Concetti Chiave
- Nel Quattrocento, i condottieri italiani delle compagnie di ventura erano potenze determinanti nelle guerre, offrendo i loro servizi ai vari stati.
- Questi condottieri non cercavano solo ricchezze, ma aspiravano a creare propri domini personali, trasformando il loro potere militare in stati.
- Figure come Jacopo dal Verme, Facino Cane e Braccio da Montone miravano a creare signorie personali in regioni strategiche come Milano e Umbria.
- Muzio Attendolo Sforza fondò una dinastia che portò suo figlio Francesco a diventare duca di Milano grazie alle sue abilità e valore.
- La presenza di condottieri ambiziosi evidenziava la debolezza degli stati italiani, incapaci di difendersi senza ricorrere a mercenari, esponendoli a invasioni straniere.
Indice
L'ascesa dei condottieri nel Quattrocento
In Italia, nel Quattrocento sorge una potenza del tutto particolare: quella dei maggiori condottieri delle compagnie di ventura
Nelle guerre del tempo, all’estero, già si ricorreva per combattere le guerre a soldati mercenari e in Italia, nei primi anni del Quattrocento i maggiori condottieri si presentavano come delle vere e proprie potenze di cui i singoli stati si andavano via via accaparrandosi i servizi ed il cui spostamento ora da una parte ora dall’altra poteva essere determinante per l’esito della guerra. Per questo motivo, i condottieri italiani non avevano solo l’obiettivo di guadagnarsi maggiori oneri e guadagni pecuniari ma anche l’aspirazione e l’ambizione di crearsi un proprio dominio personale, mirando a trasformare in stato la loro potenza militare.
Ambizioni e rivalità tra condottieri
Tra coloro che aspiravano a crearsi una signoria personale, dobbiamo ricordare:;
• Jacopo dal Verme e Facino Cane che si contendono il predominio su Milano alla morte di Gian Galeazzo Visconti
• Braccio da Montone che tentò di costituire una signoria in Umbria
• Munzio Attendolo Sforza, capostipite della dinastia degli Sforza, il cui figlio Francesco, con abilità e valore riuscì a salire sul trono del ducato di Milano
Debolezza degli stati italiani
Uno degli aspetti caratteristici del primo Quattrocento italiano era proprio la presenza di condottieri, dalle forti ambizioni, con le loro fortune piene di avventure, seguite, a volte, da rapidi crolli. Occorre, tuttavia, precisare che la presenza di simili condottieri non era altro che un sintomo della debolezza degli stati italiani, impotenti a difendersi da soli, senza dover ricorrere ai tradimenti, ai ricatti e alla volubilità dei condottieri, spesso anche dediti a ruberie e malafede. I disastrosi avvenimenti neri primi decenni del secolo successivo metteranno in evidenza questa forma di debolezza dei tanti stati italiani, aprendo così la strada all’invasore straniero.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dei condottieri nel Quattrocento in Italia?
- Chi erano alcuni dei condottieri più ambiziosi del periodo?
- Cosa simboleggiava la presenza dei condottieri per gli stati italiani?
Nel Quattrocento, i condottieri erano figure potenti che offrivano i loro servizi militari agli stati italiani, influenzando l'esito delle guerre e cercando di creare domini personali.
Tra i condottieri ambiziosi vi erano Jacopo dal Verme, Facino Cane, Braccio da Montone e Munzio Attendolo Sforza, che cercavano di stabilire signorie personali in diverse regioni italiane.
La presenza dei condottieri simboleggiava la debolezza degli stati italiani, incapaci di difendersi autonomamente e costretti a dipendere da mercenari, esponendosi a tradimenti e instabilità.