Lisa_B_
Ominide
5 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • Dante Alighieri esprime la sua delusione politica attraverso i personaggi della Divina Commedia, criticando le divisioni e i conflitti in Italia.
  • Nel Purgatorio, Dante utilizza figure come Sordello e Catone per sottolineare il tema della libertà e la necessità di riforme morali e spirituali.
  • Manfredi, pur essendo un peccatore, è valorizzato per il pentimento, evidenziando la critica di Dante alla Chiesa per la sua incapacità di perdonare.
  • Le invettive di Dante nel Purgatorio si rivolgono all'Italia nel complesso, mentre nell'Inferno sono più focalizzate su Firenze.
  • Dante utilizza un linguaggio forte e diretto nelle sue apostrofi per esprimere il suo desiderio di un'Italia unita e libera da conflitti.

Indice

  1. Dante e l'esilio
  2. Il canto VI del Purgatorio
  3. Il Veltro e l'utopia
  4. Catone e la libertà
  5. Manfredi e la critica alla Chiesa
  6. Apostrofi e invettive

Dante e l'esilio

Dante Alighieri, l’esiliato per eccellenza, il nostalgico infuriato nei confronti della patria, un’anima insicura e combattuta durante gran parte della propria vita, non poté far altro che condividere i suoi pensieri. Travolto dalla guerra tra guelfi bianchi e guelfi neri, infatti, viene ingannato ed esiliato dalla sua amatissima Firenze, e questo gli provoca una ferita che non si rimarginerà mai, ferita tanto profonda che nelle tre cantiche il tema politico è costantemente affrontato.

Il canto VI del Purgatorio

Per quanto riguarda il Purgatorio, Dante ci presenta il suo pensiero tramite i particolareggiati personaggi e le violente apostrofi, riferendoci spesso indirettamente ciò che riguarda la terra. Come non cominciare dal canto VI del Purgatorio? Sordello, un’anima solitaria e disdegnosa che, non appena comprende l’origine mantovana di Virgilio, corre ad abbracciarlo, dimenticando qualsiasi disputa terrena del passato. Sembra quasi di ascoltare Dante dire: “Perché l’Italia non si comporta in questo modo?”. Ed è inevitabile il paragone con il canto VI dell’Inferno, il canto in cui Ciacco mette in luce l’estrema conflittualità tra fazioni che lacera l’Italia (in particolare Firenze) e la allontana dalla pace. Dante è estremamente deluso, il suo desiderio è ciò che più si allontana dalla realtà; “Molti son li animali a cui s'ammoglia e più saranno ancora, infin che'l veltro verrà, che la farà morir con doglia”.

Il Veltro e l'utopia

Il Veltro con cui Dante si presenta nella sua Commedia, il portatore dell’ordine, riformatore mandato da Dio, il distruttore della “lupa” cupidigia, resta un’utopia, non si manifesta e nel suo percorso Dante arriva a domandarsi se Dio stia effettivamente prestando attenzione all'Italia (sempre nel fondamentale canto VI). Per questo Dante apprezza ogni sprazzo di vitalità, ogni carattere positivo anche in soggetti poco vicini alla sua idea di uomo ideale, qualsiasi luce è un’enorme speranza per Dante, che vorrebbe riformare l’umanità intera.

Catone e la libertà

Basta guardare Catone, non solo pagano, ma repubblicano e addirittura suicida. Perché Dante avrebbe dovuto sceglierlo per un ruolo così importante come il guardiano del Purgatorio? Sicuramente per la sua severità e rigore morale e spirituale derivati dallo stoicismo, ma soprattutto per la sua estrema difesa della libertà personale.

Egli, essendo sfuggito a Cesare togliendosi la vita, rappresenta la libertà dal peccato che le anime del Purgatorio stanno cercando di raggiungere e la determinazione che ogni Italiano dovrebbe possedere. Dante è strabiliante in questo suo modo di oltrepassare le sue convinzioni, non solo senza eliminare un personaggio a prescindere, ma anche e soprattutto attribuendo loro delle posizioni fondamentali.

Manfredi e la critica alla Chiesa

Anche Manfredi, sebbene abbia commesso orribili peccati, nel canto III del Purgatorio viene esaltato da Dante per il suo pentimento. Tuttavia, la sua funzione più importante è quella di spostare l’attenzione sulla critica alla Chiesa: mentre essa pretende di rappresentare Dio in terra, è invece in una posizione molto più bassa, non solo in quanto terrena, ma anche in quanto incapace di perdonare. La Chiesa, infatti, non ha perdonato i peccati di Manfredi, mentre Dio l’ha fatto, mandandolo nel Purgatorio.

Apostrofi e invettive

Questi personaggi sono spesso affiancati a diverse apostrofi, invettive nei confronti dell’Italia che risultano violente e decise. Sicuramente notiamo una differenza tra Inferno e Purgatorio: nella prima cantica le invettive sono dirette principalmente a Firenze, con la quale Dante ha un contatto più profondo; nella seconda cantica, invece, sebbene Firenze sia ancora presente, le apostrofi sono dirette in generale all'Italia. Vediamo, per esempio, l’apostrofe del canto VI del Purgatorio: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” (con quale veemenza di parole, inoltre, Dante si discosta dal suo solito poetare, per uno scopo che vuole raggiungere fortemente) messa in contrapposizione con, per esempio, l’apostrofe del canto XXVI dell’Inferno: “Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande che per mare e per terra batti l'ali, e per lo ’nferno tuo nome si spande!” (da notare l’ironia aspra con cui Dante rimprovera la sua patria dopo aver incontrato i “consiglieri fraudolenti” Ulisse e Diomede). Insomma, sicuramente il Purgatorio e l’Inferno sono diversi nella loro grande somiglianza. Sebbene in modo differente rispetto all'Inferno, nel Purgatorio Dante mostra chiaramente il suo pensiero politico, utilizzando con intelligenza ed inerenza i personaggi politici principali del suo tempo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema politico ricorrente nelle opere di Dante Alighieri?
  2. Il tema politico ricorrente nelle opere di Dante è la critica alla divisione e conflittualità tra fazioni in Italia, in particolare a Firenze, e il desiderio di un riformatore che porti ordine e pace.

  3. Come viene rappresentato il personaggio di Sordello nel Purgatorio?
  4. Sordello è rappresentato come un'anima solitaria e disdegnosa che abbraccia Virgilio, dimenticando le dispute terrene, simbolizzando l'unità che Dante desidera per l'Italia.

  5. Qual è il significato del "Veltro" nella Commedia di Dante?
  6. Il "Veltro" rappresenta un riformatore mandato da Dio per distruggere la cupidigia e portare ordine, un'utopia che Dante spera si realizzi per il bene dell'Italia.

  7. Perché Dante sceglie Catone come guardiano del Purgatorio?
  8. Dante sceglie Catone per la sua severità, rigore morale e spirituale, e la sua estrema difesa della libertà personale, rappresentando la libertà dal peccato.

  9. Come Dante critica la Chiesa attraverso il personaggio di Manfredi?
  10. Dante critica la Chiesa per la sua incapacità di perdonare, evidenziando che, mentre la Chiesa non ha perdonato Manfredi, Dio lo ha fatto, mandandolo nel Purgatorio.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community