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di Margherita Paolini
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la convivenza tra coinquilini è una delle prime realtà che ogni matricola si ritrova ad affrontare: ecco alcuni consigli

Una delle situazioni con cui ogni universitario fuorisede deve fare i conti è la convivenza con dei coinquilini. A meno che la giovane matricola non abbia optato per l’eremitaggio in un monolocale tutto per sé. Ogni anno gli studenti che lasciano il proprio paese per raggiungere le grandi e medie città universitarie sono molti. Secondo uno studio condotto da Almalaurea in Italia gli studenti fuorisede sono circa il 25% del totale degli iscritti. Questo significa che uno studente su 4 studia in una regione diversa da quella di provenienza e si ritrova a condividere casa, spazi, camera e quotidianità con un o più ragazzi che come lui hanno lasciato il nido.

POT-POURRI DI ACCENTI- Sono soprattutto gli studenti del Sud o delle piccole regioni ad emigrare verso i grandi poli universitari della Capitale o delle città centro-settentrionali. La regione con il più alto tasso di fuorisede è la Basilicata. Mentre i giovani di Toscana, Lazio e Lombardia tendono a non allontanarsi troppo dal proprio paese di residenza. Nelle case affittate agli studenti domina, nella maggior parte dei casi, un pot-pourri di accenti e un mix di odori appartenenti a diverse tradizioni gastronomiche.

STABILITE DELLE REGOLE- La prima cosa da fare per facilitare l’inizio dell’esperienza fuori sede è stabilire delle pacifiche regole di convivenza. Meno siete, meglio è: questo è certo. Organizzate gli spazi, dividendo quelli comuni da quelli personali: non occorrono, almeno all’inizio, divieti d’accesso per ricordare i confini. Chiarite da subito se volete optare per la spesa comune o individuale: nel primo caso occorrerà un fondo cassa condiviso e un bravo e responsabile amministratore; nel secondo, invece, dovrete concordare scaffali e ripiani del frigorifero, sperando di non dovervi svegliare la mattina senza latte a causa di qualche furto notturno.

LA PULIZIA CONTA- Vivere in una casa senza igiene è davvero una delle esperienze più brutte che si possano fare. La giovane età è sinonimo di inesperienza, ma la buona educazione dovrebbe insegnare a rispettare poche essenziali regole di civiltà. Ma se vi conoscete bene e sapete che non siete fatti per le pulizie domestiche e avete intuito che anche i vostri coinquilini non faranno nulla per rendere la casa uno splendore, allora conviene che assumiate una brava domestica che, una o due volte a settimana, tenti di arginare il caos imperante. Se i borsellini piangono miseria, allora rimboccatevi le maniche e datevi da fare, bastano poche essenziali operazioni: lavare i piatti terminati i pasti, lavare il bagno a turni, ordinare le buste della spesa, aprire le finestre.

ESEMPI DAI SOCIAL- Per chi fosse all’inizio dell’esperienza fuorisede è consigliabile reperire informazioni, iniziandosi a fare un’idea, sul web. Su Facebook esistono diverse pagine sulla convivenza tra coinquilini: “Roba da coinquilini” è il blog dedicato alla sopravvivenza. Esilarante la pagina “Il coinquilino di merda” dove si trovano tutti gli esempi del cattivo coinquilino, quello che rende la vita impossibile e l’appartamento un letamaio: c’è chi dimentica i piatti sporchi per i mesi estivi di vacanza nel lavandino, chi usa l’acquario dei pesci come portacenere facendoli tutti secchi, chi preso dall’ispirazione usa i vetri delle finestre come lavagna. Sbirciate e fatevi un’idea di quelle che possono essere le rogne a cui andrete in contro.

E tu hai stabilito delle regole di convivenza con i tuoi coinquilini?

Margherita Paolini

Data pubblicazione 22 Settembre 2013, Ore 9:59 Data aggiornamento 22 Settembre 2013, Ore 10:13
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