Concetti Chiave
- Carlo Levi, originario di Torino, è conosciuto per il romanzo "Cristo si è fermato a Eboli", che denuncia l'arretratezza del Sud Italia.
- Il suo romanzo narra l'isolamento e la miseria della Basilicata, con una critica alla burocrazia e alle forze dell'ordine del tempo.
- Levi propone una rivoluzione contadina come unica via per risolvere i problemi sociali e culturali del Meridione.
- Il suo stile, a tratti mitico, esplora le origini arcaiche della cultura contadina, mescolando realtà e mitologia.
- Oltre al famoso romanzo, Levi ha scritto opere critiche come "Le parole sono pietre" e "Il futuro ha un cuore antico".
Tema su Carlo Levi e La tragedia del meridione
Carlo Levi si è affermato come uno dei maggiori scrittori della letteratura d’opposizione, soprattutto grazie al capolavoro Cristo si è fermato a Eboli. Traccia un breve profilo di questo autore.
Carlo Levi è noto al modo intero per il suo famoso romanzo Cristo si è fermato a Eboli, libro-testimonianza dell’inimmaginabile arretratezza della gente del Sud.
Nato a Torino da una famiglia di origine ebraica nel 1902, Carlo Levi si laureò in medicina, ma si dedicò, invece, alla pittura. Promotore di attività antifasciste, fu prima arrestato e poi confinato, verso il 1935, in un dimenticato paesino della Lucania, che sarà l’ispiratore del suo celebre romanzo. Levi aderì all’ideologia di sinistra: nel 1943, tornato in Italia dopo un soggiorno in Francia, aderisce al Partito d’azione e unisce all’attività politica quella giornalistica.
Nel 1945, esce il suo romanzo più famoso. Il titolo dell’opera, Cristo si è fermato a Eboli, già racchiude in sé un enorme significato: Eboli è un paese del Salernitano quasi a confine con la Basilicata, e significa che la regione cristiana, con il suo messaggio di amore e rispetto, non è andato oltre questo paese, non è riuscito a penetrare, dunque, nella Basilicata, abbandonata in uno stato di miseria secolare, e gli abitanti stessi dichiarano: “Noi non siamo cristiani, non siamo uomini, non siamo considerati uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancora meno che bestie…, perché noi dobbiamo subire il mondo dei cristiani, che sono di là dall’orizzonte e sopportare il peso e il confronto”.
Lodevole l’impegno dello scrittore nel rifuggire dal consueto impianto diari stico, puntando invece a una ricostruzione storica estremamente precisa dell’ambiente, scelto come esempio per descrivere il tragico sottosviluppo del Meridione. Levi evidenziò come la miseria e l’arretratezza culturale del Sud fossero soltanto una delle piaghe dei suoi derelitti abitanti, costretti a subire anche le angherie perpetrate dai burocrati e dalla polizia, la cui principale funzione sembrava essere diventata l’intimidazione fine a se stessa.
Cristo si è fermato a Eboli testimonia anche l’eterna incapacità della classe contadina di avvicinarsi in qualche modo alle strutture politiche e sociali moderne, contro le quali, anzi, essa si scaglia, combattendole ciecamente e ricorrendo talora anche al brigantaggio o alla ribellione totale, finendo però inevitabilmente scornata. La spietata analisi di Levi, operata sull’intera cultura contadina, è tanto accorata e partecipe da sconfinare nell’utopia quando afferma che solo una rivoluzione contadina, unitamente all’autonomia assoluta delle classi sociali, porterebbe forse alla soluzione del problema.
Infine, va rilevata la componente tardo-decadente che si nasconde in Levi, talora intento ad avvolgere in un alone mitico il mondo contadino che rappresenta, del quale sottolinea le origini arcaiche per poi avventurarsi oltre i confini della storia e inoltrarsi verso i sentieri irrealistici della mitologia, che troppo spesso, quando si parla di Meridione, viene tirata in ballo, allo scopo di giustificarne l’arretratezza con concetti irrazionali, nei quali trovano spazio espressioni come “terra arcana e misteriosa”, “un enigma ancora da decifrare”, “le sue apparenze molteplici”, “la sua essenza nascosta” e altre finezze simili.
Le opere successive testimoniano ulteriormente il suo impegno di critico accanito della società del suo tempo: L’orgoglio, Le parole sono pietre (indagine sulla politica siciliana strettamente connessa alla mafia). Appunti e impressioni dei suoi viaggi in Russia e in Germania danno luogo agli scritti Il futuro ha un cuore antico e La doppia notte dei tigli. Levi è morto a Roma nel 1975.
Domande da interrogazione
- Chi era Carlo Levi e quale fu il suo contributo principale alla letteratura?
- Qual è il significato del titolo "Cristo si è fermato a Eboli"?
- Quali temi principali emergono nel romanzo "Cristo si è fermato a Eboli"?
- Come descrive Levi la cultura contadina nel suo romanzo?
- Quali altre opere ha scritto Carlo Levi e quali temi trattano?
Carlo Levi era un autore e pittore italiano noto per il suo romanzo "Cristo si è fermato a Eboli", che denuncia l'arretratezza e la miseria del Sud Italia.
Il titolo indica che il messaggio cristiano di amore e rispetto non è riuscito a penetrare oltre Eboli, lasciando la Basilicata in uno stato di abbandono e miseria.
Il romanzo esplora la miseria, l'arretratezza culturale del Sud, e l'oppressione da parte di burocrati e polizia, evidenziando l'incapacità della classe contadina di integrarsi nelle strutture moderne.
Levi analizza la cultura contadina con partecipazione, suggerendo che solo una rivoluzione contadina e l'autonomia sociale potrebbero risolvere i problemi del Sud.
Tra le altre opere di Levi ci sono "L'orgoglio" e "Le parole sono pietre", che indagano la politica siciliana e la mafia, oltre a scritti sui suoi viaggi in Russia e Germania come "Il futuro ha un cuore antico" e "La doppia notte dei tigli".