Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Nonostante il Rinascimento e la nascita dello stato moderno, i residui medievali persistono in ambito politico, sociale e religioso.
  • Il feudalesimo continua a influenzare le campagne, con feudatari che mantengono diritti sui vassalli e immunità.
  • Le disuguaglianze legali perdurano e molti sovrani si concentrano sul mantenimento del potere feudale e clericale.
  • La spiritualità delle masse rimane ancorata a pratiche medievali, mentre la mondanità del clero non sopprime il fervore religioso tradizionale.
  • Figure come San Francesco da Paola e San Bernardino da Siena simboleggiano il perdurante ascetismo, prefigurando il fenomeno della Riforma e Controriforma.

Indice

  1. Persistenza del feudalesimo
  2. Spiritualità e superstizione
  3. Riforma e controriforma

Persistenza del feudalesimo

Nella seconda metà del XV secolo, nonostante la rivoluzione spirituale portata dal Rinascimento italiano e i cambiamenti politici dovuti alla nascita dello stato moderno, i residui medioevali sono duri a morire, sia in campo politico che sociale o religioso. Innanzitutto, in ambito giuridico e sociale l’affermazione dello stato moderno non significò affatto la scomparsa del feudalesimo e delle sue istituzioni.

Infatti, nelle campagne, feudatari laici ed ecclesiastici mantennero ancora i vecchi diritti di giurisdizione sui propri vassalli ed immunità di vario genere. Le disuguaglianze dei cittadini davanti alla legge continuò a costituire una realtà e in molti paesi europei non fu mai nemmeno tentata; inoltre per molti anni, la maggiore preoccupazione dei sovrani fu quella di mantenere la potenza feudale e del clero.

Spiritualità e superstizione

L’arrivo del Rinascimento e della sua religiosità non arrivò a distruggere le istituzioni ecclesiastiche esistenti, anzi non poté nemmeno trasformare in modo significativo la spiritualità delle grandi masse popolari. Infatti, se da un lato, i dotti si dilettavano a parlare della storia romana e degli autori latini, nella campagna, gli abitanti restavano legati alle anche forme di devozione e alle grossolane superstizioni. Inoltre la mondanità dilagante del clero e della Chiesa in genere, non annullavano il fervore religioso che andava nella direzione tradizionale dell’ascetismo medioevale. Una riprova di questo ci è dato dall’entusiasmo suscitato da asceti come S. Francesco da Paola o San Bernardino da Siena, un grande predicatore dell’ordine francescano. Alcuni vescovi si collocarono all’interno di un movimento caratterizzato da grande zelo pastorale come S. Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze o S. Lorenzo Giustiniani vescovo di Venezia Essi si poneva l’obiettivo di rendere più degna e morale la vita del clero per richiamarne i membri ad una più austera osservanza delle regole domenicane o agostiniane.

Riforma e controriforma

Infatti, tenendo conto di tutti questi elementi si può capire il fenomeno della Riforma e della controriforma come superamento del Rinascimento e della civiltà ad esso connessa.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano i residui medievali persistenti nel XV secolo nonostante il Rinascimento?
  2. Nonostante il Rinascimento, i residui medievali persistevano in ambito politico, sociale e religioso. Il feudalesimo e le sue istituzioni continuavano a esistere, con feudatari che mantenevano diritti sui vassalli. Le disuguaglianze legali erano ancora presenti e la potenza feudale e del clero era una preoccupazione per i sovrani.

  3. Come influenzò il Rinascimento la spiritualità delle masse popolari?
  4. Il Rinascimento non riuscì a trasformare significativamente la spiritualità delle masse popolari, che rimasero legate a forme di devozione tradizionali e superstizioni. La mondanità del clero non annullò il fervore religioso tradizionale, come dimostrato dall'entusiasmo per figure ascetiche come S. Francesco da Paola.

  5. Quali movimenti religiosi cercarono di riformare la vita del clero nel XV secolo?
  6. Alcuni vescovi, come S. Antonino Pierozzi e S. Lorenzo Giustiniani, si impegnarono in movimenti di grande zelo pastorale per rendere più morale la vita del clero, promuovendo un'osservanza più austera delle regole domenicane o agostiniane. Questi sforzi erano parte del contesto che portò alla Riforma e alla Controriforma.

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