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Concetti Chiave

  • Il Sacro Romano Impero, fondato da Ottone I, cercava il primato del potere temporale su quello spirituale, ma rimaneva in competizione con il papato per la supremazia.
  • Ottone I consolidò il suo potere grazie alla vittoria contro gli ungari e si fece incoronare imperatore da papa Giovanni XII, stabilendo un legame tra impero e papato.
  • La riforma della chiesa, iniziata dai monasteri cluniacensi, mirava a combattere la simonia e il nicolaismo e a riformare l'ordinamento ecclesiastico.
  • Gregorio VII, attraverso il Dictatus Papae, cercò di affermare la superiorità della chiesa sull'impero, portando a un conflitto noto come la lotta per le investiture.
  • Il Concordato di Worms del 1122 pose fine alla lotta per le investiture, limitando l'influenza imperiale sulle nomine ecclesiastiche e riaffermando l'autorità papale.

Indice

  1. Divisione dell'impero carolingio
  2. Ascesa di Ottone I
  3. Conflitto tra papato e impero
  4. Regno di Ottone II e III
  5. Corrado II e la Constitutio de feudis
  6. Enrico III e la riforma della chiesa
  7. Decadenza della chiesa e riforma cluniacense
  8. Papi della riforma e lo scisma d'Oriente
  9. Gregorio VII e la lotta delle investiture
  10. Concordato di Worms e eresie medievali

Divisione dell'impero carolingio

Siamo intorno all’ 844 e l’unità politica dell’impero si era già dissolta, il trattato di Verdum (843) fatto dai nipoti di Carlo aveva diviso il terreno secondo delle linee di frontiera:

- I franchi orientali (Germania) - est

- I franchi occidentali (Francia) – ovest

Il Regno d’Italia rimase associato al titolo imperiale, la nomina a re d’Italia era la premessa necessaria per ottenere il titolo di imperatore, che, dopo le lotte dinastiche, aveva mantenuto solo un valore formale.

Ascesa di Ottone I

Nel 936 Ottone I divenne re della Germania e consolidò il proprio potere, il suo prestigio era legato soprattutto alla vittoria sugli ungari nel 955, a Lechfeld, che mise fine agli attacchi ungari. Grazie al prestigio guadagnato Ottone si impegnò a rifondare l’autorità imperiale puntando ad assumere il controllo del Regno d’Italia del quale aveva già ottenuto la corona nel 951.

Nel 961 scese di nuovo in Italia sconfiggendo Berengario che aveva ripreso le ostilità. Successivamente si fece incoronare da papa Giovanni XII l’anno dopo. Il Sacro Romano Impero comprendeva: le terre tedesche, la Lorena e l’Italia del Nord, l’impero era romano perché si ricollegava a Roma, sacro perché voluto da Dio.

Conflitto tra papato e impero

Nonostante fossero legati, papato e impero rimanevano comunque rivali per chi dei due fosse superiore, Ottone aveva dovuto appoggiarsi al papa per diventare imperatore, il suo progetto, però, era affermare il primato del potere temporale su quello spirituale, approfittò del clima di instabilità per emanare nel 962 il privilegio di Ottone, con questo confermava le donazioni territoriali alla chiesta fatte in età carolingia, ma si riservava il potere di confermare l’elezione papale, che poi doveva giurare fedeltà all’imperatore.

Regno di Ottone II e III

Alla morte di Ottone I, 942, salì al potere Ottone II che governò per poco per via del doppio fronte politico e militare, alla sua morte, 983, salì al potere Ottone III che aveva solo 3 anni.

Corrado II e la Constitutio de feudis

La reggenza fu affidata alla madre e al monaco Gerberto che poi si fece eleggere papa Silvestro II.

Alla morte di Ottone III salì il cugino Enrico II, che riuscì a riguadagnare il regno d’Italia, morì poi nel 1024 e il potere passò a Corrado II, “Il Salico”, che incontrò degli ostacoli in Italia:

- L’opposizione delle famiglie potenti

- La nascente spinta autonomistica delle città

Corrado ottenne nel 1026 la nomina a re d’Italia e l’anno dopo imperatore grazie all’aiuto dell’arcivescovo che però, quando si rifiutò di riconoscere i diritti che i suoi vassalli reclamavano, Corrado si schierò con loro emanando il Constitutio de feudis, veniva riconosciuta l’ereditarietà dei feudi minori, i feudatari eran diventati proprietari.

Enrico III e la riforma della chiesa

Enrico III seguì Corrado quando quest’ultimo morì nel 1039, nel 1046 Enrico andò in Italia dove la chiesa si trovava in una situazione scomoda (vi erano tre papi deposti nelle sindoni di Sutri e Roma), egli fece eleggere papa Clemente II, Ernico riuscirà a vivere fino al 1056 eleggendo 4 papi tedeschi di fila (Clemente, Damaso, Leone e Vittore)

Decadenza della chiesa e riforma cluniacense

Fra 9-10 secolo la chiesa attraversò un periodo di grave decadenza, a quel tempo i preti potevano sposarsi nonostante il voto di castità fosse spesso raccomandato (rispettato solo dai monaci), era presente dunque il nicolaismo (opposizione al celibato del clero), i membri del clero a quel tempo potevano avere figli e quindi eredi, favoriti nelle nomine ecclesiastiche (nepotismo), inoltre i titoli ecclesiastici venivano di frequente comprati e venduti, in ragione del loro valore economico (simonia).

Le voci di protesta contro questa forma degenerata della chiesa si levarono soprattutto dai monasteri che divennero il fulcro di un vasto movimento di riforma destinato ad investire tutto l’ordinamento della chiesa, il punto di partenza fu il monastero di Cluny (fondato nel 910) a Borgogna. Si sviluppò qui l’ordine cluniacense che faceva diretto riferimento al papa. I monaci cluniacensi costruirono in poco tempo una rete di conventi legati tra loro che divennero i “propulsori” della riforma della chiesa.

Papi della riforma e lo scisma d'Oriente

Da Enrico secondo si susseguirono diversi papi, fino ad arrivare a Gregorio VII che porterà la riforma:

• Clemente II (1046-47)

Con Clemente II ebbe inizio l’epoca dei papi della riforma (inizialmente tutti tedeschi), nel gennaio del 1047 Clemente presiedette a Roma un concilio per discutere della riforma della chiesa, tra le cose dette vi era il decreto contro i simoniaci che venne promulgato con questo sinodo.

Damaso II (1047-48)

Damaso II era legato alla casa di Franconia e appoggiò l’azione politica religiosa di Enrico III, egli partecipò al concilio di Clemente e fu nominato per la carica di papa, prima di diventarlo dovette chiedere ad un ,archese di scortarlo a Roma, il quale si rifiutò, Enrico minacciò il marchese e questo decise di collaborare, Damaso diventò papa (si chiamava Poppone) e sollecitò dei veri interessi per la chiesa, purtroppo anche Damaso non riuscì a imporre alcuna riforma morendo poco dopo.

Leone IX (1048-54)

Frequentava molto spesso la corte imperiale e fu messo in allerta da Ildebrando dei misfatti della simonia e lo convinse a farsi papa, Leone riteneva che l’alleanza della Chiesa con lo Stato germanico contribuisse a garantire ai chierici e ai monaci una protezione più efficace. Egli si impegnò a fondo nella lotta contro la simonia, il nicolaismo e l'eresia. Leone IX fu anche artefice dello scisma d’Oriente

Lo scisma d’Oriente iniziò con la scomunica contro il patriarca di Costantinopoli, dopo questo la chiesa orientale proclamò ortodossa (ossia giusta) la propria visione del cristianesimo. Lo scisma spezzò in due la comunità cristiana.

Vittore II (1055-57)

Prima di diventare papa faceva parte della cerchia più stretta di consiglieri dell’imperatore, venne eletto papa e dopo la morte di Enrico III fece sedere Enrico IV sul trono di Carlo Magno

Stefano IX (1057-58)

Fu fautore della riforma della chiesa e del programma di piena indipendenza dall’Impero, la sua elezione significò una dichiarazione di nullità del privilegio di Enrico III che dava all'imperatore il diritto di designazione nell'elezione pontificia.

Niccolò II (1058-61)

Cacciò da Roma l’antipapa Benedetto X e convocò il concilio lateranense che, nel 1059, decretò che l’elezione dei papi fosse riservata solo ai cardinali, venne esclusa la nobiltà romana e l’intervento dell’imperatore era diventata una forma di vago assenso. Niccolò si alleò con i normanni che avevano conquistato il sud Italia, in particolare con Roberto il Guiscardo e nel 1060 confermò i famosi decreti contro la simonia, che avrebbero acuito ancor più il dissidio fra Chiesa e Impero.

Alessandro II (1061-73)

Alessandro andò due volte a Milano per incoraggiare il movimento patarinico e correggerne gli eccessi e gli abusi, e per porre riparo alla situazione gravissima del clero milanese, in gran parte simoniaco e concubinario. Venne nominato papa e poi ottobre il conte Riccardo pronunziò un giuramento di fedeltà al papa, impegnandosi a far rispettare il Decretum de electione domni papae di Niccolò II.

Gregorio VII e la lotta delle investiture

L’ultimo tra questi, e più importante, fu Gregorio VII, egli puntò ad affermare la sua superiorità sull’imperatore. Nel Dictatus Papae Gregorio affermò che il capo della chiesa romana era l’unica autorità che potesse considerarsi universale, inoltre che da solo lui dipendeva la nomina di vescovi. L’elezione pontefice non poteva più venire influenzata dall’imperatore, questo non poteva nemmeno deporre un papa. Il pontefice aveva la facoltà di scegliere i sudditi dal dovere di obbedienza e deporre gli imperatori.

Concordato di Worms e eresie medievali

Si aprì così un enorme scontro tra chiesa e impero, la lotta delle investiture, dove Enrico IV indusse i vescovi a lui fedeli di deporre Gregorio e quest’ultimo rispose con la scomunica dell’imperatore, il quale nel 1077 si presentò penitente al castello di Canossa dove fu perdonato dal papa.

Dopo poco tempo lo scontro riprese e giunse alla soluzione solo dopo la morte di Enrico e Gregorio, nel 1122 ci fu un compromesso, con il Concordato di Worms l’imperatore non poteva più elevare al vescovato uomini a lui fedeli ma poteva conferire cariche temporali a quelli consacrati dal papa.

Intorno al 1200 la chiesa romana riacquistò una certa centralità, la sua stabilità interna era tuttavia minacciata da movimenti ereticali spesso animati dalla stessa spinta riformatrice che percorreva la chiesa. Le prime eresie erano centrate sulle interpretazioni dei dogmi di fede, nel Basso Medioevo queste univano il rinnovamento religioso con le ragioni di protesta sociale, gli eretici aspiravano ad una maggiore moralità nella pratica religiosa, movimenti come questi si diffusero nei luoghi di maggior sviluppo urbano, come Milano: qui vennero coinvolti gli strati più poveri, il movimento era Pataria e i seguaci patarini, essi denunciavano la corruzione del clero e reclamavano una riforma della chiesa, questa era simile alla riforma gregoriana.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze del Trattato di Verdun del 843?
  2. Il Trattato di Verdun del 843 divise l'impero carolingio tra i nipoti di Carlo Magno, creando i regni dei Franchi Orientali (Germania) e dei Franchi Occidentali (Francia), mentre il Regno d'Italia rimase associato al titolo imperiale.

  3. Come Ottone I consolidò il suo potere e quale fu il suo contributo all'autorità imperiale?
  4. Ottone I consolidò il suo potere sconfiggendo gli ungari a Lechfeld nel 955, e rifondò l'autorità imperiale assumendo il controllo del Regno d'Italia, facendosi incoronare imperatore da papa Giovanni XII nel 962.

  5. Quali furono le principali riforme ecclesiastiche promosse dai papi della riforma?
  6. Le riforme ecclesiastiche includevano la lotta contro la simonia e il nicolaismo, l'affermazione dell'indipendenza della Chiesa dall'Impero, e la riserva dell'elezione papale ai cardinali, escludendo la nobiltà romana e l'intervento imperiale.

  7. In cosa consisteva la lotta per le investiture e come si risolse?
  8. La lotta per le investiture era un conflitto tra Chiesa e Impero riguardo al diritto di nominare vescovi. Si risolse con il Concordato di Worms nel 1122, che limitava il potere dell'imperatore nelle nomine ecclesiastiche.

  9. Quali furono le cause e le conseguenze dello scisma d'Oriente?
  10. Lo scisma d'Oriente fu causato dalla scomunica del patriarca di Costantinopoli, portando la Chiesa orientale a proclamarsi ortodossa. Questo evento divise la comunità cristiana in due rami distinti.

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