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Concetti Chiave

  • Il Concilio di Costanza fu convocato dall'imperatore Sigismondo dal 1414 al 1418 per risolvere lo scisma che portò ad avere tre papi contemporaneamente.
  • Il concilio riuscì a deporre i tre papi esistenti ed eleggere Martino V, stabilendo la sede del papato a Roma.
  • Adottò la dottrina della supremazia conciliare, affermando che il concilio è superiore al papa e quindi la massima autorità della Chiesa.
  • La supremazia conciliare era stata sostenuta da teologi come Guglielmo di Occam, che vedevano il concilio come infallibile e il papa come un mero ministro di Dio.
  • Furono approvati decreti che dichiaravano la superiorità del concilio sul papa e obbligavano il pontefice a convocare concilî periodicamente.

Indice

  1. La crisi del potere papale
  2. Il concilio di Costanza
  3. La dottrina della supremazia conciliare
  4. L'influenza di Guglielmo di Occam

La crisi del potere papale

La necessità di ricomporre lo scisma e la volontà di porre un freno agli eccessi del potere papale portarono molti teologi ad affermare che la soluzione andava affidata a un concilio universale. Un primo concilio tenuto a Pisa (1409) non fece però che accrescere la confusione, tanto che si giunse ad avere contemporaneamente tre papi.

Il concilio di Costanza

Dal 1414 al 1418 a Costanza, per iniziativa dell'imperatore Sigismondo, si radunò un secondo concilio che riuscì a ricomporre lo scisma: i tre papi vennero deposti e al loro posto venne eletto il cardinale Ottone Colonna. Il nuovo pontefice prese il nome di Martino V (1417-1431) e stabilì definitivamente la sede del papato a Roma.

La dottrina della supremazia conciliare

Proprio per giustificare il suo intervento sui papi, il Concilio di Costanza adottò la dottrina della supremazia conciliare. Secondo questa teoria, il concilio è la massima autorità della Chiesa, superiore a quella dello stesso papa.

L'influenza di Guglielmo di Occam

L'idea che il concilio ecumenico rappresentasse la Chiesa nella sua interezza, e stesse per questo al di sopra del papa, aveva fatto da tempo la sua comparsa negli scritti di importanti teologi, tra cui il filosofo inglese Guglielmo di Occam (1288-1349). In tali scritti si sosteneva che il concilio riceveva il suo potere direttamente da Dio e che dunque a esso spettava l'infallibilità; il papa, invece, era presentato come un semplice ministro di Dio, tenuto a convocare periodicamente il concilio.

Coerentemente con questa impostazione, il Concilio di Costanza approvò un decreto che affermava la superiorità del concilio sul papa (1415), e un altro che impegnava il pontefice a convocare periodicamente il concilio (1417).

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