Concetti Chiave
- La rivoluzione industriale ha segnato il passaggio dal lavoro a domicilio al sistema di fabbrica, favorito dalla dimensione e complessità delle nuove macchine.
- Le fabbriche richiedevano un lavoro coordinato e continuo, subordinando gli operai ai ritmi delle macchine a vapore.
- Adam Smith osservò come la divisione del lavoro nelle fabbriche aumentasse la produttività, usando l'esempio della produzione di spilli.
- La teoria di Smith sulla parcellizzazione del lavoro fu un successo nel contesto del libero mercato e del progresso economico.
- Smith e Watt sono considerati figure chiave della rivoluzione industriale per i loro contributi teorici e pratici.
Indice
Transizione al sistema di fabbrica
Le dimensioni, i costi e la tecnologia dei filatoi e dei telai meccanici non erano più compatibili con l'industria a domicilio. Le nuove macchine, mosse dall'energia del vapore, richiedevano inoltre il lavoro contemporaneo e coordinato di molte persone. Tali esigenze comportarono il passaggio dal lavoro a domicilio al sistema di fabbrica, che caratterizza la prima fase della rivoluzione industriale.
La fabbrica, ossia l'edificio che raccoglie decine o centinaia di lavoratori, divenne così l'unità produttiva tipica dell'età industriale e sostituì progressivamente il lavoro a domicilio e la piccola manifattura artigianale. Migliaia di uomini e donne abbandonarono, quindi, le campagne e si riversarono nelle città industriali, che divennero il centro della vita economica.Organizzazione del lavoro in fabbrica
La fabbrica rappresentò anche un nuovo modo di lavorare e di organizzare la produzione. La fabbrica è un insieme coordinato di persone che sorvegliano, e servono, un sistema di macchine mosse da un motore centrale, la macchina a vapore. L'intero sistema è concepito come un grande automa che agisce senza interruzione. Gli uomini sono quindi subordinati alla logica e ai ritmi del sistema.
Teoria economica di Adam Smith
L'economista Adam Smith aveva osservato e analizzato il modello di organizzazione del lavoro che si andava definendo nelle fabbriche. Nella sua famosa opera Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni, pubblicata nel 1776, Smith nota che l'introduzione di macchine accelera e aumenta il processo di divisione del lavoro e questo, a sua volta, favorisce miglioramenti tecnologici. Per rendere intuitiva la sua teoria, l'economista propose il celebre "esempio di una manifattura di poco conto" nella quale la produzione di uno spillo è divisa in almeno 18 operazioni distinte, affidate ad altrettanti lavoratori. Smith dimostra che questo modello di produzione fondato sulla parcellizzazione del lavoro in operazioni semplici porta a un enorme incremento della produttività e della ricchezza generale.
Eredità di Smith e Petty
L'idea non era nuova: nel 1682 William Petty, economista inglese, aveva proposto un esempio analogo per la produzione degli orologi. Ma riproposta nell'era delle macchine e nel contesto del libero mercato, nel quale agisce una sorta di "mano invisibile" che guida l'economia verso il progresso, l'idea di Smith ebbe immediato e grande successo. Non hanno torto quindi coloro che considerano l'elaborazione teorica di Smith e il contributo pratico di Watt, per altro elaborati negli stessi anni, le colonne portanti della rivoluzione industriale.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze dell'introduzione delle macchine a vapore sulla struttura del lavoro durante la Rivoluzione industriale?
- Come descrive Adam Smith l'organizzazione del lavoro nelle fabbriche?
- Qual è il legame tra le teorie di Adam Smith e la Rivoluzione industriale?
L'introduzione delle macchine a vapore portò al passaggio dal lavoro a domicilio al sistema di fabbrica, richiedendo il lavoro coordinato di molte persone e trasformando le fabbriche nel centro della vita economica.
Adam Smith osserva che l'introduzione delle macchine accelera la divisione del lavoro, portando a un aumento della produttività. Egli illustra questo concetto con l'esempio della produzione di spilli, suddivisa in 18 operazioni distinte.
Le teorie di Adam Smith sulla divisione del lavoro e il progresso economico, insieme al contributo pratico di Watt, sono considerate fondamentali per la Rivoluzione industriale, poiché promuovono l'efficienza e la crescita economica nel contesto del libero mercato.