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L’Australopiteco venne soppiantato dall’Homo habilis, che si diffuse a partire da 3 milioni di anni or sono, sempre nell’Africa australe. L’altezza dell’individuo era cresciuta fino a 1 metro e 30 centimetri e anche le dimensioni del cervello erano aumentate: circa 800 centimetri cubici. Quest’ominide era capace di fabbricare strumenti in pietra, sassi scheggiati che venivano probabilmente utilizzati per staccare, pulire e tagliare la carne dalle carcasse di animali morti: ecco l’origine del nome Homo habilis.
All’Homo habilis successe poi l’Homo erectus, chiamato così perché aveva definitivamente assunto la postura eretta e rinunciato nel camminare all’ausilio delle braccia. I reperti fossili della sua presenza fanno presumere che visse tra 1,5 milioni e 200.000 anni fa. Era alto circa 1 metro e 50 centimetri e il suo cervello raggiungeva ormai un volume di 1200 centimetri cubici. Il ritrovamento di crani di Homo erectus misti a cenere ci permette di affermare che conosceva il fuoco. Di sicuro lavorava la pietra con più cura dei predecessori, ottenendone asce o ciottoli taglienti sui due lati e con la punta acuminata utilizzati come utensili o armi. L’Homo erectus raggiunse molte regioni: partito dall’Africa, arrivò in Europa e in Asia, e infine in Indonesia e in Cina.