Concetti Chiave
- La rivoluzione industriale ha introdotto la divisione del lavoro, suddividendo la produzione in operazioni semplici per aumentare la produttività.
- Il sistema di fabbrica ha assoggettato gli operai al ritmo delle macchine, riducendo il loro ruolo a controllare e rifornire il flusso di lavoro.
- La divisione del lavoro separa le conoscenze tecniche e teoriche, affidate a tecnici, dal lavoro manuale, svolto dagli operai.
- Andrew Ure ha esaltato l'automazione, mentre Karl Marx l'ha criticata come una nuova forma di servitù per gli operai.
- Nella società industriale, le abilità pratiche sono ripetitive e separate dalla progettazione, che diventa un'attività distinta.
Con la fabbrica venne introdotta una nuova organizzazione delle mansioni: il lavoro necessario a realizzare un singolo prodotto era suddiviso in una serie di operazioni semplici, compiute in successione ed eseguite da operai diversi; solo la somma totale delle mansioni svolte dai singoli lavoratori permetteva di realizzare il prodotto finito. La divisione del lavoro garantiva un aumento notevole della produttività, vale a dire del rapporto tra la quantità di beni prodotti e le ore di lavoro necessarie per produrli: un lavoro è considerato più produttivo di un altro se il tempo impiegato per produrre la stessa quantità di beni, dello stesso tipo e qualità, è inferiore.
Ruolo dell'operaio
Nel sistema di fabbrica l'operaio è asservito al "grande automa", che scandisce i tempi e il ritmo della produzione; la sua professionalità di riduce al controllo del flusso di lavoro e a intervenire per rifornire la macchina. Gran parte della forza lavoro era svolta da donne, i macchinari erano azionati dalla forza a vapore e nelle filande lavoravano anche i sorveglianti, che controllavano che gli operai svolgessero il proprio lavoro con velocità e precisione, senza interruzioni.
Teoria di Smith
La divisione del lavoro che Smith teorizzò è il risultato dell'analisi scientifica applicata al modo di lavorare e di produrre. Essa si basa su due principi fondamentali: la scomposizione dei passaggi necessari a costruire un oggetto in operazioni elementari, facili da eseguire e da apprendere, e la separazione tra le conoscenze tecniche e teoriche, affidate a tecnici e ingegneri, e il lavoro manuale, affidato a "esecutori materiali", ossia agli operai.
Critica di Marx
L'introduzione delle macchine automatizzate e la divisione del lavoro, esaltate da Andrew Ure, furono denunciate da Karl Marx, il filosofo ed economista tedesco che analizzò nel Capitale la società industriale, come una nuova forma di servitù o schiavitù dell'operaio ai ritmi delle macchine. Marx sostenne che, mentre nella società preindustriale l'uomo era padrone degli strumenti con i quali controllava e aumentava la capacità del suo lavoro, nella società industriale la meccanizzazione riduce l'uomo a semplice strumento della macchina. Inoltre, mentre nell'età preindustriale l'artigiano riuniva nelle sue competenze professionali sia la capacità di ideare e progettare gli oggetti che produceva, sia le abilità pratiche per produrli, nell'età dell'industria le abilità pratiche sono ridotte a semplici operazioni ripetitive per le quali è sufficiente addestrare un operaio senza professionalità, mentre quelle di ideazione e progettazione diventano un lavoro autonomo e separato dalla produzione vera e propria.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i cambiamenti principali nell'organizzazione del lavoro durante la rivoluzione industriale?
- Come veniva percepito il ruolo dell'operaio nel sistema di fabbrica?
- Quali erano le critiche di Karl Marx riguardo alla meccanizzazione del lavoro?
- In che modo la divisione del lavoro ha influenzato le competenze degli artigiani?
Durante la rivoluzione industriale, il lavoro è stato suddiviso in operazioni semplici eseguite da diversi operai, aumentando la produttività. La divisione del lavoro ha separato le conoscenze tecniche dal lavoro manuale.
Nel sistema di fabbrica, l'operaio era visto come asservito al "grande automa", con il compito di controllare il flusso di lavoro e rifornire le macchine, riducendo la sua professionalità a semplici operazioni ripetitive.
Karl Marx criticava la meccanizzazione del lavoro come una nuova forma di servitù, in cui l'operaio diventava uno strumento della macchina, perdendo il controllo e la padronanza degli strumenti di lavoro.
La divisione del lavoro ha separato le abilità pratiche dalle competenze di ideazione e progettazione, riducendo le abilità pratiche a operazioni ripetitive e rendendo il lavoro di progettazione un'attività autonoma e separata.