Concetti Chiave
- Gli schiavi nell'antica Roma provenivano da bambini abbandonati, debitori o prigionieri di guerra.
- Venivano acquistati dai mercanti di schiavi in Oriente e rivenduti a Roma, spesso esposti con un "titulus" al collo.
- Il prezzo di uno schiavo variava notevolmente, da 2.000 sesterzi per uno comune a 700.000 per uno istruito.
- Esistevano schiavi per diverse funzioni, dall'agricoltura alla gestione domestica, essenziali per la società romana.
- Nel diritto romano, gli schiavi erano considerati oggetti e restavano tali anche senza padrone.
Indice
La schiavitù nell'antica Roma
Nell'antica Roma gli schiavi erano presenti in abbondanza. Erano destinati a diventare schiavi bambini abbandonati, persone cadute in debiti o prigionieri di guerra.
Il mercato degli schiavi
Essi venivano comprati dai mercanti di schiavi in Oriente e poi rivenduti a Roma presso il Foro, nelle botteghe o presso il tempio di Castore.
Gli schiavi da acquistare venivano esposti su un palco girevole e al collo avevano il "titulus", che informava gli acquirenti sulla loro nazionalità e le loro caratteristiche attitudinali. Il prezzo di uno schiavo era variabile, si passava dai 2.000 sesterzi per uno schiavo comune ai 700.000 per uno schiavo in grado di leggere e conoscitore delle lettere.Ruoli e funzioni degli schiavi
Esistevano schiavi per varie funzioni: quelli addetti all'agricoltura, quelli che si occupavano dell’amministrazione della casa, i portieri, gli stallieri, i facchini e una vasta serie di altri schiavi addetti alle più svariate funzioni.Qualunque fosse il loro compito è comunque certo che gli schiavi svolgevano un ruolo importante nell'ambito della società romana.
Status legale degli schiavi
Secondo il diritto romano lo schiavo era considerato un oggetto e non cessava di essere uno schiavo, anche quando non aveva un padrone.