Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • La trasformazione della scienza da attività libera a professionale ha reso gli scienziati esecutori al servizio di stati e gruppi industriali.
  • Gli scienziati sono esclusi dai processi decisionali sull'uso delle loro scoperte, con il controllo nelle mani di politici e imprenditori.
  • La situazione solleva il problema della responsabilità morale degli scienziati rispetto al potere conferito ai gruppi dominanti.
  • Nonostante la consapevolezza del potenziale distruttivo delle loro scoperte, pochi scienziati si sono opposti al loro utilizzo distorto.
  • La resistenza degli scienziati alla manipolazione delle loro scoperte è stata limitata e spesso isolata.

Tema Scienziati: ruolo e responsabilità morali

L’assunzione di obiettivi pratici, con il passaggio dalla ricerca pura alla ricerca applicata, ha trasformato la scienza da attività libera in attività professionale: perduta l’antica autonomia, lo scienziato è diventato un esperto che presta la sua opera alle dipendenze dei “committenti” – Stato e gruppi industriali privati – che finanziano la ricerca per utilizzare i risultati secondo i loro interessi ed obiettivi di potere economico o politico.
Sostanzialmente ridotti a rango di esecutori di piani altrui, gli scienziati sono stati peraltro esclusi dai processi decisionali relativi all’uso e alla destinazione delle loro scoperte: le scelte fondamentali sull’impiego pratico delle nuove conoscenze sono assunte solamente dalle cerchie ristrette di politici e imprenditori che sostengono gli oneri finanziari della ricerca.
In definitiva gli scienziati vengono sistematicamente “espropriati” dei risultati del loro lavoro: al pari della comunità sociale, neppure essi hanno praticamente alcun potere di controllo sull’uso della scienza di cui, pure, sono i protagonisti essenziali.
Una tale situazione pone oggettivamente il problema della responsabilità morale degli scienziati in relazione al potere di morte, distruzione e condizionamento che l’attività scientifica concede ai gruppi dominanti ed agli Stati più forti, a danno dei Paesi più deboli, delle comunità nazionali e dell’intera umanità: in fondo, anche se non hanno possibilità reali d’incidere sulle scelte operative delle ristrette cerchie politiche ed economiche che utilizzano le conoscenze per i loro specifici interessi, è pur vero, tuttavia, che gli scienziati sono comunque responsabili di produrre conoscenze la cui utilizzazione tecnica essi sanno perfettamente destinata alla guerra, all’oppressione, allo sfruttamento.
In verità non tutti gli uomini di scienza hanno accettato o si sono rassegnati a continuare la loro opera di ricerca, consapevoli che le scoperte avrebbero innescato un processo incontrollabile di produzione e impiego di armi apocalittiche o di manipolazione del patrimonio genetico dell’organismo che potrebbe risolversi nel condizionamento biologico dell’umanità o, ancora, di organizzazione di una sistema planetario di comunicazioni che già sta riducendo in forme sempre più gravi l’autonomia di giudizio e la libertà di scelta di estese masse d’individui. Molti scienziati si sono arrestati al limite ultimo delle proprie scoperte, per impedire che le conoscenze in via di acquisizione potessero servire ad un ulteriore aggravamento dell’uso distorto della scienza ormai in atto sull’intero Pianeta; ma sono stati casi isolati, eccezioni rare, che hanno purtroppo confermato la regola di una deresponsabilizzazione morale dei ricercatori scientifici.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il cambiamento principale nel ruolo degli scienziati con il passaggio dalla ricerca pura alla ricerca applicata?
  2. Il passaggio dalla ricerca pura alla ricerca applicata ha trasformato gli scienziati da attori autonomi a esperti al servizio di committenti come lo Stato e gruppi industriali, perdendo così la loro autonomia e diventando esecutori di piani altrui.

  3. Quali sono le implicazioni morali per gli scienziati riguardo all'uso delle loro scoperte?
  4. Gli scienziati affrontano un problema di responsabilità morale poiché, pur non avendo controllo sulle decisioni politiche ed economiche, sono consapevoli che le loro scoperte possono essere utilizzate per scopi distruttivi, come la guerra e l'oppressione.

  5. Come hanno reagito alcuni scienziati alla consapevolezza dell'uso potenzialmente dannoso delle loro scoperte?
  6. Alcuni scienziati hanno scelto di fermarsi al limite delle loro scoperte per evitare che le conoscenze acquisite potessero essere utilizzate in modo distorto, ma questi casi sono stati rari e hanno confermato la tendenza generale alla deresponsabilizzazione morale.

Domande e risposte

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