virgi994
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Concetti Chiave

  • Il razzismo è spesso basato su false convinzioni di superiorità legate a caratteristiche fisiche, come il colore della pelle, che la genetica moderna dimostra non avere fondamento.
  • Il più tristemente noto esempio di razzismo è il nazismo, che ha portato a persecuzioni di massa, evidenziando il potenziale distruttivo di tali ideologie.
  • Il razzismo si manifesta anche in forme meno evidenti, come il classismo e il sessismo, che creano divisioni basate su classe sociale o sesso.
  • L'utilitarismo spiega il razzismo come un mezzo per mantenere vantaggi politici ed economici, difendendo privilegi e potere di specifici gruppi.
  • Il dialogo e l'educazione, a partire dalla famiglia e nelle scuole, sono cruciali per combattere il razzismo e prevenire la sua diffusione attraverso fenomeni come il bullismo.

Dialogo contro il razzismo

Il razzismo è definito generalmente come la tendenza a difendere la purezza della propria etnia da ogni possibile contaminazione da parte di altre popolazioni ritenute inferiori, attraverso lo sterminio o l’isolamento di queste ultime.
Possiamo parlare di razzismo già nell’antichità, quando i Romani chiamavano barbari i popoli che si distinguevano da loro per lingua, usanze e credenze particolari.
Afferma Buiatti ne ‘Razzismo e biologia’ che “ Risulta chiaro che il colore della pelle non distingue razze diverse, tanto è vero che, ad esempio, per molti caratteri noi italiani, […], siamo più vicini agli africani che agli svedesi.”
Grazie alla genetica infatti possiamo oggi affermare che tutti i componenti della specie umana costituiscono un solo insieme omogeneo e che due gruppi etnici differenti lo sono solamente in apparenza, poiché a causa dell’adattamento ad ambienti esterni diversi, il loro aspetto esteriore è cambiato, ma dal punto di vista genetico sono assai vicini.
Per questa ragione, come sottolinea ancora Buiatti, spesso “il colore della pelle viene invece usato come ‘marchio’ per distinguere popoli […] più poveri e deboli di noi che è più facile emarginare una volta che sia stato trovato un carattere distinto ed ereditario”.
In altre parole possiamo perciò definire il razzismo come la convinzione che a certe differenze anatomiche osservabili tra i gruppi umani, come appunto colore della pelle, altezza, religione…, corrisponda una superiorità o inferiorità intellettuale e morale.
Nessuno potrebbe mai dimenticare il più grande e atroce esempio di razzismo che il mondo ha conosciuto, ovvero il periodo del nazismo, durante il quale la maggior parte della popolazione ebraica e non solo fu vittima di persecuzioni e massacri.
Ancora oggi, seppur vi sia stata una notevole crescita dal punto di vista sociale, si parla ancora di razzismo.
Tale è la considerazione di Taguleff ne ‘Face au racisme’: “Gli stermini di massa dei nostri giorni sono accompagnati regolarmente da razionalizzazioni patriottiche e nazionaliste, invocate per giustificare il principio dell’autodeterminazione […]”.
Gli stermini sono conseguenza verso le altre popolazioni di un odio profondo, così profondo da trasformarsi in paura, che ci porta a formare i nostri piccoli gruppi, il nostro partito politico, la nostra squadra di calcio, e, mentre tutti gli altri sono potenziali nemici, noi siamo i migliori.
Tuttavia vi sono state, e purtroppo vi sono ancora oggi, altre forme di razzismo non meno importanti, che hanno assunto nomi specifici in base all’oggetto della discriminazione: ad esempio il classismo per quanto riguarda la disparità di classe sociale o il sessismo se tale distinzione avviene in base al sesso.
Ciò è ribadito anche da Casati ne ‘Come sgonfiare il nostro razzismo’ quando scrive: “ La classificazioni sono basate su qualsiasi segno distintivo che aiuti il formarsi di coalizioni”.
Una spiegazione del genere può essere spiegata solamente attraverso l’utilitarismo: il razzismo cioè nascerebbe prevalentemente da motivi di utilità politica, difesa dei privilegi, dell’economia e del potere di una fazione sull’altra.
Lo sradicamento di una convinzione così profonda è causata da una sempre maggiore mancanza di dialogo, a partire già dalla famiglia.
Se poi pensiamo alla scuola come al luogo in cui far educare i nostri figli da altri sbagliamo perché è proprio questa mancata ‘istruzione’ famigliare che provoca fenomeni come il bullismo, che se non sradicato potrebbe in un futuro neanche così lontano portare a situazioni di rancore e violenza, che sfociano poi in movimenti razzisti.
Proprio per questo motivo ciò che non deve spaventarci è il dialogo, la relazione con gli altri, in modo da permettere lo scambio di opinioni e la conoscenza di coloro che poi tanto diversi da noi non sono.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione di razzismo secondo il testo?
  2. Il razzismo è definito come la tendenza a difendere la purezza della propria etnia da altre popolazioni ritenute inferiori, attraverso lo sterminio o l'isolamento.

  3. Come la genetica moderna contraddice le idee razziste?
  4. La genetica dimostra che tutti gli esseri umani costituiscono un insieme omogeneo e che le differenze etniche sono solo apparenti, dovute all'adattamento a diversi ambienti esterni.

  5. Qual è l'esempio storico più atroce di razzismo menzionato nel testo?
  6. Il periodo del nazismo, durante il quale la popolazione ebraica e altre furono vittime di persecuzioni e massacri, è citato come il più grande esempio di razzismo.

  7. Quali sono altre forme di discriminazione simili al razzismo?
  8. Altre forme di discriminazione includono il classismo, basato sulla disparità di classe sociale, e il sessismo, basato sul sesso.

  9. Qual è la soluzione proposta per combattere il razzismo?
  10. La soluzione proposta è il dialogo e la relazione con gli altri, per permettere lo scambio di opinioni e la conoscenza reciproca, riducendo così il pregiudizio.

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