Concetti Chiave
- L'epopea napoleonica in Francia e in Europa suscitò sentimenti contrastanti tra entusiasmo e terrore.
- In Italia, un movimento giacobino formato da ceto medio borghese era diviso tra moderati liberali e radicali repubblicani.
- La rivoluzione francese fu vista come l'inizio di una nuova era contro l'assolutismo e il dominio straniero.
- Il trattato di Campoformio del 1797 evidenziò l'interesse esclusivo della Francia, provocando delusione tra i patrioti italiani.
- Le rivolte popolari dimostrarono che il movimento giacobino non riuscì a coinvolgere ampiamente la popolazione italiana.
Indice
Contrasti dell'epopea napoleonica
Le vicende dell'epopea napoleonica suscitarono in Francia e in Europa sentimenti profondamente contrastanti: l'entusiasmo per l'eroe liberatore e l'ammirazione per il condottiero invincibile si intrecciarono al terrore per il tiranno liberticida e all'orrore per la violenza della guerra.
Il movimento giacobino in Italia
Alla fine del Settecento, in Italia, si era formato un movimento, composto in prevalenza da esponenti del ceto medio borghese (professionisti, imprenditori, studenti, intellettuali), che fu definito giacobino, ma che era composto da almeno due orientamenti: uno moderato e liberale, ispirato ai principi etici del liberalismo, basati sul rispetto e sulla difesa della libertà individuale e della libera iniziativa, l'altro radicale, democratico e repubblicano, che si proponeva di trasformare lo stato e la società in modo profondo, partendo dalle sue radici. Gli avvenimenti della rivoluzione francese furono salutati da entrambi gli orientamenti come l'inizio di una nuova era che avrebbe posto fine all'assolutismo e al dominio straniero in Italia. I giacobini italiani accolsero con entusiasmo nel 1796 l'avanzata di Napoleone e la nascita delle "repubbliche sorelle": Cisalpina, Ligure, Romana e Partenopea.
Disillusione e trattato di Campoformio
Presto, però, venne la disillusione: alla prova dei fatti si rivelò che Napoleone e il Direttorio agivano in Italia nell'esclusivo interesse della Francia; testimonianza ne fu il trattato di Campoformio del 1797, con cui Napoleone ottenne il riconoscimento dell'egemonia francese sulla Repubblica cisalpina, l'annessione alla Francia del Belgio e dei territori sulla riva sinistra del Reno, mentre smembrò la Repubblica di Venezia assegnando Bergamo e Brescia alla Repubblica cisalpina, e il Veneto, l'Istria e la Dalmazia all'Austria. Finiva così la millenaria storia della Repubblica di San Marco. Il trattato di Campoformio provocò tra i patrioti italiani grande delusione.
Repressione e rivolte popolari
Nel 1799 le sconfitte subite dai francesi a opera degli austriaci e dei russi decretarono la fine delle repubbliche e l'inizio di una dura repressione contro i giacobini, accompagnata da sollevazioni popolari, prevalentemente contadine, ostili ai governi repubblicani.
Le rivolte popolari antirepubblicane dimostravano che il movimento giacobino italiano era sostenuto solo da una minoranza della borghesia e che non era stato capace di coinvolgere la popolazione. Le "repubbliche giacobine italiane" non ebbero il carattere radicale e rivoluzionario che aveva segnato la stagione giacobina in Francia: esse si ispiravano piuttosto alla Costituzione più moderata del 1795.
Domande da interrogazione
- Quali furono le reazioni in Italia all'avanzata di Napoleone e alla nascita delle "repubbliche sorelle"?
- Quali furono le conseguenze del trattato di Campoformio del 1797 per l'Italia?
- Perché le "repubbliche giacobine italiane" non riuscirono a coinvolgere la popolazione?
In Italia, i giacobini accolsero con entusiasmo l'avanzata di Napoleone nel 1796 e la nascita delle "repubbliche sorelle" come l'inizio di una nuova era contro l'assolutismo e il dominio straniero.
Il trattato di Campoformio del 1797 portò alla delusione tra i patrioti italiani, poiché Napoleone agì nell'interesse della Francia, smembrando la Repubblica di Venezia e assegnando territori all'Austria e alla Repubblica cisalpina.
Le "repubbliche giacobine italiane" non riuscirono a coinvolgere la popolazione perché il movimento giacobino era sostenuto solo da una minoranza della borghesia e non aveva il carattere radicale della rivoluzione francese, ispirandosi invece a una Costituzione più moderata.