Concetti Chiave
- Napoleone III assunse il potere con un plebiscito, centralizzando l'autorità e promuovendo il benessere economico con una rivoluzione bancaria.
- La politica estera di Napoleone III mirava a rivedere i trattati del 1815, impegnando la Francia in conflitti come la II guerra d'indipendenza.
- Il regime di Napoleone III si liberalizzò, portando alla formazione di un impero liberale con un parlamento più influente.
- In Prussia, Guglielmo I nominò Bismarck, che rafforzò il potere prussiano e sciolse la Confederazione Austriaca dopo la battaglia di Sadowa.
- Cavour modernizzò il Regno di Sardegna, promuovendo un liberalismo economico e politico, e si alleò con Napoleone III per ridurre l'influenza austriaca in Italia.
Indice
Napoleone III e l'impero ereditario
Dopo il colpo di stato del 2 dicembre 1851 Luigi Napoleone fece approvare con un nuovo plebiscito La ricostituzione dell’impero ereditario e assunse il nome di Napoleone III.
Politica interna ed economia francese
In politica interna Napoleone III si proponeva di conciliare autorità e maggior benessere delle classi popolari.
Il potere esecutivo Era concentrato nell’imperatore, mentre la camera dei deputati non aveva la facoltà di proporre leggi, che spettava all’imperatore. Napoleone inoltre contribuì all’espansione dell’economia francese. In quegli anni si verificò una rivoluzione bancaria e furono creati degli istituti finanziari che investirono i risparmi del ceto medio in opere pubbliche. Questi istituti fallirono ma intanto erano sorti numerosi altri istituti. Questi realizzarono uno stretto legame tra il capitale finanziario e quello industriale e contribuirono ad espandere il commercio francese.Politica estera e conflitti
La politica estera di Napoleone poneva come obiettivo la revisione dei trattati del 1815. Egli utilizzò così il principio di razionalità per procurarsi simpatie presso i popoli e impegnò la Francia in vari conflitti come la II guerra d’indipendenza. Ma proprio l’esito di quest’ultima allarmò i cattolici francesi, così ebbe termine l’alleanza tra regime e chiesa. Il regime si andò così liberalizzando. Questo nuovo clima rafforzò le opposizioni, che portarono alla formazione di un corpo legislativo a maggioranza liberal-moderata. Nacque così l’impero liberale con una nuova costituzione che attribuì al parlamento il diritto di presentare delle leggi e di giudicare con un proprio voto la politica del governo. Quattro mesi dopo l’impero bonapartista crollò, dopo sostanziali sconfitte, come la disastrosa spedizione in messico o l’incauta dichiarazione alla Prussia di una guerra conclusa con una terribile sconfitta.
Guglielmo I e Bismarck in Prussia
Dopo le rivoluzioni del 48-49 in Prussia, il nuovo sovrano Guglielmo I deluse le speranze dell’avvento di una nuova era liberale. Inoltre egli per rafforzare il suo esercito fece presentare una legge al parlamento che prevedeva il prolungamento a tre anni del servizio militare ma la maggioranza liberale respinse i finanziamenti per attuare la riforma, si aprì così un conflitto costituzionale e Guglielmo I affidò il governo a Bismarck che fece passare la legge con la forza. Egli si dedicò ad affermare il potere della Prussia in Germania e di preparare la guerra contro l’austria che venne abbattuta a Sadowa. La confederazione austriaca fu sciolta e al suo posto sorse una confederazione della Germania del Nord.
Regimi assoluti in Italia
Dopo la sconfitta delle rivoluzioni quarantottesche i vari stati italiani tornarono al regime assoluto. L’austria gravò molto sul Lombardo-Veneto, sottoposto a un severo regime guidato da Radetzsky. Anche nello stato pontificio venne restaurato un intollerante regime assoluto che favorì il rafforzamento della compagnia di Gesù. Ebbero una reazione anche i Ducati di Parma e Monaco e il granducato di Toscana. Nel Regno delle due sicilie ci fu una crisi politica, Ferdinando I governò fino alla morte con un dispotismo personalistico sostenuto dalla polizia.
Cavour e il Risorgimento italiano
In Italia faceva eccezione Il regno di Sardegna che conservò le istituzioni liberali. Questo fu possibile grazie all’ammodernamento dell’apparato amministrativo a cura di Massimo Azeglio che guidò il paese nel 49. Nel 1850 Camillo Benso di Cavour entrò a far parte del governo. Egli approdava a un liberalismo moderno chi si basava sul rispetto dei diritti dell’individuo.Tali idee portavano Cavour a concepire il Risorgimento come un movimento destinato ad elevare il Piemonte e L’Italia al livello dei paesi europei più avanzati, e questo con una monarchia costituzionale e uno sviluppo economico basato sulle capacità della borghesia. Egli inoltre realizzò una radicale svolta libero scambista e nei primi mesi del 1852 il cosiddetto connubio, (unione matrimoniale), che era un accordo che isolava in parlamento le due estreme, democratica e conservatrice. Il connubio costituì la premessa che permise a Cavour nel 1852 di dirigere il governo. Con Cavour fu allargato e perfezionato il sistema del credito con la nascita della banca nazionale. E le maggiori risorse finanziarie permisero consistenti investimenti nell’agricoltura e nelle manifatture. Ma il 26 aprile fu costretto a dimettersi a causa di alcune ostilità con il te e dell’intransigente opposizione della destra clericale. In seguito egli poté tornare al potere del parlamento dopo essere fallito il tentativo di sostituirlo.
Politica estera di Cavour
La politica estera di Cavour prevedeva l’eliminazione del potere austriaco sulla penisola e il rafforzamento della monarchia sabauda. Così,quando scoppiò la guerra di Crimea, Cavour si schierò a favore dei franchi e dei britannici nella speranza che il conflitto potesse trasformarsi in una guerra tra potenze liberali e potenze assolutiste. Ma tale possibilità svanì e Cavour entrò nell’alleanza occidentale. Al congresso indetto a Parigi dopo la guerra di Crimea, Cavour sottolineò nel suo intervento che la presenza militare dell’Austria nello stato pontificio minacciava la sicurezza del Piemonte e trovò un punto di riferimento a riguardo in Napoleone III.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali riforme interne di Napoleone III?
- Come si sviluppò la politica estera di Napoleone III?
- Quali furono le conseguenze della sconfitta delle rivoluzioni del 1848-49 in Italia?
- Quali furono le principali iniziative di Cavour nel Regno di Sardegna?
- Qual era l'obiettivo della politica estera di Cavour?
Napoleone III cercò di conciliare autorità e benessere delle classi popolari, concentrando il potere esecutivo nell'imperatore e contribuendo all'espansione economica francese attraverso una rivoluzione bancaria e la creazione di istituti finanziari.
La politica estera di Napoleone III mirava a rivedere i trattati del 1815, utilizzando il principio di razionalità per ottenere simpatie e impegnando la Francia in conflitti come la II guerra d'indipendenza.
Dopo le rivoluzioni, vari stati italiani tornarono al regime assoluto, con l'Austria che impose un severo regime sul Lombardo-Veneto e il Regno di Sardegna che mantenne istituzioni liberali grazie a Massimo Azeglio e Cavour.
Cavour promosse un liberalismo moderno, concependo il Risorgimento come un movimento per elevare l'Italia, realizzò una svolta libero scambista e creò il "connubio" per isolare le estreme in parlamento, dirigendo il governo e ampliando il sistema del credito.
La politica estera di Cavour mirava a eliminare il potere austriaco in Italia e rafforzare la monarchia sabauda, partecipando alla guerra di Crimea e cercando alleanze con potenze liberali come la Francia di Napoleone III.