Concetti Chiave
- Eliminare i consigli era considerato controproducente per i signori, poiché aveva un alto valore simbolico e la loro cancellazione poteva provocare reazioni dalla cittadinanza.
- I signori spesso assumevano il controllo dei consigli ponendosi a capo e sostituendosi al podestà, come avvenne a Verona nel 1302.
- I consigli venivano convocati raramente, trasformandoli da organi deliberativi a consultivi, come nei casi dei Malatesta a Rimini e dei Gonzaga a Reggio Emilia.
- Il controllo del consiglio avveniva anche tramite la selezione dei membri, influenzando le nomine come nel caso del conte di Savoia a Torino.
- A Ravenna, Lamberto da Polenta propose la creazione di un giudice sindaco per controllare gli ufficiali comunali, segno di un ambiente politico teso.
Indice
Il valore simbolico dei consigli
Secondo Tanzini (A consiglio: La vita politica nell’Italia dei comuni) eliminare i consigli, che per il signore poteva essere la scelta più rapida per non avere opposizione, sarebbe stato controproducente, perché essi avevano un alto valore simbolico e la loro cancellazione avrebbe provocato, molto probabilmente, una reazione da parte della cittadinanza.
Strategie di controllo dei signori
Nei casi in cui questo avviene (nella conquista veneziana di Padova e Treviso, a Pisa nei rapporti con Firenze), l’eliminazione è usata come ritorsione nei confronti dell’élite cittadina, come segno di sottomissione ad un’autorità esterna. I signori invece, specialmente se sono signori cittadini (cioè se compiono una scalata sociale interna), non applicano questa tattica, che laddove applicata si dimostra completamente fallimentare.
Esempi storici di controllo
Però, essi cercano di controllare i consigli in diversi modi:
1. ponendosi a capo del consiglio, sostituendosi così al podestà. A Verona, nel 1302 viene proibito al collegio dei gastaldi delle arti di riunirsi senza il permesso di Bartolomeo della Scala.
2. essendo presenti, facendo in modo che il consiglio debba essere convocato e presieduto dal signore. Nel 1327, a Ravenna, gli statuti riformati durante la signoria di Ostasio da Polenta prevedono che i consigli non si possano riunire senza la presenza del signore o di un suo figlio (citato da Zorzi).
3. convocandoli raramente; in questo modo i consigli, da organo deliberativo importante, che veniva convocato spesso perché c’era da decidere, diventano un organo consultivo e il signore, che lo deve presiedere e convocare, semplicemente lo convoca molto di rado. Perciò, anche in questo caso, i consigli rimangono, non vengono soppressi o cancellati, ma di fatto non vengono convocati. In questo caso, Tanzini porta gli esempi dei Malatesta a Rimini e dei Gonzaga a Reggio Emilia. Firenze, fra Due e Trecento, si affida a più occasioni a membri della famiglia angioina come veri e propri signori. Ad inizio Trecento, signore è dapprima Roberto d’Angiò e poi il figlio, Carlo duca di Calabria; quest’ultimo affida il compito di convocare i consigli al suo vicario, il duca Gualtieri di Brienne, che li convocava molto di rado, tanto che i fiorentini esprimono le loro lamentele.
4. scegliendo chi siede in consiglio, o comunque chi lo controlla. Tanzini porta l’esempio di Torino, governata dal conte di Savoia che, attraverso l’ufficio dei clavari, riesce ad influire sulla nomina dei membri dei consigli, che divengono consiglieri a vita.
5. istituendo un giudice sindaco degli ufficiali. A Ravenna, Lamberto da Polenta propone in consiglio che sia creata una carica che controlli l’operato degli ufficiali comunali. Questa proposta è approvata con una maggioranza schiacciante, perché evidentemente il clima era molto teso.
Le signorie cittadine in Italia, Zorzi
Domande da interrogazione
- Qual è il valore simbolico dei consigli nelle città italiane dei comuni?
- Quali strategie utilizzavano i signori per controllare i consigli?
- Perché l'eliminazione dei consigli era considerata una tattica fallimentare?
- Come influenzava il conte di Savoia la composizione dei consigli a Torino?
I consigli avevano un alto valore simbolico e la loro eliminazione avrebbe potuto provocare una reazione negativa da parte della cittadinanza.
I signori si ponevano a capo del consiglio, ne controllavano la convocazione, li convocavano raramente, sceglievano i membri del consiglio e istituivano un giudice sindaco degli ufficiali.
L'eliminazione dei consigli era vista come una ritorsione e un segno di sottomissione, e spesso provocava reazioni negative, rendendola una tattica fallimentare.
Il conte di Savoia, attraverso l'ufficio dei clavari, riusciva a influire sulla nomina dei membri dei consigli, che diventavano consiglieri a vita.