Concetti Chiave
- I Glossatori consideravano il Corpus iuris civilis di Giustiniano come una legge pienamente vigente, simile al testo sacro per i padri della Chiesa.
- L'attività didattica dei Glossatori era strettamente collegata all'indagine scientifica e letteraria, iniziando con la lettura e spiegazione del testo ai discepoli.
- La spiegazione del testo comprendeva una lezione iniziale, seguita da chiarimenti ed esegesi delle singole parole e proposizioni.
- I Glossatori affrontavano spesso il problema di risolvere contrasti tra frammenti e altre parti del Corpus, utilizzando distinzioni per convalidare norme discorrenti.
- La didattica si evolveva con il tempo, coinvolgendo gli studenti nel dibattito e nell'analisi di questioni ipotetiche, con il maestro che guidava e approvava le soluzioni.
Indice
Il corpus iuris civilis
Per i maestri Glossatori la compilazione di Giustiniano – ripartita nelle sue quattro parti Codex, Digestum, Istitutiones, Novellae – è legge vigente nel senso più pieno: ogni sua proposizione è valida; ogni caso ipotetico o reale trova una possibile soluzione nell’ambito di quello che verrà d’ora in avanti chiamato Corpus iuris civilis.
Convinzione incrollabile che trova un possibile riscontro nell’atteggiamento dei padri della Chiesa nei confronti del testo sacro. Compito dell’interprete è quello di chiarirne la portata mediate gli strumenti concettuali che gli sono propri.L'attività dei glossatori
Il lavoro dei maestri bolognesi inizia e si svolge così: essi chiariscono a se stessi il testo e subito spiegano il frutto del loro lavoro di chiarimento agli scolari che desiderano apprendere. Nascono in un sol tempo l’attività di indagine scientifica, l’attività didattica e l’attività letteraria dei Glossatori. Questa stretta connessione tra insegnamento e scienza giuridica si rivela chiaramente analizzando le fasi in cui si articola la spiegazione del testo dalla cattedra.
La lezione e l'esegesi
1-2: il maestro leggeva dalla cattedra il testo del frammento: il termine lezione deriva da questa fondamentale operazione nascente dall’esame del testo (lezione/lectio/lettura). 2: si procedeva ad una prima sintetica chiarificazione del significato del frammento, in particolare in forma di esempio concreto del principio giuridico affermato nella norma, che prendeva il nome di casus. Poi seguiva l’esigesi, la vera e propria spiegazione delle singole parole e proposizioni.
Il problema delle fonti
3: a questo punto nasceva il problema del rapporto tra il frammento stesso ed i passi contenuti in altre parti della compilazione; molto spesso le regole di diritto contenuti in passi paralleli risultavano, a prima vista, discordanti da quelle del frammento commentato.
Nasceva dunque l’esigenza di risolvere il contrasto tra le fonti. Fase cruciale nell’opera dell’interprete, che frequentemente sfociava nella forma della distinzione, così da convalidare entrambe le norme.
Proposizioni generali e questioni
4: il frammento poteva contenere proposizioni di portata generale tali da poter essere espresse in forma sintetica, ed essere utilizzate come argomentazioni di diritto in una causa. 5: infine il frammento in esame veniva assunto come spunto per proporre una o più questioni ipotetiche o concrete: erano le questioni di fatto, per rispondere alle quali si richiedeva il riferimento ad altre fonti e il ricorso a tecniche di interpretazione (es: analogia). Il maestro proponeva la quaestiones de facto a lezione, ne illustrava le eventuali alternative e ne offriva dalla cattedra la solutio. Dalla fine del XII sec. In poi, si instaurò la prassi didattica di affidare agli stessi scolari l’esame di questione proposte dal maestro e suscettibili di soluzioni opposte; divisi in gruppi dibattevano la questione innanzi al maestro, il quale approvava una delle soluzioni esaminate
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dei Glossatori nel contesto del Corpus iuris civilis?
- Come si articolava il metodo didattico dei Glossatori durante le lezioni?
- Qual era l'importanza della fase di distinzione nel lavoro dei Glossatori?
- In che modo gli scolari partecipavano attivamente alle lezioni dei Glossatori?
I Glossatori consideravano la compilazione di Giustiniano come legge vigente e si occupavano di chiarirne la portata attraverso strumenti concettuali, spiegando il testo agli scolari.
Il metodo didattico prevedeva la lettura del testo, una chiarificazione sintetica, l'esegesi delle parole, la risoluzione di contrasti tra fonti e la proposizione di questioni ipotetiche o concrete.
La fase di distinzione era cruciale per risolvere i contrasti tra le fonti, permettendo di convalidare entrambe le norme attraverso la distinzione tra i passi discordanti.
Gli scolari erano coinvolti nell'esame di questioni proposte dal maestro, dibattendo in gruppi e presentando soluzioni opposte, con il maestro che approvava una delle soluzioni esaminate.