Concetti Chiave
- La crisi del Trecento fu causata da un'agricoltura insufficiente, cambiamenti climatici e epidemie come la peste nera.
- La peste nera, diffusa tra il 1348 e 1351, provocò un crollo demografico e la persecuzione di diversi gruppi sociali.
- Il periodo fu caratterizzato da guerre e rivolte popolari, con lavoratori che chiedevano migliori condizioni e retribuzioni.
- Nonostante la crisi, ci furono benefici per i sopravvissuti, come una migliore redistribuzione della ricchezza e nuovi diritti per i contadini.
- La mezzadria emerse come un nuovo contratto agricolo, migliorando l'equilibrio tra risorse e popolazione.
Indice
Crisi del 1300 in Europa
All’inizio del 1300 ci fu una profonda crisi e la crescita demografica ed economica dell’Europa si fermò. Le cause della crisi erano varie: l’agricoltura medievale era insufficiente per sfamare la popolazione in crescita, i cambiamenti climatici e fortissime piogge che distrussero i raccolti, il clima più freddo, il rialzo dei prezzi, la carestia del 1315-1317 e le epidemie che causarono la morte di tantissime persone.
Diffusione della peste nera
La più grave fu l’epidemia di peste nera (peste bubbonica) che si diffuse tra il 1348 e 1351 in tutta Europa, importata dall’Asia attraverso le rotte commerciali.
La peste era provocata da un batterio trasmesso dai ratti; nell’uomo la malattia provocava dei “bubboni” (ghiandole infette), febbre altissima e ingrossamento del corpo. La medicina medievale non sapeva affrontare la malattia e l’unico rimedio fu l’isolamento dei malati in lazzaretti e in quarantena. Gli uomini pensarono di essere vittime di un castigo divino e cercano quindi capri espiatori colpevoli del contagio: vengono perseguitati e bruciati vivi eretici, mendicanti, vagabondi, disabili e soprattutto ebrei. Giovanni Boccaccio nella sua opera “Decameron” descrive proprio questo periodo dell’epidemia, raccontando di come alcuni giovani si spostano da Firenze per andare a isolarsi in campagna.Conseguenze sociali ed economiche
Gli effetti della peste furono: aumento del senso di precarietà della vita, forte paura della morte, crollo demografico per via dei decessi, spostamenti dalla città alla campagna e quindi calo della manodopera e della produzione agricola.
Rivolte e benefici post-crisi
Per tutto il 1300 si susseguirono guerre e rivolte popolari: c’era meno manodopera e il lavoro era quindi più pesante, allora i contadini chiedevano più diritti e maggiore retribuzione, e anche i lavoratori salariati nelle città volevano migliori condizioni di vita (in questo periodo, nel 1378 si ha il famoso Tumulto dei Ciompi a Firenze, una protesta dei lavoratori della lana).
Come conseguenza della crisi, i sopravvissuti hanno dei benefici: la ricchezza viene ridistribuita, c’è un migliore equilibrio tra risorse e popolazione, i proprietari terrieri concedono diritti ai contadini e nuovi contratti, per esempio la mezzadria = i contadini lavorano i campi del padrone, ricevendo in cambio vitto e alloggio; i ricavi del raccolto vengono divisi a metà.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della crisi del Trecento?
- Come reagì la società medievale all'epidemia di peste nera?
- Quali furono le conseguenze economiche e sociali della crisi del Trecento?
La crisi del Trecento fu causata da un'agricoltura insufficiente, cambiamenti climatici, piogge distruttive, rialzo dei prezzi, carestie ed epidemie, tra cui la peste nera.
La società medievale reagì con isolamento dei malati, persecuzioni di capri espiatori come eretici ed ebrei, e un aumento del senso di precarietà e paura della morte.
Le conseguenze furono un crollo demografico, spostamenti verso la campagna, calo della manodopera, guerre e rivolte popolari, ma anche una redistribuzione della ricchezza e nuovi diritti per i contadini.