Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • Il Seicento fu segnato dalla Guerra dei Trent'anni e dalla crisi economica e sociale in Europa, causata da carestie, pestilenze e un abbassamento delle temperature.
  • Le città italiane come Firenze, Milano, Venezia e Como subirono un declino economico, soprattutto nel settore tessile, a causa della concorrenza straniera.
  • Livorno riuscì a mantenere la sua economia grazie al porto franco, che facilitava il commercio e arricchiva la città.
  • L'Italia non riuscì a modernizzarsi economicamente, mancando di un potere centrale forte e diversificazione produttiva, portando a un fenomeno di rifeudalizzazione.
  • Nonostante il generale declino, Napoli rimase un'eccezione grazie ai suoi scambi commerciali e alla vivacità dei suoi laboratori artigianali.

Indice

  1. La guerra dei Trent'anni e le sue conseguenze
  2. Crisi economica e sanitaria del Seicento
  3. Declino economico delle città italiane
  4. Rifeudalizzazione e eccezioni economiche

La guerra dei Trent'anni e le sue conseguenze

Il Seicento fu segnato dalla difficile Guerra dei Trent’anni (1618-1648) che si concluse con la pace di Westfalia che sancì la supremazia di Francia, Province Unite e Svezia. Ricordiamo inoltre che Province Unite e Portogallo si erano rese libere dalla Spagna.

Crisi economica e sanitaria del Seicento

Nel Seicento vi furono terribili ondate di carestie e peste nella penisola iberica, in Italia, in Germania e in Europa orientale, mentre furono molto meno gravi in Inghilterra e in Europa settentrionale. La crisi seicentesca fu causata da: abbassamento delle temperature (infatti il Seicento viene ricordato come una “piccola era glaciale”) che distrusse i raccolti; scarsità di cereali; peste, dovuta alla scarsa nutrizione e allo spostamento in città della popolazione che andava in cerca di fortuna e che viveva in alloggi sporchi e malsani.

Declino economico delle città italiane

In Italia le città iniziarono il loro declino economico: Firenze, Milano, Venezia e Como videro una drastica riduzione del loro esporto di stoffe pregiate, a causa della concorrenza dell’Inghilterra e dell’Olanda, e quindi un declino del settore tessile. Dobbiamo inoltre ricordare la terribile peste che vi fu a Milano nel 1630-31, la stessa pestilenza che viene descritta nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. L’unica città che seppe salvaguardare la propria economia fu Livorno che, grazie al porto franco che permetteva il deposito gratuito delle merce in transito, riuscì ad arricchirsi.

Rifeudalizzazione e eccezioni economiche

L’Italia decadde perché non seppe adeguarsi ai cambiamenti dell’economia, non diversificò la produzione e inoltre mancava un potere “forte” e centralizzato che riuscisse a governare la situazione. In questa situazione accadde dunque un ritorno al passato: i ricchi cittadini, invece di investire, preferirono ritirarsi nei loro possedimenti e a fare investimenti fondiari (in terreni) che davano loro un senso di sicurezza: questo fenomeno è noto come “rifeudalizzazione” e vi fu ovunque in Italia, soprattutto al Sud con l’eccezione di Napoli che continuava ad essere nota per i suoi scambi commerciali e per i laboratori artigianali.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali cause della crisi economica del Seicento in Italia?
  2. La crisi economica del Seicento in Italia fu causata dall'abbassamento delle temperature, noto come "piccola era glaciale", che distrusse i raccolti, dalla scarsità di cereali e dalla peste, aggravata dalla scarsa nutrizione e dall'affollamento urbano in condizioni malsane.

  3. Come reagirono le città italiane alla crisi economica del Seicento?
  4. Le città italiane come Firenze, Milano, Venezia e Como subirono un declino economico, specialmente nel settore tessile, a causa della concorrenza estera. Livorno, invece, riuscì a salvaguardare la propria economia grazie al porto franco che favoriva il commercio.

  5. Cos'è la "rifeudalizzazione" e come si manifestò in Italia durante il Seicento?
  6. La "rifeudalizzazione" fu un fenomeno in cui i ricchi cittadini preferirono investire in terreni piuttosto che in attività economiche, cercando sicurezza nei possedimenti fondiari. Questo accadde in tutta Italia, soprattutto al Sud, con l'eccezione di Napoli che mantenne la sua attività commerciale e artigianale.

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