Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il gesuita Francesco Saverio iniziò l'evangelizzazione in Asia nel 1541, fondando il Collegio di San Paolo a Goa e lavorando nel sud dell'India.
  • I gesuiti adottarono un approccio culturale adattativo, come Matteo Ricci in Cina e Roberto de' Nobili in India, integrandosi nelle culture locali.
  • La politica missionaria gesuitica in Asia differiva dalla violenta conversione spagnola in America, promuovendo una penetrazione religiosa pacifica.
  • I Domenicani e Francescani criticarono l'approccio gesuitico, accusandolo di sincretismo religioso, portando la questione alla Santa Sede.
  • Papa Benedetto XIV chiuse la controversia nel 1742, vietando ai missionari di partecipare a cerimonie non cristiane.

Indice

  1. Fondazione e missioni iniziali
  2. Francesco Saverio e l'Asia
  3. Strategie di evangelizzazione
  4. Controversie e opposizioni

Fondazione e missioni iniziali

L’ordine dei Gesuiti, fondato nel 1540 da Ignazio di Loyola, aveva anche una componente missionaria. Infatti, nel 1541, uno dei primi compagni del fondatore, Francisco de Jasso Azpilicueta Atondo y Aznares de Javier, italianizzato in Francesco Saverio, partì come missionario nelle colonie portoghesi in Asia. Dopo aver raggiunto Goa, la capitale dell’impero coloniale portoghese, vi fondò il Collegio di San Paolo e svolse un’intensa quanto capillare attività di evangelizzazione nel sud della penisola indiana. Bisogna ricordare, però, che il governo portoghese non era solito mantenere un atteggiamento conciliante dal punto di vista religioso con la popolazione locale; infatti, nel 1540, le autorità portoghesi ordinarono la distruzione dei templi indù a Goa, anche se qualche anno più tardi il consiglio ecclesiastico dichiarò che le conversioni non dovevano essere imposte.

Francesco Saverio e l'Asia

Successivamente, Francesco Saverio si trasferì sulle coste della Malacca ed arrivò fino in Giappone dove, nonostante numerose difficoltà, riuscì a costituire il primo presidio cristiano. Il suo obiettivo era di raggiungere la Cina, ma morì durante il viaggio.

Strategie di evangelizzazione

Il suo esempio fu seguito da altri confratelli, fra cui Matteo Ricci e Roberto de’ Nobili, i quali dettero un contributo teorico e pratico all’opera di evangelizzazione. Poiché i missionari gesuiti si resero conto che era impossibile trasportare automaticamente i riti e gli aspetti della religione occidentale presso popoli che avevano tradizioni e mentalità differenti, essi si posero come obiettivo di adeguarsi il più possibile alle loro abitudini e alle loro sensibilità, in modo da poter cristianizzare i popoli asiatici dall’interno. Celebre è rimasto l’esempio di Matteo Ricci che non esitò a “farsi Cina” cioè ad indossare l’abito dei bonzi. Roberto de’ Nobili, oltre ad utilizzare l’abbigliamento dei bramini indiani, accettò anche le cerimonie religiose di quei popoli, purché non avessero alcun punto in comune con l’idolatria, come il culto di Confucio o il culto degli antenati. In pratica si trattava di una politica di penetrazione religiosa pacifica ben distante dalle violenze a cui erano soliti ricorrere gli Spagnoli per convertire al Cristianesimo nelle popolazioni indios dell’America. Tale adesione ai costumi delle regioni che si volevano cristianizzare fu all’origine della “questione dei riti cinesi”.

Controversie e opposizioni

Particolarmente ostili agli atteggiamenti dei Gesuiti furono i Domenicani e i Francescani che, verso il 1630, raggiunsero la Cina e dichiararono la politica missionaria dei Gesuiti come un attentato al sincretismo religioso. Il problema fu sottoposto anche all’attenzione della Santa Sede a tal punto che lo stesso de’ Nobili dovette recarsi a Roma per difendersi dall’accusa di eresia di fronte al Tribunale del Sant’Uffizio. La posizione della Santa Sede, all’inizio fu oscillante: prima ci fu la condanna e successivamente l’accettazione, anche se con qualche riserva, dell’indirizzo gesuitico. La controversia fu definitivamente chiusa da papa Benedetto XIV il quale nel 1742, proibì la partecipazione a cerimonie non cristiane.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il ruolo di Francesco Saverio nella missione gesuita in Asia?
  2. Francesco Saverio è stato uno dei primi missionari gesuiti in Asia, fondando il Collegio di San Paolo a Goa e avviando l'evangelizzazione nel sud dell'India, fino a raggiungere il Giappone.

  3. Come si sono adattati i missionari gesuiti alle culture locali in Asia?
  4. I missionari gesuiti, come Matteo Ricci e Roberto de’ Nobili, si sono adattati alle culture locali indossando abiti tradizionali e accettando alcune cerimonie religiose, purché non fossero idolatriche.

  5. Quali controversie sono sorte riguardo alla politica missionaria dei Gesuiti in Asia?
  6. La politica di adattamento culturale dei Gesuiti ha suscitato critiche da parte dei Domenicani e Francescani, che l'hanno vista come un sincretismo religioso, portando a una controversia con la Santa Sede.

  7. Come si è conclusa la "questione dei riti cinesi"?
  8. La "questione dei riti cinesi" si è conclusa con papa Benedetto XIV che nel 1742 proibì la partecipazione a cerimonie non cristiane, chiudendo la controversia sulla politica gesuitica.

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