Concetti Chiave
- La Pacificazione di Augusta del 1555 pone fine alle guerre di religione in Germania, accettando la coesistenza di luteranesimo e cattolicesimo.
- Stabilisce il principio cuius regio, eius religio, permettendo ai principi di scegliere la confessione religiosa per i loro territori.
- Introduce il reservatum ecclesiasticum, mantenendo i beni ecclesiastici acquisiti fino al 1552 dai principi convertiti alla Riforma.
- Carlo V rinuncia all'unità religiosa dell'Impero, dividendo l'eredità tra suo figlio e suo fratello per garantire la pace.
- Esclude minoranze religiose come anabattisti e ussiti, concentrandosi su una pace tra principi cattolici e luterani.
Indice
La fine delle guerre di religione
La guerra in Germania si conclude nel 1555 con la Pacificazione di Augusta, quando è ormai iniziato il Concilio di Trento (1545) e si è diffuso il Calvinismo, ma non significativamente in Germania. Con la Pacificazione di Augusta Carlo V mette fine alle guerre di religione arrendendosi, nel senso che rinuncia all’idea di poter riportare l’Impero all’unità religiosa, sebbene il suo progetto iniziale e l’obiettivo che persegue per tutti gli anni ’20 e ’30 fosse quello di far sì che protestanti e cattolici facessero pace.
Principi della Pacificazione di Augusta
La Pacificazione di Augusta stabilisce due princìpi: cuius regio, eius religio (il principe sceglie la confessione e il popolo è tenuto a seguirla; qualora un suddito non fosse d’accordo, può lasciare il territorio e i suoi beni da esule) e il reservatum ecclesiasticum (ci si accorda perché i prìncipi possano conservare, mantenere i beni della Chiesa incamerati fino al 1552; coloro i quali erano passati alla Riforma entro quella data hanno incamerato i beni della Chiesa, sciolto gli ordini monastici e si stabilisce quello status quo; chi dovesse passare alla Riforma dopo il 1552 o addirittura dopo la Pacificazione di Augusta non avrà diritto ad acquisire i beni della Chiesa, semmai deve trovare il modo di compensarli).
Carlo V e la divisione dell'Impero
Questo è il compromesso che si raggiunge in area tedesca e che fa il palio con la Pace di Cateau-Cambrésis; mentre si avvicina alla fine del suo regno, Carlo V chiude le questioni aperte: in Italia è stato incoronato a Bologna ed ha ottenuto la conquista di Napoli e Milano, ma si rende conto che il conflitto con la Francia non si può fermare a meno che non venga diviso l’Impero, pertanto spezza l’asse ereditario fra il figlio e il fratello, per pacificare la Germania rinuncia all’idea di un’unità religiosa dell’Impero e accetta che al suo interno convivano luteranesimo e cattolicesimo (anabattisti, sociniani, ussiti e tutte le altre minoranze che eppure esistevano non vengono nemmeno prese in considerazione: essendo una pace tra prìncipi, che sono cattolici o luterani, non c’è spazio per altre opzioni in tale pacificazione). Serve a lasciare a Ferdinando I un impero pacificato: gli Asburgo, che sono e saranno sempre alfieri della cattolicità, accettano che dentro all’impero esistano un’altra confessione religiosa.
Domande da interrogazione
- Quali furono i due princìpi stabiliti dalla Pacificazione di Augusta?
- Qual era l'obiettivo iniziale di Carlo V riguardo l'unità religiosa dell'Impero?
- Come influì la Pacificazione di Augusta sulla convivenza religiosa all'interno dell'Impero?
La Pacificazione di Augusta stabilì i princìpi di "cuius regio, eius religio" e "reservatum ecclesiasticum", permettendo ai prìncipi di scegliere la confessione religiosa dei loro territori e mantenere i beni ecclesiastici incamerati fino al 1552.
L'obiettivo iniziale di Carlo V era riportare l'Impero all'unità religiosa, cercando di far sì che protestanti e cattolici facessero pace, ma alla fine rinunciò a questa idea con la Pacificazione di Augusta.
La Pacificazione di Augusta permise la convivenza di luteranesimo e cattolicesimo all'interno dell'Impero, escludendo altre minoranze religiose, e lasciò a Ferdinando I un impero pacificato.