Concetti Chiave
- Il rapporto padre-figlio nell'antica Roma era caratterizzato da un'autorità assoluta del pater familias, con i figli considerati come possedimenti.
- Le commedie di Plauto e le opere di Terenzio riflettono i conflitti generazionali, con Terenzio che promuove un approccio più aperto e comprensivo.
- Terenzio propone un'educazione familiare basata sulla fiducia e la comprensione, piuttosto che sull'autoritarismo, anticipando concezioni moderne.
- Kafka sottolinea l'importanza di incoraggiamento e gentilezza nei confronti dei giovani, suggerendo che l'autoritarismo non è efficace.
- Durante l'adolescenza, i ragazzi necessitano di un supporto che li aiuti a concretizzare le loro attitudini e a trovare la giusta direzione.
Saggio breve - Genitori e figli
Il rapporto tra padri e figli è sempre stato problematico o almeno complesso. Come afferma G. Garbarino, "il padre romano aveva diritto di vita e di morte sul figlio": nell’antica Roma la prole era tenuta in uno stato di totale soggezione all'autorità del pater familias, che aveva la possibilità di accettare o meno un figlio alla nascita e per tutta la vita manteneva il potere decisionale secondo l’idea che "i figli sono oggetti in possesso dei genitori".
Questa condizione è testimoniata in molti testi letterari, come nelle commedie plautine, in cui è spesso rappresentato un adulescens che deve ricorrere ai sotterfugi del servus callidus per ingannare il padre che non comprende i desideri giovanili.
Grazie poi all’incontro con la cultura greca, di orizzonti più vasti, il problema del conflitto generazionale diventa un tema centrale anche delle rappresentazioni teatrali di Terenzio.
Nelle sue opere e negli Adelphoe in particolare, dove afferma "E’ dovere di un padre abituare il figlio a comportarsi secondo la sua volontà e non per timore degli altri: questa è la differenza tra un padre ed un padrone", Terenzio si schiera a favore di un’apertura maggiore nei rapporti familiari e di un’educazione meno rigida e più rispettosa delle inclinazioni dei propri figli, assumendo una concezione assolutamente attuale.
Alla base del legame padre-figlio deve esserci la confidenza, la fiducia reciproca: Terenzio non rifiuta in maniera netta e decisa la tradizionale patria potestas, ma indica come vie migliori la comprensione e l’ascolto al fine di rigenerare un rapporto più maturo.
Come sottolineato da G.
Ora, rispetto al passato, come afferma Kafka, i ragazzi avrebbero "bisogno di qualche incoraggiamento, di un po’ di gentilezza che facilitasse loro il cammino…": ancora adesso, più di prima, gli adolescenti cercano una figura di riferimento che non semplifichi tutto con l’autoritarismo, ma che aiuti a capire e a individuare la giusta direzione da prendere.
È per questo motivo che un padre deve riflettere attentamente sulle indicazioni di percorso da dare ai propri figli e soprattutto sulle modalità espressive da utilizzare per rendere i suoi messaggi più efficaci. In definitiva, l’adolescenza è un passaggio difficile, contornato da disagi, insicurezza ed attimi di nostalgia, ma, allo stesso tempo, dotato di presunzione, frenesia, fretta di crescere per sentirsi autonomo e non dipendere ogni momento dai genitori: è proprio in questo periodo in cui i ragazzi sono pieni di aspettative per il futuro che deve subentrare la figura del genitore, in grado di aiutarli a concretizzare le loro attitudini, comprenderli e dar loro il giusto sostentamento.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo del padre nell'antica Roma secondo G. Garbarino?
- Come viene rappresentato il conflitto generazionale nelle opere di Terenzio?
- Qual è la differenza tra l'adulescens plautino e il giovane terenziano secondo G. Cupaiuolo?
- Qual è il ruolo del genitore nell'adolescenza secondo il testo?
Nell'antica Roma, il padre aveva un'autorità assoluta sui figli, con il diritto di vita e di morte, mantenendo il potere decisionale per tutta la vita del figlio, considerato un oggetto in possesso dei genitori.
Terenzio, nelle sue opere, promuove un rapporto padre-figlio basato sulla confidenza e fiducia reciproca, suggerendo un'educazione meno rigida e più rispettosa delle inclinazioni dei figli, in contrasto con la tradizionale patria potestas.
Il giovane terenziano è rappresentato come un uomo maturo, ricco di humanitas e liberalitas, a differenza dello scapestrato adulescens plautino, riflettendo una novità assoluta per il periodo.
Il genitore deve essere una figura di riferimento che aiuta l'adolescente a capire e individuare la giusta direzione, offrendo sostegno e comprensione per concretizzare le loro attitudini e affrontare le sfide dell'adolescenza.