Concetti Chiave
- Karl von Clausewitz sosteneva che le leggi umane non possono limitare la violenza della guerra, che segue le sue regole strategiche e tattiche.
- La politica, secondo Clausewitz, è lo strumento che mitiga gli effetti devastanti della guerra, agendo secondo la ragion di stato.
- Ugo Grozio, al contrario, cercava nel diritto naturale i criteri per limitare l'uso della forza, sostenendo la legittimazione giuridica della guerra.
- Il contesto storico delle guerre del Settecento vedeva la diplomazia come un mezzo per gestire il confine tra guerra e pace.
- Oggi, il dibattito tra universalismo giuridico e realismo politico continua a influenzare la discussione sul ruolo del diritto internazionale nella prevenzione delle guerre.
Indice
Clausewitz e la natura della guerra
Contro l’idea che il diritto possa dettare regole alla conduzione delle guerre si pronunciò Karl von Clausewitz (1780-1831), un generale prussiano che combatté quasi tutte le guerre contro Napoleone. Secondo Clausewitz, quindi, le leggi umane non hanno alcun potere nel limitare la forza delle armi e la guerra, quando si scatena, non ammette limiti alla sua violenza. Se questa è la natura della guerra, da ciò non deriva che essa non debba sottostare a determinate regole. Innanzitutto essa deve seguire le sue regole, che nascono da un calcolo razionale degli obiettivi, delle forze in campo e, in genere, dalle valutazioni di carattere strategico e tattico. In secondo luogo, nelle guerre dichiarate dagli Stati moderni e combattute da eserciti regolari, i disegni della politica e l’arte militare sono strumenti complementari nelle mani dei sovrani, i quali agiscono secondo la logica della ragion di stato. In questo contesto è la politica a rappresentare la misura della guerra, ossia a mitigarne gli effetti devastanti.
Grozio e il diritto naturale
A differenza di Ugo Grozio, giurista e filosofo, che cerca nel rispetto delle norme del diritto naturale i criteri che legittimino e limitino l’uso della forza, Clausewitz ritiene che la forza non abbia bisogno di legittimazione, ma possa essere controllata solo dall’arte della politica e il ricordo alla guerra deve essere sempre al servizio degli scopi della politica stessa. Per comprendere la posizione di Clausewitz, bisogna ricondurla nel contesto delle guerre del Settecento che furono controllate dalle corti europee in funzione della politica di equilibrio. Lo storico Guido Quazza mette in evidenza come il ruolo e il peso della diplomazia nei rapporti tra gli stati sia un’importante novità, finalizzata a gestire e controllare il sottile confine tra la guerra e la pace, che caratterizzò la politica europea nel Settecento.
Dibattito moderno su diritto e guerra
Grozio e Clausewitz esprimono due punti di vista del rapporto che può o deve intercorre tra diritto e guerra che, ridefiniti in età moderna, animano il dibattito giuridico e storiografico fino ai nostri giorni. Oggi le due posizioni rientrano, rispettivamente, nell’ambito di due teorie che si confrontano: l’universalismo giuridico, che sostiene la possibilità di affidare al diritto internazionale il compito di prevenire e controllare le guerre, e il realismo politico, che nega la possibilità stessa di un diritto internazionale universalmente riconosciuto e affida ai rapporti tra gli stati la ricerca delle condizioni che prevengano le guerre.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Karl von Clausewitz riguardo al ruolo del diritto nella conduzione delle guerre?
- Come si differenziano le opinioni di Clausewitz e Ugo Grozio sul controllo della forza nelle guerre?
- Quali sono le due teorie moderne che derivano dalle posizioni di Grozio e Clausewitz?
Clausewitz sostiene che le leggi umane non possono limitare la forza delle armi e che la guerra non ammette limiti alla sua violenza. Tuttavia, essa deve seguire regole basate su calcoli razionali e valutazioni strategiche e tattiche.
Mentre Grozio cerca di legittimare e limitare l'uso della forza attraverso il diritto naturale, Clausewitz ritiene che la forza non necessiti di legittimazione e possa essere controllata solo dall'arte della politica, al servizio degli scopi politici.
Le posizioni di Grozio e Clausewitz si riflettono oggi nell'universalismo giuridico, che affida al diritto internazionale il compito di prevenire le guerre, e nel realismo politico, che nega la possibilità di un diritto internazionale universalmente riconosciuto, affidando ai rapporti tra stati la prevenzione delle guerre.