Concetti Chiave
- La disoccupazione giovanile è aggravata dai cambiamenti nei modi di produzione, come l'automazione e la tecnologia informatica, che riducono i posti di lavoro disponibili.
- Esiste una crescente disuguaglianza tra la classe dirigente e quella operaia, con salari fissi per quest'ultima e un peggioramento della qualità della vita per molti.
- Il concetto di lavoro fisso è sorpassato; le nuove generazioni devono essere flessibili e pronte a riqualificarsi continuamente per adattarsi a nuovi ruoli.
- La formazione continua e la disponibilità a imparare autonomamente sono essenziali per affrontare la disoccupazione e adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro.
- I giovani, in particolare, devono avere più opportunità di inserimento lavorativo per acquisire esperienza e costruirsi un futuro stabile e redditizio.
I giovani e la crisi: la disoccupazione.
Numerose sono le circostanze che concorrono e hanno concorso alla determinazione del problema della disoccupazione, che oggi giorno si verifica soprattutto tra i giovani e la crisi economica contribuisce ad aumentare il numero dei disoccupati.
I motivi più comuni sono i continui cambiamenti nei modi di produzione, che oggi vedono l'avanzare della automazione e della tecnologia informatica in molti settori e la razionalizzazione della produzione che si concentra sulla quantità del profitto e sulla riduzione dei costi. Si intende quindi dimostrare il problema costituito dalla difficoltà di trovare un lavoro tra i giovani e con quali strumenti e soluzioni si intende risolvere il problema.
Numerose persone finiscono così per non trovare lavoro o per perderlo, perché per età o grado di istruzione non riescono ad adeguarsi alle nuove tecnologie.

Il problema della disoccupazione tenderà ad essere permanente, ma davvero la nostra esistenza sarà modificata anche negli anni a venire da questa piaga, malgrado i continui progressi raggiunti dalla scienza e dalla tecnica?
Si spera di no perché bisogna dare la possibilità a tutti di riuscire ad entrare nel mondo del lavoro, soprattutto ai giovani che fanno sempre più fatica ad inserirsi, ma che sono il futuro della società.
La disoccupazione non è un problema nuovo, ma avendo la rivoluzione industriale cambiato il volto dell'Occidente, si ripresenta ad ogni significativo cambiamento tecnologico.
Bisogna svincolarsi dall'idea che i posti di lavoro siano una quantità fissa che non permette l’entrata di nuove menti perché molto dipende dalla decisione di individui e società e dalla loro capacità di allontanare nuove necessità. Il numero di posti di lavoro dipende quindi anche dalla buona volontà e dalla cultura dell’individuo. “Lavoro e mercati” del dicembre 1999 esprime che il lavoro fisso è ormai superato perché le nuove generazioni avranno tecnologie superiori applicate ai processi di produzione e si potranno avere mutamenti di lavoro durante il corso della vita. Da qui la necessità che il lavoratore si riqualifichi sempre e in breve tempo. La scuola deve dare ai giovani una preparazione ampia e flessibile per essere considerata il futuro dell’uomo. Per fronteggiare il problema della disoccupazione bisogna considerare il lavoro in modo diverso, non una condanna, ma un impegno serio e soprattutto creativo, dove ciascuno esprima la propria personalità. Non ci dovrebbe essere più la cultura ad oltranza del posto fisso, a cui si accedeva per diritto, senza avere magari nessun requisito, ma maggiori flessibilità e impegno, maggiore volontà di raggiungere dei risultati, di porsi al servizio di individui e comunità, in modo intelligente e utile. Soprattutto sarà necessario responsabilizzare gli individui, far sì che facciano propria l'idea di formazione continua nello sviluppo di adeguati percorsi formativi.
Importante sarà una scolarizzazione diffusa, ma ancora più importante la disponibilità a imparare in autonomia nell'intero arco della vita, anche fuori dal normale contesto scolastico.Il lavoratore necessita di occupazioni sufficientemente attraenti, pagate adeguatamente, di alternare periodi di lavoro a periodi di studio e di un tempo libero flessibile. Sarà necessario attutire gli squilibri sociali affinché impediscano lo sviluppo della povertà e offrano a tutti opportunità di formazione e di cambiamento.
Il problema più importante è quello dei giovani che costituiscono, tra i 15 e 24 anni, il maggior numero di disoccupati; questi riescono ad introdursi nel lavoro solo con incarichi temporanei e a orario ridotto perché è richiesta esperienza che non può essere acquisita senza lavoro. Quindi bisognerebbe dare maggiori opportunità ai giovani di entrare nel mondo del lavoro per crearsi cosi una vita propria e redditizia.
Domande da interrogazione
- Quali sono le cause principali della disoccupazione giovanile?
- Come influisce la disuguaglianza tra classi sociali sulla disoccupazione?
- Qual è il ruolo dell'istruzione nella risoluzione del problema della disoccupazione?
- Perché è importante considerare il lavoro in modo diverso rispetto al passato?
- Quali soluzioni sono proposte per migliorare l'accesso dei giovani al mondo del lavoro?
Le cause principali includono i continui cambiamenti nei modi di produzione, l'automazione, la tecnologia informatica e la razionalizzazione della produzione che si concentra sul profitto e sulla riduzione dei costi.
La disuguaglianza tra la classe dirigente e quella operaia si manifesta nei salari fissi e in crescita per la classe dirigente, mentre la classe operaia vede diminuire i redditi, contribuendo alla disoccupazione e alla minaccia per la qualità della vita.
L'istruzione deve fornire una preparazione ampia e flessibile, promuovendo la formazione continua e l'apprendimento autonomo per adattarsi ai cambiamenti tecnologici e alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
È importante considerare il lavoro come un impegno serio e creativo, non una condanna, promuovendo flessibilità, impegno e volontà di raggiungere risultati, per adattarsi ai mutamenti del mercato del lavoro.
Si propone di offrire maggiori opportunità di lavoro ai giovani, promuovendo incarichi che permettano di acquisire esperienza, e di attutire gli squilibri sociali per impedire lo sviluppo della povertà e offrire opportunità di formazione e cambiamento.