Concetti Chiave
- I ceti popolari italiani rimasero distanti dalle idee rivoluzionarie francesi, percepite come astratte e non vantaggiose per loro.
- La chiesa, temendo la perdita di privilegi, promosse rivolte popolari contro i giacobini, organizzando armate come la Santa Fede.
- Il dominio napoleonico suddivise l'Italia in territori annessi alla Francia, al Regno d'Italia e affidati a membri della famiglia imperiale.
- La dominazione francese fu oppressiva, con politiche economiche sfavorevoli all'Italia e leva obbligatoria per le campagne di Napoleone.
- Nonostante le difficoltà, furono introdotte importanti riforme economiche e amministrative che favorirono la crescita della borghesia terriera e l'unità nazionale.
Indice
Resistenza popolare alle idee giacobine
In Italia, i ceti popolari rimasero sempre estranei alle idee rivoluzionarie che giungevano dalla Francia e insorsero contro le armate francesi: le idee giacobine apparivano astratte; le riforme, come l'abolizione dei diritti feudali o degli ordini religiosi, non ponevano alcun vantaggio ai contadini; leggi e programmi politici erano importati da una terra lontana e diversa.
Ruolo della chiesa nelle rivolte
La chiesa, dal canto suo, temeva, specie nella Repubblica partenopea, dove il giacobinismo fu più radicale, l'abolizione di tanti privilegi, la soppressione degli enti religiosi e la vendita dei beni incamerati dallo stato.
Si comprende quindi perchè la chiesa stessa fu promotrice di rivolte popolari e, nel Napoletano, organizzò le armate della Santa Fede (non sdegnando di assoldare bande di briganti) per abbattere la Repubblica partenopea.Conquista napoleonica e divisione territoriale
La seconda fase del dominio francese in Italia prese il via con la conquista della penisola iniziata da Napoleone nel 1800 e conclusa nel 1809, che portò alla suddivisione in:
- territori annessi alla Francia;
- territori appartenenti al Regno d'Italia;
- territori affidati ai membri della famiglia imperiale.
La dominazione francese si fece allora assai più dura e pesante: immense risorse furono saccheggiate e migliaia di uomini costretti, dalla leva obbligatoria, a combattere e morire nelle campagne militari di Napoleone. Dal punto di vista economico, l'Italia fu danneggiata da una politica doganale che favoriva le importazioni dalla Francia e scoraggiava le esportazioni, mentre il blocco continentale ebbe gravi conseguenze sui commerci marittimi italiani.
Effetti economici e sociali del dominio francese
Il dominio napoleonico ebbe anche effetti positivi per la società italiana, soprattutto nel Regno d'Italia, dove furono introdotte riforme importanti e incisive: l'abolizione delle dogane interne, l'unificazione del sistema monetario, dei pesi e delle misure, il miglioramento del sistema fiscale, la costruzione di strade, canali e ponti, il potenziamento dell'istruzione superiore. Particolarmente importante fu l'adozione degli stessi codici (civile, penale e del commercio) che Napoleone aveva introdotto in Francia. Anche nel Regno di Napoli l'amministrazione francese introdusse importanti cambiamenti: l'abolizione della feudalità e la vendita di proprietà ecclesiastiche, che, anche se non raggiunsero l'obiettivo dichiarato di favorire la proprietà contadina, promossero la crescita della borghesia terriera.
La borghesia italiana fu per la prima volta massicciamente coinvolta nell'amministrazione statale e fu educata a un nuovo senso di lealtà verso lo stato e la funzione pubblica. Maturò inoltre il sentimento di appartenere ad una nazione.
Domande da interrogazione
- Quali furono le reazioni dei ceti popolari italiani alle idee rivoluzionarie francesi?
- Quali furono le conseguenze economiche del dominio napoleonico in Italia?
- Quali furono gli effetti positivi del dominio napoleonico sulla società italiana?
I ceti popolari italiani rimasero estranei alle idee rivoluzionarie francesi e insorsero contro le armate francesi, poiché le idee giacobine apparivano astratte e le riforme non offrivano vantaggi concreti ai contadini.
L'Italia subì danni economici a causa di una politica doganale che favoriva le importazioni dalla Francia e scoraggiava le esportazioni, mentre il blocco continentale ebbe gravi conseguenze sui commerci marittimi italiani.
Il dominio napoleonico portò a riforme importanti come l'abolizione delle dogane interne, l'unificazione del sistema monetario, il miglioramento del sistema fiscale, e l'adozione di codici civili, penali e commerciali, promuovendo la crescita della borghesia terriera e un nuovo senso di lealtà verso lo stato.