dalilaesposito
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Concetti Chiave

  • L'uomo nasce libero, ma nel corso della vita si trova intrappolato in catene metaforiche create dalla società.
  • La libertà individuale è paragonata a un'ombra che ci segue, ampliandosi e riducendosi in base alle nostre scelte e azioni.
  • Gli esseri umani sono responsabili della costruzione delle loro prigioni, fatte di paure e insicurezze, che limitano la loro vera libertà.
  • La libertà, pur essendo il nostro dono più prezioso, diventa una pena quando ci autoimponiamo limiti e confini.
  • Il raggiungimento della vera libertà richiede l'accettazione di noi stessi in tutte le nostre sfumature, superando la paura di ciò che siamo.

L'uomo è nato libero, ma dovunque è in catene. (Rosseau)

Ognuno di noi è nato libero, dal primo uomo che abbia mai messo piede su questa terra fino all'ultimo che sarà. Di giorno, di notte, d'inverno, d'estate, la nostra libertà non ha limiti: ci segue pari passo e si evolve con noi. E' un'ombra che ci accompagna nel tempo e cos'è, quello che le ombre sanno fare meglio se non ingrandirsi e rimpicciolirsi?
Dove noi andiamo, l'ombra và. A volte è così grande da sovrastarci, altre volte, tutto ciò che facciamo è calpestarla sotto i piedi.
E passo dopo passo, la nostra libertà si allunga e si accorcia, muta, cambia, si trasforma modificandosi progressivamente a nostra immagine. Ma qual è questa immagine?
L'immagine della nostra società, l'immagine di quello che creiamo nel tempo, ma soprattutto, di quello che facciamo.
Siamo gli artefici del nostro destino, delle scelte che facciamo, delle cose che diciamo. Siamo noi ad aver creato il mondo che ci circonda, o meglio, ad aver creato la gabbia in cui viviamo. Una gabbia fatta di paure e insicurezze, in cui stiamo stretti, impossibilitati, intrappolati, limitati, dove non siamo ciò che siamo: liberi.
E non è forse un controsenso, che il nostro dono più prezioso, la libertà, sia anche la nostra più grande pena?
Soffriamo la limitazione e spesso la mancanza di qualcosa che ci appartiene per diritto. Ma la cosa più assurda è quella che, gli unici colpevoli di questa triste realtà, siamo solo e unicamente noi.
Imponiamo delle sbarre al nostro essere interiore ed esteriore, tracciamo dei confini e ci imprigioniamo in noi stessi, forse vittime delle false verità o semplicemente di una libertà che crediamo non ci appartenga. Ma nessuna libertà ci apparterrà mai finchè continueremo a calpestarla.
Il giorno in cui smetteremo di aver paura dell'ombra di noi stessi, accettandolo ogni angolo e sfumatura, solo quel giorno potremo dire di aver presso possesso e coscienza della nostra libertà. E alla domanda ''Sei tu, un uomo libero?'' Rispondere, con grande sollievo: ''Si''

Domande da interrogazione

  1. Qual è il paradosso principale riguardante la libertà umana secondo il testo?
  2. Il paradosso principale è che, nonostante la libertà sia il nostro dono più prezioso, è anche la nostra più grande pena, poiché siamo noi stessi a creare le gabbie che ci limitano.

  3. Come viene descritta la libertà nel testo?
  4. La libertà è descritta come un'ombra che ci segue e si evolve con noi, capace di ingrandirsi e rimpicciolirsi, mutando e trasformandosi a nostra immagine.

  5. Cosa suggerisce il testo per raggiungere la vera libertà?
  6. Il testo suggerisce che per raggiungere la vera libertà dobbiamo smettere di avere paura della nostra ombra, accettando ogni angolo e sfumatura di noi stessi, per prendere possesso e coscienza della nostra libertà.

Domande e risposte

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