva imposto di non cercare mai di guardarlo o di sapere chi fosse. Psiche temette che il misterioso amante fosse un mostro, così una notte, approfittando del sonno di Eros, si avvicinò a lui con una lucerna accesa. Vedendolo e contemplandone finalmente la bellezza lo svegliò, Eros allora la rimproverò poi scompare.
La fanciulla, con l’intento di ritrovare il suo amato decise di andare sull'Olimpo a chiedere perdono ad Afrodite. La dea le diede una serie di prove da affrontare, che superò facilmente, ma l'ultima era molto più difficoltosa delle altre: diede a Psiche un piccolo vaso ordinandole di attraversare gli Inferi per catturare un po’ della bellezza di Persefone e di riporla in esso per poi donargliela, ma le ordinò di non aprire mai il vaso, qualunque cosa accadesse; la ragazza non riuscì a resistere alla tentazione e lo aprì cadendo in un sonno profondo.

Quando Eros seppe l’accaduto rianimò Psiche che riconsegnò il vaso ad Afrodite. Il dio si recò da Zeus e gli chiese di aiutarlo, quest’ultimo decretò che il matrimonio tra Eros e Psiche poteva essere celebrato. La fanciulla fu portata sull'Olimpo e vennero celebrate le loro nozze alla presenza di tutti gli dei, ma prima Zeus le fece bere l'ambrosia, rendendola immortale. Dalla loro unione nacque una figlia, conosciuta col nome di Voluttà.
Eros era oggetto di un culto particolare a Tespie in Beozia, dove si celebravano, ogni quattro anni in suo onore, delle feste dette Erotidie con certami ginnastici e musici.
Fu raffigurato come un fanciullo, spesso alato, armato di un arco con cui scaglia sugli uomini le frecce, più raramente con fiori o una lira. Per indicare che l'amore è cieco e non fa vedere i difetti della persona amata, spesso veniva raffigurato con gli occhi coperti da una benda ed una fiaccola accesa gli fiammeggiava in una delle mani. In età ellenistica la sua figura diviene femminea, sempre più infantile, finché venne rappresentato come un bambino alato.
Gli artisti umanisti e rinascimentali riscoprirono il mondo letterario e figurativo degli dei, oscurato fino ad allora dal Cristianesimo, per cui anche Eros rientrò nelle figure mitologiche che interessarono maggiormente pittori e scultori del XV e XVI secolo.

Domande da interrogazione

  1. Chi è Eros nella mitologia romana e greca?
  2. Eros, noto come Cupido per i romani, è il dio dell'Amore, figlio di Afrodite e Ares, e rappresenta una forza irresistibile che spinge gli esseri umani l'uno verso l'altro.

  3. Qual è la leggenda di Eros e Psiche?
  4. La leggenda narra che Eros si innamorò di Psiche, nonostante il piano di Afrodite di farla innamorare di un uomo brutto. Dopo varie prove e peripezie, Psiche divenne immortale e sposò Eros, con il quale ebbe una figlia chiamata Voluttà.

  5. Come viene rappresentato Eros nell'arte?
  6. Eros è spesso raffigurato come un fanciullo alato armato di arco e frecce, a volte con gli occhi bendati per simboleggiare che l'amore è cieco. In età ellenistica, la sua figura divenne più infantile, rappresentata come un bambino alato.

  7. Quali sono le origini di Eros secondo Esiodo?
  8. Secondo Esiodo, Eros è una divinità primordiale generata dal Caos, non figlio di Afrodite ma suo compagno, e rappresenta la forza che tiene unito l'universo.

  9. Dove e come veniva celebrato il culto di Eros?
  10. Il culto di Eros era particolarmente celebrato a Tespie in Beozia, dove ogni quattro anni si tenevano le feste Erotidie con competizioni ginnastiche e musicali in suo onore.

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