Concetti Chiave
- La crisi del Trecento si manifesta con problemi economici, sociali e demografici, culminando nel 1348 con la peste.
- L'aumento demografico post-Mille non è sostenuto da innovazioni agricole, causando difficoltà nel soddisfare la domanda alimentare.
- Carestie e annate di raccolti scarsi aggravano la situazione economica e sociale in tutta Europa.
- La peste e le guerre quasi continue destabilizzano ulteriormente, con soldati che minacciano i campi coltivati.
- Le tensioni sociali crescenti portano a rivolte in campagna e città, esacerbate da squilibri sociali e condizioni di vita deteriorate.
Crisi del Duecento
Già a partire dalla fine del Duecento iniziano a manifestarsi i primi segni di una crisi non solo economica, ma anche sociale e demografica, che tocca il picco nel 1348 con la peste. Dopo l'anno Mille si è assistito ad un progressivo aumento demografico, dovuto al miglioramento delle condizioni di vita generali. Questo miglioramento, però, non è accompagnato da un'evoluzione delle tecniche agricole. Questo non consente un ottimale sfruttamento dei terreni coltivabili, e pertanto non è possibile rispondere alla richiesta di una popolazione in costante crescita.
Oltre a ciò, a gravare sul già precario quadro generale è il verificarsi di carestie e annate di raccolti scarsi che colpiscono tutta l'Europa.
Conseguenze della peste
La peste, che colpisce gran parte dei territori europei, non è l'unico evento drammatico: a rendere ancora più instabile la situazione è la guerra quasi continua. Nonostante i contadini non vengano reclutati per le spedizioni militari, i campi coltivati subiscono le minacce di soldati che attraversano le regioni europee. Aumenta il clima di esasperazione in gran parte delle popolazione, e questo sfocia in rivolte sia in campagna che in città. La popolazione è sempre più privata da evidenti squilibri sociali e condizioni di vita sempre peggiori.