vanessaviarengo
Ominide
3 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • L'Illuminismo ha influenzato l'economia politica, spingendo verso la crescita della ricchezza nazionale oltre alla semplice descrizione dei fenomeni economici.
  • La fisiocrazia è la prima teoria che sostiene che la ricchezza nazionale proviene dalla natura, con l'agricoltura, l'allevamento e l'industria mineraria come settori chiave.
  • Francois Quesnay criticava la gestione agricola del tempo, promuovendo grandi aziende agricole guidate da imprenditori competenti per massimizzare il profitto.
  • I fisiocrati furono pionieri del libero mercato, promuovendo la libera produzione e commercio senza dazi, sintetizzato nel motto "lasciate fare, lasciate passare".
  • Essi credevano che un mercato libero potesse equilibrare l'economia mondiale, rispondendo efficacemente alla domanda di consumo e superando le barriere statali.

Indice

  1. L'economia politica nell'Illuminismo
  2. La teoria della fisiocrazia
  3. Il libero mercato secondo i fisiocrati

L'economia politica nell'Illuminismo

Tra le discipline alle quali l’Illuminismo diede un fondamento nazionale spicca l’economia politica: la scienza che studia i modi e le regole della formazione e della distribuzione della ricchezza. Gli Illuministi ritenevano, come già nel Settecento avevano fatto i sostenitori del mercantilismo, che compito dell’economia fosse non solo descrivere e spiegare fenomeni economici, ma indicare i comportamenti più adatti ad accrescere la ricchezza nazionale. Mentre i sostenitori del mercantilismo ritenevano che il volume della produzione e del commercio mondiale fosse più o meno fisso e che scopo della politica economica fosse quello di garantirsene la parte più ampia possibile, i nuovi economisti partivano dall’idea che la ricchezza fosse variabile e che si dovesse trovare il modo di favorirne la crescita, ovvero di crearne di nuova.

La teoria della fisiocrazia

La prima teoria che si mosse in questa direzione fu la fisiocrazia. Per i fisiocrati la ricchezza di una nazione deriva dalla natura, la quale sola ha il potere di generare e rigenerare le risorse, mentre l’industria si limita a trasformarle e il commercio a scambiarle. Settori fondamentali dell’economia sono quindi l’agricoltura, l’allevamento e l’industria mineraria.

Secondo Francois Quesnay (1694-1774), caposcuola della fisiocrazia, l’organizzazione dell’agricoltura allora esistente non poteva tuttavia dare buoni risultati: il latifondo lasciava sconfinate proprietà terriere nelle mani di nobili incompetenti e privi di iniziativa, che non le sapevano sfruttare.

Il libero mercato secondo i fisiocrati

La piccola proprietà contadina produceva un po’ di tutto, senza riuscire ad alimentare un commercio redditizio. Era invece necessaria un’agricoltura che seguisse le leggi del mercato e del profitto: ci volevano grandi aziende, nelle mani di veri imprenditori competenti, che producessero quanto era più richiesto sul mercato e impiegassero lavoratori salariati. I fisiocrati furono i primi a teorizzare il libero mercato: con la formula “lasciate fare, lasciate passare”, essi invitavano i governi a lasciare liveri la produzione e il commercio (ovvero a non porre dazi). A chi obiettava che dovere dello stato era quello di trattenere entro i suoi confini scorte alimentari in previsione di carestie e materie prime per l’industria nazionale, i fisiocrati rispondevano che il “potere della natura” andava ben oltre i confini degli stati e che a una carestia in Europa occidentale poteva corrispondere un raccolto sovrabbondante in quella orientale. Di conseguenza, lasciando libero il mercato di spostare i prodotti da un luogo a un altro in risposta alla domanda di consumo, l’intera economia mondiale si sarebbe equilibrata con beneficio di tutti.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dell'agricoltura secondo la fisiocrazia?
  2. Secondo la fisiocrazia, l'agricoltura è fondamentale perché la ricchezza di una nazione deriva dalla natura, che genera e rigenera risorse. L'agricoltura, insieme all'allevamento e all'industria mineraria, è vista come un settore chiave dell'economia.

  3. Qual era la critica dei fisiocrati all'organizzazione agricola esistente nel Settecento?
  4. I fisiocrati, come Francois Quesnay, criticavano il latifondo per essere nelle mani di nobili incompetenti e la piccola proprietà contadina per non riuscire a sostenere un commercio redditizio. Proponendo grandi aziende gestite da imprenditori competenti, sostenevano un'agricoltura orientata al mercato e al profitto.

  5. Come rispondevano i fisiocrati alle obiezioni riguardanti la necessità di trattenere scorte alimentari entro i confini nazionali?
  6. I fisiocrati rispondevano che il "potere della natura" superava i confini nazionali e che il libero mercato avrebbe equilibrato l'economia mondiale, permettendo di spostare i prodotti dove c'era domanda, beneficiando così tutti.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community