Concetti Chiave
- Il vassallaggio e l'ereditarietà dei feudi, riconosciuta dal Capitolare di Quierzy, indebolirono il potere centrale del Sacro romano impero nel X secolo.
- L'incastellamento fu una risposta alle incursioni di Normanni, Saraceni e Ungari, con castelli costruiti in posizioni strategiche per controllo e protezione.
- Le fortezze, spesso gestite da vassalli, divennero strumenti di dominio locale, contrastando con l'autorità pubblica centrale.
- Il passaggio dal feudalesimo portò a una società organizzata in tre ordini: oratores (religiosi), bellatores (guerrieri) e laboratores (lavoratori).
- Il re, con potere sacro, era al vertice della struttura sociale, legittimando la disuguaglianza e l'ordine gerarchico tra gli ordini.
Indice
Indebolimento del potere centrale
Le varie incursioni contribuirono a indebolire il potere centrale del Sacro romano impero. Le radici di questa crisi stavano però nel vassallaggio: infatti, i vassalli giunsero a pretendere l'ereditarietà dei feudi che fu riconosciuta attraverso il Capitolare di Quierzy, siglato nell'877 da Carlo il Calvo.
Spesso i signori locali si appropriavano di prerogative spettanti al re. Questi fattori portarono alla nascita di innumerevoli nuclei di potere autonomo.L'incastellamento e le sue cause
A questo fenomeno si accompagnò l'incastellamento. Nel corso del X secolo, in diverse zone d'Europa sorsero numerosi castelli e fortezze, spesso collocati in luoghi strategici per poter controllare il territorio e offrire protezione agli abitanti. Le ragioni dell'incastellamento furono diverse: le incursioni dei Normanni, dei Saraceni e degli Ungari inducevano a costruire delle difese, ma anche le lotte tra la nobiltà locale spingevano all'innalzamento di castelli.
Trasformazione dei castelli e struttura sociale
Le fortezze potevano sorgere spontaneamente, oppure essere volute dai sovrani stessi: in questo caso, le fortezze erano affidate a un custode che il sovrano sceglieva fra i suoi vassalli. I castelli entrarono dunque a far parte, come un bene privato, del patrimonio di signori laici o ecclesiastici, che finivano inevitabilmente per esercitare sul territorio un'autorità che contrastava con il potere pubblico. Fu così che al cessare delle scorrerie, i castelli si trasformarono da capisaldi difensivi in strumenti di dominio. Con l'incastellamento il feudalesimo finì e tra il IX e l'XI secolo la società era costituita da 3 gruppi (ordini) organizzati dalla Provvidenza: gli oratores, coloro che pregano, a cui aspettava il compito di diffondere la parola di Dio; i bellatores, coloro che combattono; i laboratores, coloro che lavorano e faticano. Al vertice di questa struttura stava il re, il cui potere sacro era garanzia dell'equilibrio della società, sotto di lui i tre ordini erano disposti in scala gerarchica discendente: prima i sacerdoti, poi i guerrieri e infine i lavoratori. Questa ideologia si presentava come una legittimazione della funzione regolatrice del potere regale e teorizzava la necessità della disuguaglianza.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali dell'indebolimento del potere centrale del Sacro romano impero nel X secolo?
- Quali furono le ragioni principali dell'incastellamento nel X secolo?
- Come era strutturata la società tra il IX e l'XI secolo secondo l'ideologia dell'epoca?
Le incursioni e il sistema di vassallaggio, con i vassalli che pretendevano l'ereditarietà dei feudi, indebolirono il potere centrale, portando alla nascita di nuclei di potere autonomo.
L'incastellamento fu motivato dalle incursioni dei Normanni, Saraceni e Ungari, e dalle lotte tra la nobiltà locale, portando alla costruzione di castelli per difesa e controllo del territorio.
La società era divisa in tre ordini: oratores (coloro che pregano), bellatores (coloro che combattono) e laboratores (coloro che lavorano), con il re al vertice come garante dell'equilibrio sociale.