Concetti Chiave
- Durante il Medioevo, le strade erano vivaci centri di attività con persone di tutte le classi sociali, bancarelle e botteghe che riducevano la larghezza delle carreggiate.
- Le strade erano frequentate da sfaccendati e imbroglioni, e spesso ingombrate da sporcizia, tanto che in alcune città del nord Europa si usavano pattini per spostarsi agevolmente.
- Le processioni e le esecuzioni pubbliche attiravano folle, mentre gli spettacoli di saltimbanchi e giocolieri fornivano intrattenimento meno cruento.
- Di notte, le strade piombavano nell'oscurità e diventavano pericolose, frequentate da ladri e malviventi che si nascondevano nei cimiteri o nelle "corti dei miracoli".
- In città più grandi, il numero di mendicanti era elevato, spesso portando il Governo a effettuare espulsioni di massa per contenere il problema.
Indice
Vita quotidiana nelle strade medievali
Nel Medioevo, le strade erano continuamente animate, anche perché la maggior parte degli indigenti, dei bambini e delle donne erano soliti scendere nelle strade per chiacchierare, per fare un po’ di spesa o giocare oppure assistere allo spettacolo dei saltimbanchi. Occorre anche precisare che la larghezza della carreggiata era molto spesso ridotta dalla presenza, su entrambi i lati, di bancarelle o di botteghe aperte. Ma le strade non erano frequentate solo da persone umili: vi si incontravano anche signori e chierici.
Varietà delle botteghe e taverne
Le botteghe erano molto varie: venditori di pellicce, droghieri, mercanti di panni, farmacie, orefici. E ovunque vi erano le taverne che vendevano vino e aringhe salate per far aumentare la sete e incrementare le vendite.
Era possibile attaccar discorso con degli sfaccendati, con delle persone dissolute o con degli imbroglioni che facevano della strada il loro rifugio o il luogo da cui trarre il sostentamento quotidiano. Gli ambienti per il gioco ai dadi o per la prostituzione erano molto diffusi e frequentati. Un affresco di Ambrogio Lorenzetti, Effetti del buono e del cattivo governo in città e in campagna, dipinto nel 1340 circa, ci dà un’idea assai veritiera di quella che dovevano essere le strade in quel tempo. Molto spesso esse erano talmente ingombrate dalla sporcizia che in alcune città del nord Europa gli abitanti preferivano spostarsi con una sorta di pattini. In una simile confusione le carrozze degli aristocratici o i carri che trasportavano merci potevano avanzare molto lentamente e con estrema difficoltà.
Processioni e spettacoli pubblici
A volte, una processione bloccava la circolazione e causava un enorme afflusso di persone. Ma chi andava in processione? Di solito erano i chierici che portavano in giro le reliquie (spesso false, come sappiano dal Decameron) per ringraziare Dio o per supplicarlo affinché rivolgesse la sua benevolenza sulla città, potevano essere i membri dello stesso mestiere (o arte) che onoravano il loro patrono, portandone in giro la statua. Uno spettacolo meno frequente, ma che suscitava molto interesse, si teneva quando si trattava di mettere alla gogna qualcuno o di condurla al patibolo. Assistere al supplizio o alle torture dei malcapitati era uno spettacolo che nessuno si voleva perdere. Durante il percorso verso il luogo dell’impiccagione, colui che era destinato alla forca era vittima di ingiurie e anche di colpi di bastoni: la reazione del popolo era tanto più forte quanto più il condannato era stato potente: dei veri e propri linciaggi. Esistevano anche altri spettacoli, molto popolari e meno cruenti come i saltimbanchi, gli ammaestratori di orsi o i giocoliere. A volte i predicatori si portavano sulle piazze per tenere dei sermoni contro i vizi del mondo (come nel caso di Gerolamo Savonarola nella Firenze del Trecento) oppure venivano rappresentati i Misteri o rappresentazioni sacre che sono all’origine del teatro moderno.
Pericoli notturni e criminalità
Con l’arrivo della notte le porte della città venivano chiuse, le strade piombavano nella totale oscurità e nonostante spesso esistessero le ronde, quei pochi che dovevano uscire in strada si munivano sempre di torce e di armi. Infatti i ladri, i malviventi e i malintenzionati in generale, avevano il loro covo nei cimiteri o nelle “corti dei miracoli”, ben descritte da Victor Hugo nel romanzo Notre-Dame de Paris. Durante il giorno vivevano di mendicità, suscitando compassione con infermità fasulle e di notte non esitavano a tagliare la gola a chi pensavano fosse in possesso di una borsa di denaro. Più la città era grande e più aumentava la possibilità di commettere furti o uccidere un malcapitato: per questo motivo, il numero dei veri o falsi mendicanti era enorme. Il loro numero era talmente elevato che a volte il Governo procedeva ad un’espulsione di massa.
Domande da interrogazione
- Qual era l'atmosfera delle strade nel Medioevo?
- Chi erano i frequentatori delle strade medievali?
- Quali eventi trasformavano le strade in palcoscenici?
- Come cambiava l'atmosfera delle strade con l'arrivo della notte?
- Quali misure venivano adottate per controllare la criminalità nelle città medievali?
Le strade medievali erano vivaci e affollate, frequentate da persone di ogni ceto sociale, con bancarelle e botteghe che riducevano la carreggiata, e taverne che vendevano vino e aringhe salate.
Le strade erano frequentate da sfaccendati, persone dissolute, imbroglioni, e anche da aristocratici e chierici. Erano luoghi di gioco d'azzardo e prostituzione, come illustrato nell'affresco di Ambrogio Lorenzetti.
Processioni religiose, esecuzioni pubbliche, spettacoli di saltimbanchi e giocolieri, e sermoni di predicatori come Gerolamo Savonarola trasformavano le strade in palcoscenici.
Di notte, le strade diventavano oscure e pericolose, frequentate da ladri e malviventi, con pochi che osavano uscire senza torce e armi, mentre i mendicanti si rifugiavano nei cimiteri.
A causa dell'alto numero di mendicanti e criminali, i governi a volte procedevano con espulsioni di massa per ridurre la criminalità nelle città più grandi.