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Concetti Chiave

  • L'Illuminismo è un movimento culturale del Settecento centrato sulla ragione come strumento di progresso e benessere umano, nato in Inghilterra ma sviluppatosi principalmente in Francia.
  • Il movimento ha un carattere laico, spesso ateo, e critica fortemente la religione e le tradizioni irrazionali, proponendo il deismo come alternativa.
  • L'Illuminismo promuove la diffusione delle idee attraverso nuovi mezzi di comunicazione come giornali e salotti, e si avvale della massoneria per combattere l'oscurantismo religioso.
  • Sul piano economico, l'Illuminismo introduce dottrine come la fisiocrazia e il liberismo, sostenendo il libero scambio e il progresso economico attraverso l'industria e l'agricoltura.
  • Attraverso il dispotismo illuminato, alcuni sovrani europei adottano riforme influenzate dall'Illuminismo, migliorando l'amministrazione e riducendo i privilegi ecclesiastici e nobiliari.

Indice

  1. Origini e principi dell'illuminismo
  2. Critica alla religione e deismo
  3. Divulgazione e caffè come centri culturali
  4. Massoneria e diffusione delle idee
  5. Dottrine economiche illuministe
  6. Influenza politica dell'illuminismo
  7. Assolutismo illuminato in Europa
  8. Riforme di Giuseppe II in Austria
  9. Federico II e la Prussia
  10. Caterina II e il riformismo in Russia
  11. Riformismo illuminato in Italia

Origini e principi dell'illuminismo

L'illuminismo è un grande movimento culturale che si sviluppa nel settecento in Francia, ma i riferimenti filosofici erano nati già in Inghilterra, la Francia ne era il principale centro di irradiazione e la classe sociale che sta dietro questo movimento è la borghesia.

Si chiama illuminismo dalla centralità assegnata alla ragione, che viene vista come la luce che rischiara tutto perché per gli illuministi tutto deve essere sottoposto al vaglio critico della , che è la facoltà che accomuna tutti gli uomini.

La ragione non ha solo un ruolo intellettuale, cioè non serve solo per un puro esercizio mentale, ma viene vista dagli umanisti come uno strumento per creare delle condizioni di progresso per l'uomo, e quindi per dare all'uomo quello che è l'obiettivo di tutti gli illuministi: il diritto alla felicità e al benessere per tutti gli uomini. L'lluminismo non è un movimento democratico, in quanto l'obiettivo della felicità non prevede il coinvolgimento delle masse popolari o l'acculturamento di queste. La felicità dell'illuminismo è la felicità che cade dall'alto, cioè ci sono delle menti illuminate che sanno come devono procurare la felicità a tutti, ma solo loro lo devono fare.

Critica alla religione e deismo

Questo significa che l'illuminismo combatte tutto ciò che è irrazionale, infatti se la centralità viene data alla ragione, la negatività e tutto ciò che è irrazionale, per esempio la religione o la fede. Per cui c'è un attacco fortissimo verso le religioni cosiddette storiche (cristianesimo, etc.) perché si basano sulla fede, su pratiche superstiziose e tengono gli uomini nell'ignoranza e nella sottomissione. Per cui l'illuminismo è un movimento laico, infatti la maggior parte degli illuministi sono atei, anche se questo non significa che non ci sia proprio nessun riferimento alla religione: c'è una corrente nell'illuminismo che non è atea, nonostante contesti lo stesso le religioni storiche, il cosiddetto deismo, a cui appartenevano Voltaire, Russeaux e Robespierre, che era anche uno degli esponenti della rivoluzione francese.

Il deismo propone una forma di religione naturale e razionale, accettabile dalla ragione, cioè i deisti credono che esista Dio come forza ordinatrice dell'universo ma, non si interessa all'uomo. Inoltre non ci sono cerimoniali o riti - come nelle religioni storiche - tant'è che un esempio molto usato fra seicento e settecento è il paragone fra Dio e un orologiaio: che come se Dio avesse programmato un orologio, la creazione, che però poi procede autonomamente.

Siccome uno dei principi fondamentali degli illuministi è che la ragione deve servire a creare il progresso, questi attaccano fortemente le tradizioni e il passat, per esempio l'assolutismo monarchico, il principio di autorità, quindi la Chiesa, i privilegi che godono alcune classi sociali, tipo gli aristocratici e il clero stesso. L'intellettuale illuminista è un intellettuale diverso da quello dei periodi precedenti: non sta rinchiuso nell'università o nell'accademia, non passa tutto il suo tempo a leggere libri in una biblioteca, ma si apre al sociale. Infatti lo potremmo paragonare ai giornalisti di oggi, scrive anche sui giornali, sulle gazzette, è un pubblicista e fa che il suo punto di vista sia ampiamente divulgato.

Divulgazione e caffè come centri culturali

Quindi con l'illuminismo nascono molte fonti di divulgazione culturale, per esempio i giornali, le gazzette, i cosiddetti panflè, che sono dei manifesti, dei volantini, in cui si manda avanti una certa tesi, spiegandola e quindi divulgandola. Oltre ai tradizionali luoghi di cultura, ovvero università, accademiche etc., abbiamo anche i caffè e i salotti delle dame più acculturate, che diventavano dei luoghi di ritrovo in cui si discutevano idee, opere letterarie... Il caffè nel settecento era la bevanda dei filosofi, infatti le sale dei caffè si diffondono nel settecento (come quelle della cioccolata che erano già diffuse nel seicento) perchè il caffè era una bevanda che era sempre stata negata dalla chiesa poiché considerata la bevanda del diavolo (il caffè ha origini arabe, era la bevanda dei musulmani) per cui la Chiesa ha boicottato questa bevanda e ne ha impedito la diffusione fino a quando a un papa piacque particolarmente questa bevanda. Così i caffè diventano dei veri e propri luoghi di ritrovo intellettuale, dei centri di diffusione dell'illuminismo, in cui si prendeva il caffè ma si discuteva di argomenti filosofici.

Massoneria e diffusione delle idee

Durante l'illuminismo uno dei maggiori strumenti di diffusione delle idee è stata una società segreta, la massoneria. Era nata in Inghilterra nel 1700 ma deve la sua origine alla corporazione medievale dei muratori, di cui la massoneria usa il linguaggio e i simboli: la cazzuola, il compasso, che simboleggia la giustizia ed equità, il grembiule che simboleggia l'umiltà, i guanti, che simboleggiano la pulizia. Anche il gergo dei massoni si rifà ai muratori: ad esempio le cosiddette logge massoniche.

Nel settecento la massoneria diventa il principale strumento di diffusione delle idee illuministe: combatte l'oscurantismo religioso, la superstizione, quindi difende la filantropia (la fratellanza universale), si batte per la tolleranza, per l'uguaglianza.

Con illuminismo si diffondono delle dottrine destinate a lasciare un'impronta culturale. Ad esempio, una dottrina che alla base di tutte le costituzioni liberali e democratiche moderne è un principio sviluppato da un illuminista francese, Montesquie, che ha scritto "lo spirito della legge" (l'esprìt de loy), in cui sostiene l'importanza del Parlamento per evitare che le monarchie degenerano nel dispotismo, nella tirannide e il principio della separazione dei poteri, cioè il potere esecutivo, legislativo e giudiziario devono essere esercitati da altri organismi separati, anche perché, essendo separati, possono controllarsi a vicenda. L'illuminismo si è anche notevolmente sviluppato in Italia, in cui ha avuto tre nuclei: Milano, Firenze e Napoli.

C'è un'opera importante, scritta dall'italiano Cesare Beccaria, di Milano, "dei delitti e delle pene", in cui sostiene l'abolizione della pena di morte e della tortura, la pubblicità del processo e la prevenzione del delitto. In primis Beccaria sostiene l'inutilità della pena di morte e la soppressione di questa, perché chi sbaglia deve avere una punizione, ma questa deve avere una funzione educativa: se questa persona viene uccisa non avrà la possibilità di pentirsi ed è come selo stato si comportasse come il colpevole, poiché compie un'uccisione vera e propria. Beccaria propone anche la soppressione della tortura - che veniva usata per interrogare le persone che avevano commesso dei diritti - proprio a causa della brutalità e della crudeltà di questa pratica e perchè sotto tortura una persona può confessare qualcosa che non è vera. Propone la pubblicità del processo, poiché all'epoca i processi non erano pubblici e la prevenzione della colpa, poiché se una persona si trova in una situazione di disagio e in un ambiente di degrado tende a diventare un criminale. Quindi è necessario non solo punire, ma anche prevenire che si vengano a creare certe situazioni: troviamo un pensiero molto moderno in Beccaria e infatti questa sua opera ha lasciato un'impronta molto forte.

Dottrine economiche illuministe

L'illuminismo ha come obiettivo il raggiungimento della felicità dell'uomo e quindi anche il benessere, perché se una persona si trova in condizioni disagiate chiaramente non può essere felice, e questo, probabilmente, è il motivo per cui nell'illuminismo si sviluppano anche delle dottrine economiche, dottrine che dovrebbero tendere a far aumentare la ricchezza. Ce ne sono due principali. Una è la cosiddetta fisiocrazia, fondata da Francois Quesnay. Questa parola viene da fiusis, che significa natura, e cratos, che significa potere, quindi potere della natura poiché la fisiocrazia prevede che l'agricoltura sia la principale fonte di sostentamento economico in una nazione, quell'attività economica che produce il surplus di ricchezzatra (le altre classi sociali sono solo trasformatori della ricchezza, quella agricola la produce). Inoltre la fisiocrazia prevede il libero scambio delle merci.

L'altra dottrina economica è quella del libero scambismo o liberismo di Adam Smith, che sostiene che ogni essere umano ricerca il proprio utile, quindi se lo stato lascia lavorare ognuno per il proprio tornaconto (secondo il principio del "Lasser faire", appunto "del lasciar fare") e non interviene in ambito economico, lasciando l'imprenditore libero di agire secondo la sua volontà, questo, ricercando l'utile e il benessere individuale, contribuisce al benessere collettivo. Infatti è come se ci fosse una sorta di "mano invisibile", una specie di disegno provvidenziale dietro tutto questo. Supponiamo che lo stato lasci libero di agire il proprietario di un'azienda; è chiaro che questo imprenditore ricerca il suo interesse,ma se quest'azienda va bene, anche tutta l'economia della nazione che la ospita ne risente positivamente.

Come i fisiocratici, Smith prevede il libero scambio (abbassamento dei dazi doganali, il libero mercato, la concorrenza), liberismo significa proprio libera circolazione delle merci; ma a differenza dei fisiocratici mette al centro il sistema industriale, necessario a produrre ricchezza, attraverso la divisione del lavoro, il reinvestimento del profitto e l'innovazione tecnologica.

Influenza politica dell'illuminismo

L'illuminismo ha anche influenzato la politica di alcuni Stati europei, che allora avevano dei sovrani (assoluti) appassionati di filosofia, e quindi erano in contatto con i più grandi filosofi di allora, con cui intrattenevano rapporti di scambio epistolare. Quindi si aprono alle idee illuministiche e, siccome l'illuminismo è un movimento di progresso che cerca di migliorare le condizioni dell'essere umano, a una politica di riforme e modernizzazione degli apparati statali.

La cosa paradossale è che in Francia, che è stata la culla dell'illuminismo, questo non avviene. Però ci sono molti stati in Europa che si aprono all'illuminismo e attuano una riforma dello Stato; questo fenomeno prende il nome di assolutismo o dispotismo illuminato: abbiamo l'Austria, prima con Maria Teresa d'Asburgo e soprattutto con il figlio Giuseppe, poi c'è la Prussia con Federico II Hohenzollern, la Russia con la zarina Caterina e poi abbiamo l’Italia, con Pietro Leopoldo in Toscana (il fratello di Giuseppe) e la Lombardia poiché questa regione faceva parte dell'impero austriaco e quindi è caratterizzata dalla stessa politica di Giuseppe, e poi abbiamo Carlo III di Borbone nel regno di Napoli.

Assolutismo illuminato in Europa

In generale l'assolutismo illuminato si caratterizza per un attacco contro l'assolutismo e i privilegi che alcune categorie sociali; infatti in questi Stati c'era il forte potere della Chiesa cattolica prevalentemente e, per esempio Russia, di quella protestante. Il primo intervento illuministico si traduce nel cosiddetto giurisdizionalismo: lo Stato esercita un controllo sulla Chiesa locale. Quindi c'è l'allentamento del controllo papale e il conseguente rafforzamento del potere dello Stato sulla Chiesa.

Gli ordini religiosi godevano di alcuni privilegi; questa politica si caratterizza per un'abolizione di tutti questi privilegi che erano, per esempio, il foro ecclesiastico, cioè se un ecclesiastico commetteva un reato, non doveva essere giudicato dal tribunale civile ma da un tribunale composto da ecclesiastici; il diritto d'asilo, cioè se è una persona che aveva commesso un reato si rifugiava in chiesa o in un convento lo Stato non poteva più arrestarla.

Poi vengono anche aboliti alcuni limiti feudali, come la mano morta, che consisteva in un vincolo sulle proprietà della Chiesa, cioè queste terre non potevano essere messe in vendita senza l'autorizzazione del Papa e quindi non creavano ricchezza, poiché non venivano messe in circolo; invece l'illuminismo voleva far circolare la ricchezza per produrre condizioni di progresso economico.

Alcuni ordini monastici vengono accusati di parassitismo, i cosiddetti ordini contemplativi che, a differenza di quelli attivi, che operano nel sociale, stanno in convento e non possono operare socialmente, per esempio le clarisse. Questi ordini contemplativi vengono sciolti, anche perchè avevano delle ricche proprietà che non utilizzavano e quindi non creavano ricchezza. Viene dichiarato decaduto anche il tribunale dell'inquisizione.

In questa nuova politica c'è una nota positiva: la tolleranza, poiché fino allora c'erano state moltissime discriminazioni, soprattutto nei paesi cristiani contro gli ebrei e i protestanti; ora vengono eliminate, anche perché erano stati già aboliti i privilegi degli ecclesiastici e quindi si era generato un clima di maggiore tolleranza e razionalità.

L’ordine religioso che viene espulso da tutti i paesi, è la compagnia di Gesù poiché i gesuiti costituivano l'ordine più forte, sia dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista sociale, perché avevano un ruolo attivo nella società (educavano i figli di nobili, confessavano i sovrani, quindi ne avevano anche la protezione ed esercitavano un'influenza rilevante).

Non si opera solo nel settore della Chiesa e dell'abolizione dei privilegi, ma si cerca anche di colpire la classe nobiliare, che non pagava tasse pur avendo ricchissime proprietà. Quindi, per la prima volta, viene emanato il catasto, che è un censimento dei beni con lo scopo di fare una tassazione più giusta, poiché, sapendo quali beni una persona possiede e che valore hanno, si può tassare in maniera migliore. Questa misura colpisce anche la chiesa ma in modo particolare la classe nobiliare che era quella che aveva più proprietà.

Con il riformismo illuminato si cerca anche di migliorare l'amministrazione dello Stato: per esempio, i ministeri sono nati proprio con questa politica (anche se allora venivano chiamati dipartimenti). Quindi vengono fatte queste misure con la volontà di creare un'amministrazione statale più razionale, poiché, in teoria se ci sono vari organismi che si occupano ognuno di un settore diverso, lo Stato dovrebbe essere amministrato meglio.

Un settore che viene particolarmente curato è quello dell'agricoltura, per effetto della fisiocrazia: vengono create proprio delle scuole, delle accademie, dove si insegnano le modalità per far progredire l'agricoltura. Inoltre si cerca di abolire la servitù della gleba; infatti in queste zone i contadini lavoravano ancora in condizioni feudali. Quest'ultima misura colpisce i nobili poiché la servitù della gleba, in effetti, era un altro privilegio dell'aristocrazia visto che i contadini dovevano a queste persone delle prestazioni personali.

Riforme di Giuseppe II in Austria

In Austria questa politica era già iniziata con Maria Teresa d'Asburgo, ma il sovrano che la attua in maniera più profonda è il figlio, Giuseppe II.

La prima cosa che il sovrano cerca di attuare è il giurisdizionalismo, che in Austria si chiama proprio giuseppinismo, poiché lo ha attuato così fortemente che ha preso il suo nome: ha posto completamente sotto il controllo dello Stato la Chiesa locale.

Ha eliminato tutti i privilegi della Chiesa, le discriminazioni e il tribunale dell'inquisizione.

Giuseppe II ha attuato anche un'importante riforma nel campo penale, tant'è che si chiama proprio codice penale Giuseppino. Esso accoglie in gran parte i principi di Beccaria: vengono aboliti, ma non soppressi, per esempio, molti casi che erano puniti con la pena di morte; è prevista la soppressione della tortura, anche se estende i casi di delitti politici. Quindi è un codice molto moderno.

Inoltre Giuseppe II ha introdotto il matrimonio, civile ha concesso una notevole libertà di stampa e ha controllato molto fortemente l'istruzione, che prima veniva controllata dalla chiesa mentre ora ne viene stabilito il monopolio dello Stato. Per cui, la politica di Giuseppe II ha teso ad ammodernare l'Austria.

Federico II e la Prussia

In ogni caso, la nazione in cui è stata più forte l'opera del riformismo illuminato è stata la Prussia con Federico II. Quest'ultimo veniva chiamato il re filosofo, poiché era molto appassionato di filosofia, tanto da aver scritto anche delle piccole cose; aveva una corrispondenza epistolare con Voltaire ed era, quindi, il tipico re studioso e intellettuale.

Per c'era una contraddizione nella sua personalità, poiché era anche un re molto ambizioso, volto all'espansione militare; il militarismo era uno dei cardini della sua politica: porterà infatti avanti un’opera di riammodernamento dell'esercito, di espansionismo e di imperialismo da parte della Germania. Ma ciò che colpisce è che è come se questo personaggio fosse davvero l'incarnazione della storia tedesca, a causa di questa contraddizione presente nella sua personalità. Infatti la Germania è la patria della filosofia in un certo senso, poiché tutti i filosofi più importanti dell'ottocento e del novecento erano tedeschi, quindi ha raggiunto le vette più alte del pensiero ma allo stesso tempo è stato lo Stato più militarista, quello che ha cercato di inculcare maggiormente il servilismo, a causa, appunto dell'obbedienza militare, ed è arrivata a degli eccessi brutali, che, come mai in tutta la storia dell'uomo, hanno davvero mortificato l'essere umano. Quindi, questa contraddizione che Federico porta nella sua personalità è come se fosse anche la contraddizione di tutta la storia tedesca.

Anche Federico II ha attuato i principi classici di questa politica: nel campo religioso ha abolito tutte le discriminazioni in virtù del principio della tolleranza, anche perché lui non era credente; è stato il primo ad introdurre l'istruzione elementare obbligatoria sempre monotorizzata da parte dello Stato.

Altre riforme fondamentali di Federico riguardano il campo giudiziario, soprattutto nel codice penale. Infatti lui ha portato il rispetto verso il deputato, il fatto che ci debbano essere delle prove per poterlo arrestare. poiché all'epoca spesso venivano attuati arresti arbitrari.

Ha introdotto anche notevoli novità nel codice civile: ha lavorato molto sulla formazione di un ceto burocratico, di impiegati, di amministratori dello Stato che dovevano essere efficienti e preparati. E’ stato rafforzato anche il sistema di esazione delle imposte, poiché lo Stato aveva bisogno di tante risorse economiche e quindi si studiavano anche i metodi più precisi di esazione delle tasse.

Ha lavorato molto anche sull'esercito, proprio perché era un militarista convinto, ha cercato di trasformare l'esercito prussiano in una macchina da guerra imbattibile. Ha creato, cosa che resterà nella storia tedesca, un'aristocrazia militare: le alte cariche dell'esercito venivano date ai nobili e queste persone erano anche vincolate da un grande sentimento di fedeltà nei confronti del sovrano.

Ha abolito anche la servitù dei contadini in molte zone della Germania. Quindi ha svolto comunque un'opera di ammodernamento notevole.

Caterina II e il riformismo in Russia

Un'altra patria del dispotismo illuminato è la Russia, dove forse c'è la contraddizione più forte. Anche la zarina Caterina II era appassionata di filosofia, quindi è una donna molto colta, che intratteneva anche lei delle corrispondenze epistolari con i filosofi. Anche lei si fa colpire dalle idee illuministiche e vorrebbe svecchiare la Russia e ammodernare il suo paese.

Istituisce addirittura una commissione che doveva studiare le modalità adeguate per attuare questo tipo di politica. Requisisce i beni della ricca chiesa ortodossa perché lo Stato se ne possa servire per apportare dei miglioramenti.

Concede una certa libertà di stampa e anche lei vorrebbe abolire le servitù feudali, poiché la stragrande maggioranza della popolazione russa era contadina. Ma il riformismo di Caterina si è scontrato con la realtà socio-economica della Russia, poiché questa era un paese molto arretrato, con un'organizzazione agricola ancora feudale, in cui c'erano dei grossi proprietari terrieri, per i quali lavoravano i contadini in condizioni pietose e servili. Allora era veramente difficile attuare un tipo di politica riformista in questo senso, poiché l'unico modo per attuare una riforma era attuare un cambiamento socioe-conomico radicale; si trattava, in sostanza, di scardinare tutta l'impostazione economica e sociale della Russia cosa che Caterina non riuscì a fare. Per cui, alla fine, il riformismo di Caterina è stato molto superficiale; addirittura in alcune zone i privilegi sono stati addirittura rafforzati, per effetto di questa sua politica.

Ma il limite più grande del riformismo illuminato, che si vede proprio in Russia, è che si tratta solo un'operazione superficiale, poiché vengono attuati alcuni provvedimenti ma, per cambiare davvero un paese, bisogna rivoluzionarlo nella struttura, cioè nell'organizzazione socioeconomica, e su questo il riformismo illuminato non ha inciso.

Riformismo illuminato in Italia

Anche in Italia ci sono stati gli effetti di questo riformismo illuminato poiché la Lombardia era territorio austriaco, quindi ci si può applicare il discorso dell'Austria. In Toscana Pietro Leopoldo applicò la stessa politica del fratello e andò addirittura oltre; non a caso anche qui abbiamo il codice penale leopoldino. Infatti il codice Giuseppiniano aveva previsto una parziale abolizione della pena di morte, invece Leopoldo la sopprime radicalmente.

Leopoldo ha definito quella che è la concezione di Stato illuministico cioè, una ridefinizione, almeno teorica, del concetto di stato: la concezione contrattualistica dello Stato. Quest’ultima è proprio l'opposto dell'assolutismo monarchico; sostiene che il potere viene dal basso, cioè è il popolo a conferire al sovrano il potere, non Dio, e il popolo lo può togliere al sovrano. E’, poi, l'idea moderna che vige in tutte le costituzioni di oggi.

Pietro Leopoldo ha attuato anche una riforma in campo agricolo, sotto l'influenza della fisioterapia: per esempio ha fondato a Firenze l'Accademia delle georgoidi (amanti della campagna), che c'è ancora oggi.

Leopoldo attuò delle opere di bonifica nella MaremmaToscana, che era una zona paludosa, sia per renderla salubre, e quindi stroncare la malaria, sia per poter coltivare queste terre e quindi far aumentare la ricchezza e il progresso.

Un altro centro del riformismo illuminato è Napoli, che è stato uno dei centri di sviluppo e diffusione delle idee illuministiche più grandi in Italia, perché ci sono state delle personalità veramente di grande rilievo: il filosofo Giambattista Vico, Genovesi, Muratori, Galanti e Mario Pagano, che era un giovane brillante, che aveva appoggiato le idee napoleoniche, per le quali morì giovane durante la rivoluzione a Napoli.

Napoli era davvero un centro di grande vivacità intellettuale; qui il re Carlo III pure aveva attuato delle riforme, sotto l'influenza del ministro illuminato Danucci: aveva attuato l'istituzione di un catastoche, a differenza della Toscana, non si basava sulla dichiarazione dei beni ma sulla dichiarazione delle proprietà; era una sorta di dichiarazione dei redditi moderna. Si stabiliscono, inoltre, dei principi di libera circolazione delle merci, sull’esempio della politica del liberismo di Smith.

Quindi, in conclusione, davvero il riformismo illuminato è stato importante per lo svecchiamento degli Stati, anche comunque rimane un’operazione di superficie.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo della ragione nell'illuminismo?
  2. Nell'illuminismo, la ragione è vista come la luce che rischiara tutto, ed è considerata uno strumento per creare condizioni di progresso e benessere per l'uomo.

  3. Come l'illuminismo si rapporta con la religione?
  4. L'illuminismo è un movimento laico che critica fortemente le religioni storiche per la loro irrazionalità, promuovendo invece il deismo, una forma di religione naturale e razionale.

  5. Quali sono le principali dottrine economiche sviluppate durante l'illuminismo?
  6. Le principali dottrine economiche sono la fisiocrazia, che vede l'agricoltura come fonte principale di ricchezza, e il liberismo di Adam Smith, che promuove il libero scambio e la non interferenza dello Stato nell'economia.

  7. In che modo l'illuminismo ha influenzato le riforme politiche in Europa?
  8. L'illuminismo ha portato a riforme politiche in vari stati europei, promuovendo il dispotismo illuminato, che includeva il giurisdizionalismo e l'abolizione di privilegi ecclesiastici e nobiliari.

  9. Quali sono stati gli effetti del riformismo illuminato in Italia?
  10. In Italia, il riformismo illuminato ha portato a riforme significative in Lombardia e Toscana, come l'abolizione della pena di morte e la promozione di politiche agricole e di libero scambio.

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