Concetti Chiave
- L'indifferenza è spesso alla radice del disagio esistenziale, caratterizzata da un atteggiamento di apatia verso gli altri.
- Esistono vari tipi di indifferenza: quella della natura verso l'umanità e quella tra esseri umani stessi.
- Seneca, nelle sue "Epistole a Lucilio", descrive la condizione disumana degli schiavi nell'antica Roma.
- Gli schiavi erano trattati come oggetti, con diritti limitati, e Seneca sottolinea la necessità di riconoscere la loro umanità.
- Nonostante la consapevolezza, Seneca non propone soluzioni contro la schiavitù, evidenziando l'accettazione sociale del sistema.
Indifferenza, tema
Molte volte alla base del disagio esistenziale c'è proprio l'indifferenza; è proprio l'atteggiamento di chi se ne infischia, di coloro ai quali non importa niente di nessuno. Cito una frase di khalil Gibran "il desiderio e metà della vita; l'indifferenza è già metà della morte". Esistono diversi tipi di indifferenza: quella della natura nei confronti degli uomini, quella degli uomini nei confronti di altri uomini. Questo è un problema che esisteva nel passato e ancora oggi persiste. Lo storico Seneca nelle "Epistole a Lucilio" aveva parlato della condizione degli schiavi a Roma i quali erano maltrattati, raccoglievano il vomito e gli sputi degli invitati durante il banchetto oltre a servire, stare svegli tutta la notte e con ironia Seneca dice "lo schiavo è uomo in camera da letto e fanciullo durante il convito" (in cubiculo vir, in convivio puer est). Gli schiavi venivano catalogati come "res" cioè "cose", beni patrimoniali sui quali i padroni avevano diritto di vita o di morte.
Seneca non propone nessun rimedio, vuole che si prenda atto della situazione. Ma non va contro la schiavitù anche perché allora il mercato di schiavi dava tanti profitti, erano usati per i compiti più svariati: pulizia della casa, cura dei bambini, dall'amministrazione alla cucina ecc. Seneca si era limitato a sostenere l'uguaglianza tra uomini liberi e schiavi dal punto di vista del diritto naturale. Riporto un passo di Seneca " At illi quibus non tantum coram dominis sed cum ipsis erat sermo, quorum os non consuebatur, parati erant pro domino porrigere cervicem, periculum inminens in caput suum auertere; in conviviis loquebantur, sed in tormentis tacebant" dove dice quelli che potevano parlare non solo in presenza del padrone ma con il padrone stesso, ovvero gli schiavi che non avevano la bocca cucita, erano pronti a offrire il loro collo, a stornare sudiste un pericolo che lo minacciasse, parlavano durante i banchetti ma tacevano sotto tortura.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'indifferenza nel disagio esistenziale secondo il testo?
- Come viene descritta la condizione degli schiavi nell'antica Roma secondo Seneca?
- Qual è la posizione di Seneca riguardo alla schiavitù?
L'indifferenza è vista come una delle cause principali del disagio esistenziale, rappresentando un atteggiamento di disinteresse verso gli altri, come evidenziato dalla citazione di Khalil Gibran.
Seneca descrive gli schiavi come "res", beni patrimoniali, sottolineando la loro mancanza di diritti e il trattamento disumano, pur riconoscendo l'uguaglianza naturale tra uomini liberi e schiavi.
Seneca non propone rimedi contro la schiavitù, ma si limita a riconoscere la situazione e a sostenere l'uguaglianza naturale tra uomini liberi e schiavi, senza opporsi al sistema schiavistico del suo tempo.