Concetti Chiave
- Nel 448, un'ambasceria romana partecipò a un banchetto di Attila per discutere una pace imposta agli stessi Romani.
- Prisco, un funzionario romano, descrive Attila che usa il banchetto per mostrare la superiorità del suo popolo rispetto ai Romani.
- Attila consumava un pasto semplice e utilizzava oggetti modesti, in contrasto con la ricchezza offerta agli ospiti.
- Nonostante la semplicità, Attila manteneva un contegno impassibile, non partecipando all'allegria del banchetto.
- Attila mostrò affetto solo verso il figlio minore, Ernach, al quale era stato predetto un futuro di risurrezione della stirpe.
Indice
L'ambasceria romana e il banchetto
Nel 448 un’ambasceria romana viene inviata a banchetto dal re degli Unni, Attila, per discutere la pace durissima che questi aveva imposta ai Romani.
La scenografia del banchetto di Attila
Come emerge dal brano giunto attraverso Prisco, un funzionario che faceva parte dell’ambasceria, Attila si serve di tutta la scenografia del banchetto per contrapporre la superiorità del proprio popolo alla decadenza morale dell’Impero romano.
La semplicità di Attila
Mentre agli altri barbari e a noi venivano imbanditi cibi raffinati su vassoi d’argento, Attila teneva sulla sua tavoletta nient’altro che carne.
E si mostrava per tutto il resto. Agli ospiti erano state date coppe d’oro e d’argento, mentre la sua tazza era di legno. Semplice era anche il suo vestito che si distingueva soltanto per essere pulitissimo. E neppure la spada al suo fianco né i lacci dei calzari barbarici né le briglie del cavallo erano come quelli degli altri Unni decorati di oro o di gemme. Attila se ne stava impassibile senza battere ciglio e né un gesto rivelarono alcuna partecipazione all’allegria generale.Il figlio di Attila e la profezia
Quando però il minore dei suoi figli, che si chiamava Ernach, entrò, e gli si mise accanto, egli gli pizzico la guancia guardandolo con occhi gioiosi. Alla mia domanda incuriosita, un barbaro che capiva il latino mi spiegò che gli indovini avevano vaticinato ad Attila che la sua stirpe si sarebbe estinta, ma che poi sarebbe risorta proprio in questo figlio.