vanessaviarengo
Ominide
3 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La rivoluzione industriale ha segnato il passaggio dal lavoro a domicilio al sistema di fabbrica, favorito dalla dimensione e complessità delle nuove macchine.
  • Le fabbriche richiedevano un lavoro coordinato e continuo, subordinando gli operai ai ritmi delle macchine a vapore.
  • Adam Smith osservò come la divisione del lavoro nelle fabbriche aumentasse la produttività, usando l'esempio della produzione di spilli.
  • La teoria di Smith sulla parcellizzazione del lavoro fu un successo nel contesto del libero mercato e del progresso economico.
  • Smith e Watt sono considerati figure chiave della rivoluzione industriale per i loro contributi teorici e pratici.

Indice

  1. Transizione al sistema di fabbrica
  2. Organizzazione del lavoro in fabbrica
  3. Teoria economica di Adam Smith
  4. Eredità di Smith e Petty

Transizione al sistema di fabbrica

Le dimensioni, i costi e la tecnologia dei filatoi e dei telai meccanici non erano più compatibili con l'industria a domicilio. Le nuove macchine, mosse dall'energia del vapore, richiedevano inoltre il lavoro contemporaneo e coordinato di molte persone. Tali esigenze comportarono il passaggio dal lavoro a domicilio al sistema di fabbrica, che caratterizza la prima fase della rivoluzione industriale.

La fabbrica, ossia l'edificio che raccoglie decine o centinaia di lavoratori, divenne così l'unità produttiva tipica dell'età industriale e sostituì progressivamente il lavoro a domicilio e la piccola manifattura artigianale. Migliaia di uomini e donne abbandonarono, quindi, le campagne e si riversarono nelle città industriali, che divennero il centro della vita economica.

Organizzazione del lavoro in fabbrica

La fabbrica rappresentò anche un nuovo modo di lavorare e di organizzare la produzione. La fabbrica è un insieme coordinato di persone che sorvegliano, e servono, un sistema di macchine mosse da un motore centrale, la macchina a vapore. L'intero sistema è concepito come un grande automa che agisce senza interruzione. Gli uomini sono quindi subordinati alla logica e ai ritmi del sistema.

Teoria economica di Adam Smith

L'economista Adam Smith aveva osservato e analizzato il modello di organizzazione del lavoro che si andava definendo nelle fabbriche. Nella sua famosa opera Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni, pubblicata nel 1776, Smith nota che l'introduzione di macchine accelera e aumenta il processo di divisione del lavoro e questo, a sua volta, favorisce miglioramenti tecnologici. Per rendere intuitiva la sua teoria, l'economista propose il celebre "esempio di una manifattura di poco conto" nella quale la produzione di uno spillo è divisa in almeno 18 operazioni distinte, affidate ad altrettanti lavoratori. Smith dimostra che questo modello di produzione fondato sulla parcellizzazione del lavoro in operazioni semplici porta a un enorme incremento della produttività e della ricchezza generale.

Eredità di Smith e Petty

L'idea non era nuova: nel 1682 William Petty, economista inglese, aveva proposto un esempio analogo per la produzione degli orologi. Ma riproposta nell'era delle macchine e nel contesto del libero mercato, nel quale agisce una sorta di "mano invisibile" che guida l'economia verso il progresso, l'idea di Smith ebbe immediato e grande successo. Non hanno torto quindi coloro che considerano l'elaborazione teorica di Smith e il contributo pratico di Watt, per altro elaborati negli stessi anni, le colonne portanti della rivoluzione industriale.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze dell'introduzione delle macchine a vapore sulla struttura del lavoro durante la Rivoluzione industriale?
  2. L'introduzione delle macchine a vapore portò al passaggio dal lavoro a domicilio al sistema di fabbrica, richiedendo il lavoro coordinato di molte persone e trasformando le fabbriche nel centro della vita economica.

  3. Come descrive Adam Smith l'organizzazione del lavoro nelle fabbriche?
  4. Adam Smith osserva che l'introduzione delle macchine accelera la divisione del lavoro, portando a un aumento della produttività. Egli illustra questo concetto con l'esempio della produzione di spilli, suddivisa in 18 operazioni distinte.

  5. Qual è il legame tra le teorie di Adam Smith e la Rivoluzione industriale?
  6. Le teorie di Adam Smith sulla divisione del lavoro e il progresso economico, insieme al contributo pratico di Watt, sono considerate fondamentali per la Rivoluzione industriale, poiché promuovono l'efficienza e la crescita economica nel contesto del libero mercato.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community

Le colonie latine

vanessaviarengo di Mauro_105

URGENTE (321112)

vanessaviarengo di Lud_

domandina

vanessaviarengo di Samantha Petrosino