Concetti Chiave
- I tornei cavallereschi hanno origine nel XI secolo in Francia e si diffusero poi in Europa come addestramento bellico.
- Inizialmente pacifici, i tornei divennero violenti, portando la Chiesa a vietarli nel 1130 con conseguenze severe per i partecipanti.
- Nel 1316, la Chiesa revocò il divieto, riconoscendo i tornei come manifestazioni spettacolari in crescita.
- Oltre ai tornei, le giostre erano duelli fra due cavalieri, premiando il vincitore con armi, cavallo e talvolta l'attenzione di una dama.
- I tornei coinvolgevano scontri tra squadre di cavalieri dello stesso gruppo familiare, paese o fazione politica.
Origini dei tornei cavallereschi
Le prime fonti scritte che riguardano i tornei cavallereschi sono in realtà dell'XI secolo e interessano la Francia settentrionale, da cui queste manifestazioni si diffusero progressivamente negli altri Paesi europei. Inizialmente si trattava di semplici "allenamenti" senza vittime, che servivano per addestrarsi alla guerra.
Evoluzione e proibizioni della Chiesa
Ben presto però divennero veri e propri combattimenti tanto che nel 1130 la Chiesa ha proibito i tornei, giudicandoli troppo violenti e giungendo a scomunicare i partecipanti e negare la sepoltura, secondo i riti cristiani, a chi vi perdeva la vita.
Tuttavia nel 1316 di fronte all'estendersi e all'affermarsi di queste manifestazioni anche come forma di spettacolo la Chiesa si vede costretta ad abolire il divieto.
Accanto ai tornei , che contemplavano lo scontro tra due squadre composte da contendenti che appartenevano alla stessa famiglia o allo stesso paese o ancora alla stessa fazione politica, si affermarono anche le sfide tra due unici cavalieri chiamate giostre che permettevano ai duellanti comunque di misurarsi in coraggio e abilità: chi alla fine prevaleva otteneva le armi e il cavallo dello sconfitto e talvolta anche le attenzioni di una bella dama a cui dedicava la vittoria.