Concetti Chiave
- Il rapporto tra potere laico e religioso è stato storicamente complesso, caratterizzato da conflitti e tentativi di accordo, spesso infruttuosi.
- Durante il '700, la Chiesa perse potere a causa dell'Illuminismo, che promosse la ragione sopra la religione, influenzando anche il deismo.
- In Prussia, Federico II favorì il deismo e la libertà religiosa, permettendo ai Gesuiti di stabilirsi nonostante l'abolizione dell'ordine da parte della Chiesa.
- In Austria, Giuseppe II riformò la Chiesa nazionale, abolendo le decime e imponendo limiti di ricchezza, distaccando l'influenza romana.
- In Inghilterra, la "legge dei diritti" del 1689 garantì libertà di parola e pensiero, escludendo però la religione cattolica, in contrasto con la Francia.
Il rapporto Potere Laico - Potere Religioso fu storicamente assai complesso. Le ragioni di queste difficoltà furono molteplici come molteplici furono i tentativi di trovare un accordo. Prova ad illustrare brevemente la storia "Chiesa - Potere Laico" soffermandoti in special modo sul periodo del '700. Analizza le varie politiche adottate in campo religioso in Austria, Prussia, Francia ed Inghilterra.
Il rapporto tra Chiesa e potere religioso fu sempre molto travagliato, in particolar modo per il fatto che entrambe le cariche d'imperatore e di Papa, detentori dei due poteri, ebbero spesso interessi comuni da cui ognuno voleva trar vantaggio ai danni dell'altro.
Il rapporto tra Chiesa e potere laico fu inoltre spesso segnato da dure lotte e da numerosi accordi che però portarono la maggior parte delle volte ad un nulla di fatto, lasciando sempre aperto il problema. Il primo papa che mirò a risanare la Chiesa, che ormai era estremamente corrotta, fu Gregorio Magno, che riuscì a far approvare una serie di riforme che contribuirono a riportare in minima parte la chiesa alla spiritualità di un tempo. Gregorio porta delle soluzioni su una delle questioni chiave come l'elezione dei vescovi da parte del solo papa, in cui non poteva quindi interferire l'imperatore. L'amministrazione di Gregorio non ebbe però molto successo ed il suo successore, Urbano secondo, comprese che doveva adottare una linea più docile e meno rigida per riuscire ad ottenere i propri scopi. Il nuovo papa riesce ad accordarsi con l'imperatore nel 1122 a Worms, accordo che però non avrà poi effetti davvero significativi.
Le crociate furono poi un altro esempio dello stretto rapporto tra potere laico e potere cristiano - religioso. Chi infatti andava in crociata non lo faceva per una profonda fede religiosa e con l'idea di andare a liberare il Sacro Sepolcro, ma con il desiderio di riuscire a conquistare nuovi territori e quindi di riuscire ad arricchirsi. Ed è per questo che la Chiesa fu così forte sostenitrice delle crociate, vedendo in queste una possibilità di arricchirsi.
Anche alla base della divisione tra Chiesa cattolica e Chiesa protestante troviamo dei motivi per lo più di vantaggio politico che per reali convinzioni religiose. La lotta tra Chiesa ed impero era infatti molto forte e una proposta come quella di Lutero, sicuramente nata come idea di riforma, ma poi manovrata per scopi politici, permetteva ai principi tedeschi di separarsi definitivamente dalla Chiesa romana creando una chiesa con le proprie regole, che si potesse utilizzare per controllare il proprio territorio.
Durante il settecento però la Chiesa andò via via perdendo potere, soprattutto per il sopraggiungere dei nuovi ideali illuministici. Si afferma infatti l'idea di una religione ormai superata dalla ragione e quindi limitata ad un puro ruolo di contorno. Inoltre alcuni estremisti teorizzavano inoltre che un buon ateismo era molto meglio di una religione corrotta, portando avanti una forte critica alla religione, che ormai diventava anche un fatto di moda. Significativa è comunque la nascita di un filone filosofico - teologico che tentava di dare un'interpretazione razionale della religione, chiamato "deismo" e che trovò tra i suoi maggiori esponenti anche Jean Jack Rousseau.
Durante il settecento rimase comunque notevole l'interesse politico per la religione in numerosi stati europei ed in particolar modo in Prussia, Austria, Francia ed Inghilterra.
La Prussia trovò infatti in Federico secondo, salito al trono nel 1740, un sovrano "illuminato" (secondo Voltaire), proprio perché rappresentante delle idee illuministe in senso pieno, anche se ciò non è del tutto vero se non nel campo religioso. Federico secondo fu infatti un acceso deista e questo permise il fiorire in Prussia di numerose correnti religiose che trovavano spazi e libertà garantiti. I Gesuiti per esempio riuscirono a mantenere vivo l'ordine, abolito dalla Chiesa, trasferendosi in Prussia.
Altro stato molto attivo dal punto di vista religioso fu senza dubbio l'Austria. Inizialmente fu Maria Teresa d'Aragona ad introdurre sostanziali modifiche in campo religioso, tassando anche gli ecclesiastici introducendo un regime fiscale basato sul reddito pro capite del terreno posseduto, ma successivamente fu Giuseppe Secondo a rappresentare il vero riformatore religioso per l'Austria, convinto sostenitore di una Chiesa nazionale. Per la prima volta nella storia Giuseppe Secondo fece abolire le decime, creando così una sorta di sostentamento per la Chiesa da parte dello stato. Giuseppe secondo inoltre introdusse numerose altre riforme, mirate tutte a staccare la Chiesa asburgica dal controllo di Roma secondo quella che era la corrente religiosa giansenistica. Innanzi tutto concesse la pluralità confessionale abolendo però gli ordini religiosi contemplativi. Fissò inoltre dei limiti di ricchezza per gli ecclesiastici che si trovavano costretti a restituire allo stato ciò che era in eccesso. Fece inoltre chiudere i seminari diocesani e ne aprì di nuovi con insegnanti di nomina regia, anche se pur sempre preti. Inoltre applicò nuovamente il diritto di eleggere i vescovi. La politica religiosa di Giuseppe secondo arrivò fino a stabilire gli orari per le funzioni religiose e come queste dovevano essere svolte, perfino decidendo il numero di candele necessarie per l'illuminazione delle Chiese.
La Francia e l'Inghilterra furono invece meno febbrili durante il settecento per quanto riguarda le riforme religiose. La Francia infatti si trovava in uno stato di profonda crisi, cui Luigi XV non riusciva a porre rimedio. La situazione politica ed economica continuava ad aggravarsi d'anno in anno e questo contribuì anche al nascere di una spaccatura tra i vertici della chiesa e la parte bassa del clero, in cui si svilupparono forme di protesta contro l'assolutismo di Roma e da cui quindi nacque la corrente religiosa giansenista. In Inghilterra invece la situazione era molto migliore ed il parlamento fu in grado di approvare nel 1689 la "legge dei diritti" che portava anche numerose riforme in campo religioso. Tra queste vanno ricordati in particolar modo la libertà di parola e di pensiero di qualunque cittadino inglese, permettendo così la libertà confessionale, naturalmente però escludendo la religione cattolica, che era rappresentata dalla vicina, e nemica, Francia. Infatti, sempre con la legge dei diritti si stabilì anche che nessun re Inglese poteva essere cattolico.
La storia della lotta tra "le due spade" (potere religioso e politico) rimane pur sempre abbastanza travagliata e bisognerà aspettare il nostro secolo per trovare una soluzione definitiva. Infatti, la Chiesa continuò a coltivare interessi territoriali e politici ancora per molto tempo prima di dedicarsi esclusivamente all'aspetto spirituale dell'uomo, come teorizzava già Dante nel "de Monarchia", voce che però non fu ascoltata e che costò all'Alighieri l'esilio dalla propria patria.

Domande da interrogazione
- Quali furono le principali difficoltà nel rapporto tra potere laico e potere religioso?
- Come si è evoluto il rapporto tra Chiesa e potere laico nel '700?
- Quali furono le politiche religiose adottate in Prussia durante il '700?
- Quali riforme religiose furono introdotte in Austria nel '700?
- Come si differenziarono Francia e Inghilterra nelle riforme religiose del '700?
Le difficoltà principali derivavano dagli interessi comuni tra imperatori e papi, che spesso cercavano di trarre vantaggio l'uno a scapito dell'altro, portando a dure lotte e accordi poco efficaci.
Nel '700, la Chiesa perse potere a causa degli ideali illuministici, che promuovevano la ragione sopra la religione, mentre alcuni stati come Prussia e Austria adottarono politiche religiose riformatrici.
In Prussia, sotto Federico II, si promosse il deismo e si garantì libertà alle correnti religiose, permettendo ai Gesuiti di mantenere vivo l'ordine nonostante l'abolizione da parte della Chiesa.
In Austria, Giuseppe II abolì le decime, introdusse la pluralità confessionale, limitò la ricchezza ecclesiastica e riformò i seminari, cercando di staccare la Chiesa asburgica dal controllo di Roma.
La Francia, in crisi, vide una spaccatura tra i vertici della Chiesa e il basso clero, mentre in Inghilterra il parlamento approvò la "legge dei diritti" che garantiva libertà di parola e pensiero, escludendo però il cattolicesimo.