Concetti Chiave
- Il mediatore interculturale interpreta messaggi e collega mondi culturali, chiarendo rappresentazioni culturali per prevenire incomprensioni.
- Gli interventi del mediatore possono coinvolgere singoli individui o gruppi, affrontando problemi di comunicazione legati a fattori culturali.
- Per diventare mediatore culturale, si può scegliere tra un percorso universitario specifico o un corso di formazione professionale regionale.
- Le competenze richieste includono la padronanza di diverse lingue straniere e una conoscenza approfondita delle culture di provenienza dei migranti.
- I prerequisiti personali includono predisposizione all'ascolto, capacità comunicative e gestione efficace delle emozioni in situazioni difficili.
Indice
Le funzioni del mediatore culturale
Il mediatore interculturale ha due funzioni principali:• l'interpretazione dei messaggi provenienti da interlocutori diversi
• il collegamento tra due mondi culturali
È colui che rende comprensibili le rappresentazioni culturali, i valori e le norme associate, in modo bilaterale. Per fare questo, ha il ruolo di rivelarli, spiegarli e metterli in relazione. In effetti, la mediazione dà un senso a ciò che dà origine a molte incomprensioni, incomprensioni e persino sospetti.
Gli interventi possono riguardare singoli individui o gruppi. In generale, il campo d'azione si estende a tutti i problemi di comunicazione in cui sono coinvolti fattori culturali. In questo modo, il mediatore interculturale aiuta a riunire le persone invece di isolarle in aree culturali, letteralmente e figurativamente, che altrimenti trovano solo i loro limiti di esclusione e cancellano la ricchezza della diversità culturale.
Esemplificazioni
Ecco alcuni esempi di mediazioni interculturali:• Un insegnante chiede di incontrare i genitori di uno studente. È sorpreso che sia lo zio di quest'ultimo a venire all'appuntamento. In questo caso, il mediatore spiegherà che la famiglia proviene da una cultura in cui il fratello della madre è responsabile dei figli delle sue sorelle.
• un assistente sociale è sorpreso che il signor X abbia sposato la sorella della moglie defunta. Qui il mediatore spiegherà che è una regola morale nella sua cultura e che è molto rispettata.
• Un medico non capisce la riluttanza di una futura madre a parlare della sua gravidanza. Il mediatore le spiegherà che nella cultura originale di questa donna, è tabù parlare di un bambino non ancora nato. Attraverso di lui, il medico spiegherà il significato delle sue domande e il concetto di protezione. La futura mamma può integrare questa nozione poiché è proprio "per la protezione" del bambino che si è rifiutata di parlare.
Gli interventi possono riguardare singole persone o gruppi, ma sia le persone in difficoltà che coloro che lavorano con loro. Più in generale, il campo d'azione si estende a tutti i problemi di comunicazione in cui sono coinvolti fattori culturali. Il mediatore interculturale aiuta anche a riunire le persone invece di isolarle in aree culturali, letteralmente e figurativamente, che altrimenti trovano solo i loro limiti di esclusione e cancellano la ricchezza della diversità culturale.
Come si diventa mediatore culturale
• Dopo il diploma di scuola media superiore, si hanno due possibilità• Iscriversi ad una facoltà universitaria in è attivo una laurea triennale + magistrale o a ciclo unico per mediatore culturale, corsi ormai presenti in molte università italiane
• Frequentare un apposito corso organizzato dalla formazione professionale della Regione
Requisiti professionali
Questa professione è direttamente correlata alla padronanza delle lingue straniere la cui scelta è in relazione con l’area di provenienza dei migranti. Oltre all’inglese, è ragionevole orientarsi verso il francese per coprire soprattutto l’Africa del Nord e centrale, lo spagnolo per coprire l’America latina, l’arabo per i contatti con coloro che provengono dalle aree di religione musulmana. Esiste poi anche il russo e il romeno per i paesi dell’est. Assai utili sono anche il portoghese e il cinese, vista la presenza massiccia di cinesi. Oltre alle lingue è necessario conoscere in modo approfondito la civiltà, la cultura e le tradizioni dei paesi di provenienze ed avere delle competenze specifiche della tecnica di interpretariato. È anche fondamentale sapersi orientare nella normativa riguardante l’immigrazione e l’asilo, oltre a competenze di tipo sanitario, amministrativo, psicologico e educativo. Ecco perché i percorsi comprendono anche discipline quali diritto, economia, geografia politico-economica e antropologia.
Prerequisiti personali
Si deve anche tener conto di alcuni requisiti personali quali: essere predisposto all’ascolto e al rapporto con gli altri e avere delle ottime capacità comunicative che sono alla base della professione di mediatore. Poiché può trovarsi di fronte a situazioni difficili, al fine di evitare un nocivo accumulo di tensione, occorre anche che il mediatore culturale sia in grado di gestore in modo efficace e costruttivo le proprie emozioni.Domande da interrogazione
- Quali sono le funzioni principali del mediatore culturale?
- Cosa fa il mediatore interculturale per rendere comprensibili le rappresentazioni culturali?
- Quali sono alcuni esempi di mediazioni interculturali?
- Chi può beneficiare degli interventi del mediatore interculturale?
- Quali sono i requisiti professionali per diventare un mediatore culturale?
Le funzioni principali del mediatore culturale sono l'interpretazione dei messaggi provenienti da interlocutori diversi e il collegamento tra due mondi culturali.
Il mediatore interculturale rivela, spiega e mette in relazione le rappresentazioni culturali per renderle comprensibili.
Alcuni esempi di mediazioni interculturali includono spiegare le tradizioni familiari di diverse culture, interpretare regole morali culturali e spiegare tabù culturali.
Gli interventi del mediatore interculturale possono beneficiare sia singoli individui che gruppi, inclusi coloro che si trovano in difficoltà e coloro che lavorano con loro.
I requisiti professionali per diventare un mediatore culturale includono la padronanza delle lingue straniere, la conoscenza approfondita della civiltà e della cultura dei paesi di provenienza e competenze specifiche di interpretariato.