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Concetti Chiave

  • La teoria dei tre ordini, risalente alla preistoria indoeuropea e ripresa nel IX-XI secolo, divide la società in oratores, bellatores e laboratores.
  • Secondo Adalberone di Laon, ogni ordine ha una funzione specifica: pregare, combattere o lavorare, con il re a garantire l'equilibrio sociale.
  • Questa struttura legittima il potere regale e giustifica la disuguaglianza sociale come necessaria e provvidenziale.
  • La teoria era una reazione alle realtà sociali più complesse dell'epoca, come la rinascita delle campagne e nuovi ceti sociali.
  • Si opponeva a movimenti di riforma che promuovevano l'uguaglianza, criticando la disparità nella distribuzione di ricchezze e poteri.

La teoria dei tre ordini
Tra il IX e l’XI secolo nelle opere di uomini di cultura e di governo si propone un’immagine della società che, secondo l’ipotesi dello storico delle religioni Georges Dumézil, risale alla preistoria dei popoli indoeuropei e che riemerge in forma cristianizzata in questi secoli: si tratta della teoria dei tre ordini.
Secondo la ripartizione formulata dal vescovo Adalberone di Laon (947-1030), la società è costituita da tre gruppi organizzati dalla Provvidenza in precise forme (ordines): gli oratores, “coloro che pregano” e a cui spetta il compito di diffondere la parola di Dio; i bellatores, “coloro che combattono”, i laboratores, “coloro che lavorano e faticano”. Ognuno di questi gruppi svolge una funzione specifica e una società ben “ordinata” non può che essere costituita dal loro armonico interagire. Ognuno dei tre settori esercita la propria funzione per il bene proprio e per quello della società. Al vertice di questa struttura sta il re, il cui potere sacro è garanzia dell’equilibrio della società; al disotto del re, i tre ordini sono disposti in scala gerarchica discendente: prima i sacerdoti, poi i guerrieri e infine i lavoratori. Questa ideologia si presenta come una legittima della funzione regolatrice del potere regale e nello stesso tempo come una teoria della disuguaglianza necessaria.
L’immagine ideale della società era certo una fotografia della realtà del tempo, ma l’espressione di un programma di restaurazione sociale e politica. Lo schema della società dei tre ordini si opponeva a una realtà sociale che si stava articolando in modo più complesso, con novità che in quello schema non potevano trovare posto: per esempio, lo sviluppo delle campagne e la rinascita delle nuovi ceti sociali. Vi è inoltre un altro aspetto: la necessità di contrapporre una teoria “provvidenza” della disegualianza sociale a determinati movimenti di riforma religiosa e sociale che andavano diffondendosi. Tra essi, alcune forme di eresia, che facevano esplicito riferimento all’uguaglianza originaria di tutti gli uomini come figli dello stesso Creatoree che pertanto ritenevano ingiusta una distribuzione così clamorosamente ineguale delle ricchezze e dei poteri.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la teoria dei tre ordini proposta da Adalberone di Laon?
  2. La teoria dei tre ordini, formulata da Adalberone di Laon, divide la società in tre gruppi: oratores (coloro che pregano), bellatores (coloro che combattono) e laboratores (coloro che lavorano), ognuno con una funzione specifica per il bene della società.

  3. Qual è il ruolo del re nella teoria dei tre ordini?
  4. Nella teoria dei tre ordini, il re occupa il vertice della struttura sociale, con un potere sacro che garantisce l'equilibrio della società, sostenendo la gerarchia tra sacerdoti, guerrieri e lavoratori.

  5. Come si opponeva la teoria dei tre ordini alla realtà sociale del tempo?
  6. La teoria dei tre ordini si opponeva alla realtà sociale più complessa del tempo, che includeva lo sviluppo delle campagne e la nascita di nuovi ceti sociali, e contrastava movimenti di riforma che promuovevano l'uguaglianza originaria di tutti gli uomini.

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